Ricordando fr. Camillo Schenetti

 Le persone prima dei libri

 

Cerredolo di Toano, 23 novembre 1929

† Reggio Emilia, 1 novembre 2021

 

Schenetti Armete - questo l'insolito nome dato al fonte battesimale al nostro confratello - nacque a Cerredolo di Toano, paesino collinare in provincia di Reggio Emilia, il 23 novembre 1929.

Nel 1941 fece il suo ingresso nel Seminario serafico di Modena e nel giugno del 1948 fu ammesso al noviziato nel convento di Fidenza con il nome di fr. Camillo. L'iter formativo di fr. Camillo si concluse con la professione perpetua il 2 agosto 1953 e l’ordinazione sacerdotale avvenuta il 22 settembre 1956.

 Pellegrino negli ospedali

Dopo un anno vissuto nella fraternità di Parma come sacrista, iniziò per il nostro confratello la lunga avventura nel mondo della sofferenza e degli ospedali, avventura che caratterizzò tutta la sua lunga esistenza. Nel 1958 approda all’Ospedale Maggiore di Parma dove resta fino al 1965 per essere successivamente trasferito, sempre come cappellano ospedaliero, all’Ospedale civile Sant’Agostino di Modena. Il 1967 lo vede di nuovo all'Ospedale Maggiore di Parma, luogo dove divenne una presenza importante in quanto qui prestò la sua opera di assistenza spirituale (sia ai degenti che al personale sanitario) per oltre trent'anni consecutivi: sino al 1991. L’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia lo vide presenza sempre attenta e premurosa dal 1991 al 1994.
Nel 1996, dopo aver ricoperto per un anno il ruolo di direttore della nostra infermeria provinciale di Reggio Emilia, torna nuovamente all’Ospedale di Parma dove resta fino al 2002 quando torna al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia dove opera fino al 2017, anno in cui viene ricoverato nella infermeria provinciale soprattutto per la sua età avanzata. Chi ha conosciuto fr. Camillo da vicino non può che ricordare con piacere e gratitudine una figura di cappuccino sì tradizionale (termine da intendersi in tutta la sua valenza positiva), ma per alcuni aspetti aperto alle novità e all' affrontare nuove esperienze con lo stupore, la meraviglia e la semplicità tipica dei bambini e dei poveri di Dio del Vangelo e della agiografia francescana. Stupore, semplicità, trasparenza, genuinità nei rapporti e grande spirito di servizio sono stati gli elementi che lo hanno contraddistinto e reso molto amato dalle persone che incontrava e dai confratelli.

 I libri non erano fatti per lui

Se c'è un mondo con cui Camillo non andò mai d’accordo fu quello della cultura accademica, quella che si trova rinchiusa nei libri e che non ha a che fare direttamente con la vita concreta e le persone che hanno bisogno (come diceva lui). Confidò candidamente, nell’omelia in occasione del suo cinquantesimo di sacerdozio, di non aver mai letto un libro per intero. Che i libri non fossero per lui fu chiaro fin dai momenti dello studentato. Viste le sue difficoltà scolastiche, i superiori pensarono di fargli intraprendere il cammino di fratello laico. Davanti a questa possibilità i suoi compagni di studio si ribellarono e fecero richiesta ai formatori di ritornare sui loro passi. Un religioso come Camillo amico con tutti, simpatico, gentile e caritatevole avrebbe trovato comunque modo di esercitare il proprio ministero sacerdotale con profitto. Un esame non andato per il verso giusto fu l'occasione che diede vita ad un episodio degno non di fra' ma di don Camillo. Una volta in stanza staccò il crocifisso dal muro e gli fece un bel “discorsino” nel quale gli ricordò che, visto il suo impegno e la sua fedeltà alla vita religiosa avrebbe potuto anche aiutarlo... e per punizione rinchiuse nel cassetto della scrivania Nostro Signore per qualche giorno… Un episodio proprio da Fioretti.

 Radio Maria e il Rinnovamento nello Spirito

La vera formazione di Camillo furono le catechesi trasmesse da Radio Maria, emittente radiofonica che ascoltava continuamente e che sosteneva anche economicamente inviando con precisione annualmente una offerta di euro 350. «È come se regalassi un euro al giorno a chi fa tanto bene al prossimo» diceva soddisfatto a chi gli chiedeva il perché di questa cifra sempre uguale. I confratelli che han vissuto a lungo con lui ricordano che non si arrabbiava mai, interveniva sempre con cautela e saggezza nelle discussioni, ma si infuocava se qualcuno metteva in discussione ciò che decidevano sia il Papa che i documenti della Chiesa. Nelle celebrazioni domenicali leggeva sempre l'omelia che aveva preparato durante la settimana. A ottant'anni suonati decise che era giunto il momento di mettersi al passo coi tempi e si industriò per imparare i rudimenti del computer (che utilizzava come macchina da scrivere) per stilare i suoi “sermoni”.
Ma è stato nelle corsie dell'ospedale che egli ha dato il meglio di sé. Con una metodicità ormai di altri tempi, quotidianamente visitava i malati dei reparti che gli eran stati assegnati con un fare paterno e pieno di carità che si esprimeva nella sua capacità di ascolto e di dialogo semplice e sincero. Riusciva a farsi volere bene da tutti, anche dagli infermieri e dai dottori. Nella vita fraterna si è sempre mostrato servizievole e disponibile anche nelle più umili mansioni domestiche.
Dopo la sua famiglia di origine (due delle sue sorelle furono religiose nella Congregazione delle suore francescane missionarie di Cristo) e quella dei cappuccini, Camillo trovò una terza famiglia nel movimento del Rinnovamento nello Spirito, spiritualità che seguì per tutta la vita seguendone i gruppi sia a Parma che a Reggio Emilia. Assiduo frequentatore dei convegni nazionali che si svolgevano annualmente a Rimini, si è reso sempre disponibile, fino in tarda età, come confessore in tutti gli incontri e le celebrazioni in cui veniva invitato. Col sopraggiungere della vecchiaia, una stanchezza fisica e psicologica fece sì che nel 2017 si rendesse necessario il suo trasferimento nella infermeria di Reggio Emilia. Nel 2020 un ictus gli tolse la possibilità di deambulare autonomamente e si indeboli sempre più. Il 1° novembre, solennità di tutti i Santi, fr.Camillo, “sazio di giorni”, ci ha lasciato per entrare nel regno dei cieli.

Antonello Ferretti

 I funerali sono stati celebrati il 4 novembre nella nostra chiesa di Reggio Emilia e son stati presieduti dal fr. Matteo Ghisini, vicario provinciale. Dopo la comunione fr. Paolo Poli ha tracciato un breve profilo del confratello scomparso. La salma è stata tumulata nella nostra tomba nel cimitero monumentale di Reggio Emilia.