«Cari miei, oggi l’argomento non sarà facile», parte Maura a tutta birra e Gabriele al mio fianco esprime il suo dissenso commentando a voce alta: «Oh poveri noi! Non è che ci fa parlare del Natale un’altra volta, vero?». Gli faccio segno di ascoltare e Gabriele placa il suo spirito polemico rivolgendomi uno sguardo monello e una boccaccia seguita da un sorriso smagliante. Nei suoi occhi brilla più che mai la voglia di esserci.

a cura della Caritas Diocesana di Bologna

 La Parola c'era prima

 IL THÈ DELLE BUONE NOTIZIE

  «Quest’anno MC celebrerà i sessant’anni dell’inizio del concilio Vaticano II», prosegue Maura, «un evento davvero importante per la Chiesa.

Pensate che se non ci fosse stato, noi non saremmo nemmeno qui …». Le espressioni buffe ed interrogative dei presenti pongono la domanda senza pronunciarla e Maura risponde soddisfatta: «Eh sì, sapete che fino a quel Concilio non ci si poteva nemmeno incontrare fra persone non cattoliche per parlare di temi legati alla fede e alla religione? Il nostro tè sarebbe stato fuorilegge! Addirittura se un cristiano cattolico avesse sostenuto in pubblico la libertà religiosa sarebbe stato scomunicato! Dunque quell’evento è stato davvero una rivoluzione di apertura per la Chiesa… Il Papa oggi ci parla continuamente della necessità che esista un dialogo fra la Chiesa ed il mondo, ed io vi chiedo: secondo voi, le istituzioni religiose permettono alle singole persone di esprimersi, senza essere giudicate, ostacolate o rifiutate? Voi che esperienze avete avuto con la Chiesa?».
«Beh, qui ad esempio per me è un’esperienza di confronto vero», comincia Daniele; «quando sono in cerchio posso mettere a confronto le mie idee e le mie esperienze con quelle degli altri. Io le mie idee, posso anche pensarle già perfette, ma qui ho la possibilità – se voglio – di cambiarle… oppure anche no! Se voglio posso “correggermi” attraverso il confronto con gli altri. Solo in questo modo, mettendomi in discussione, posso anche scrivere il “mio” vangelo… Ma solo se accetto di stare dentro un cerchio di questo tipo!».
«Chiesa e dialogo: certo è un argomento difficile!», segue a ruota Maurizio; «la Chiesa è umana e ha certamente tanti difetti, non li sto neanche ad elencare… però di bello ha che ricorda a tutti - e soprattutto ai ricchi - che il denaro non è tutto nella vita. In più cerca di venire in aiuto ai poveri. E poi dialoga anche con le religioni differenti… Quello che noi facciamo qui, è importante perché ognuno di noi ha bisogno di sentirsi parte dell’umanità. Chi si isola, si ammala.  Parlare e dialogare fa bene psicologicamente ma anche fisicamente! E io dico grazie! Vi ricordate all’inizio della Bibbia? Non c’era nulla, mancava praticamente ancora tutto, ma la Parola c’era però! Il dialogo allora è esistito da subito, insieme alla Parola… Mi pare una cosa estremamente importante questa, no?».
«Io sono credente, ma non praticamente», s’infila Maria Rosaria, «non riesco più a starci in chiesa, mi mette un’angoscia, sapeste! Mi sembra di tornare piccola quando mia madre mi ci obbligava ed io stavo male, ma lei non mi faceva uscire… Però la Chiesa, tutti la ascoltano ancora oggi, la gente ha più fiducia nel Papa che nei politici. È questione di credibilità, dico io… e poi il Papa si fa capire da tutti».
«Io invece sono indirettamente praticante», si butta Leone con un gran senso dell’umorismo e di nuovo spuntano nel cerchio espressioni perplesse; «beh, io vivo proprio muro a muro con una chiesa e quindi, grazie ai microfoni di ultima generazione, sento perfettamente tutte le messe, tutte le celebrazioni, le funzioni e le preghiere che fanno lì… E sapete? Mi son convinto che la Chiesa sia aperta ed in dialogo, ma penso che molti che la frequentano in realtà non lo fanno per un sentimento vero; lo fanno per abitudine e convenzione, più che per scelta e convinzione… E poi anche questa “carità” che rischia sempre di diventare una elemosina, un’umiliazione... non mi piace. Cioè: bene l’attenzione della Chiesa “teoricamente” per i poveri, ma dare senza poi aiutare le persone ad uscire da quel disagio, è veramente ingiusto… E poi scusate, ma a volte questa carità del dare non è nemmeno tanto “onesta” e specchiata… Secondo me la Chiesa dà anche insegnamenti e direttive giuste, ma poi ciascuno le interpreta a proprio comodo…».
«“Questa gente mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me” dice Dio nella Bibbia…», sottolinea Maura.
«Eh beh… Lui è decisamente più bravo di me a spiegarsi…», ribatte Leone e la sua risata si unisce alla nostra.
«Ma sapete?», interviene Maurizio «non sarà che poi la gente veramente credente a messa non ci va perché si annoia? Parla solo il prete! E non lo si può nemmeno contraddire! Io introdurrei un’evoluzione: un po’ di dialogo e di confronto anche durante la messa per renderla più interessante…».
«Secondo me, non è che la Chiesa deve evolvere in sè», riflette a voce alta Daniele, «la questione è che qualcuno dovrebbe aggiornarsi almeno un po’…».
«Io ho frequentato un collegio di suore», condivide Carla, «e stavo pensando a ciò che ha detto Leone: loro mi hanno trasmesso soltanto la modalità “dell’elemosina” che non cambia le cose, che umilia la gente… Quando sono uscita dal collegio ho scoperto che nel mondo c’era bisogno di tutt’altro! Ho abbandonato la Chiesa e vissuto lontano da essa per tanti anni. Mi ci sono riavvicinata quando avevo già 55 anni. Io credo fermamente negli angeli, che in realtà sono esseri umani in carne ed ossa. Proprio grazie ad un Angelo, un mio caro amico, che mi ha invitata, sono andata ad un ritiro spirituale… Era agosto, le ferie mi erano saltate e, pur di non restare sola nella città deserta, sono andata. Lì mi si è spalancato un mondo! Ho avuto l’opportunità di conoscere e ascoltare dei frati di una apertura mentale e di una sensibilità umana incredibile. E poi, sempre grazie ad un altro Angelo, mi è stata indicata una parrocchia… È stata una esperienza di cinque anni molto bella in quella comunità. Ho incontrato persone molto belle anche lì… Ma poi ho capito che io ero diversa, la mia storia lo era. Non appartenevo a quel mondo e me ne sono allontanata… Oggi mi interrogo se la Chiesa riesca davvero ad accogliere chi viene a Dio da strade diverse, non consone, non usuali. Quando sei diverso, la Chiesa ti accetta veramente?».
«Il fatto è che nelle parrocchie spesso si manifestano persone che cercano solo di realizzare se stesse e, senza nemmeno rendersene conto, portano fuori strada tanti altri», dice con serietà Paola «quindi per me, occorre continuare sempre a cercare. Chi cerca, trova il vero dialogo, a me è capitato!».
«Forse è proprio così», si riallaccia Carla con lo sguardo vibrante di chi ha appena realizzato qualcosa di sostanziale, «chi cerca, trova ma non solo nella Chiesa… La strategia giusta è cercare l’Uomo e non Dio… Perché è proprio lì che ritroviamo anche Dio…».
L’Uomo, Dio ed una bella tazza di tè: prove di dialogo.