Transitare, prego

Dobbiamo attuare tre grandi cambiamenti per evitare il collasso

 di Vincenzo Balzani
docente emerito di chimica dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna

 La transizione ecologica

La Terra, la nostra casa comune, è un ecosistema globale dove interagiscono la società umana, gli organismi viventi, la materia non vivente e l’energia che ci viene dal Sole. Si tratta di un ecosistema isolato, in equilibrio dinamico, autosufficiente, ma fragile. Negli ultimi settant’anni sul pianeta Terra è aumentato fortemente il numero di abitanti (da 2,5 a quasi 8 miliardi) e, con il progresso della scienza e della tecnologia, l’attività umana si è molto sviluppata tanto da forgiare una nuova epoca, l’Antropocene, l’epoca dell’uomo, caratterizzata da molte conquiste. Oggi però dobbiamo constatare che il grande, ma non sempre sapiente, aumento dell’attività umana rischia di portare fuori equilibrio l’ecosistema Terra, creando una situazione di insostenibilità ecologica che si manifesta in molti modi, il più pericoloso dei quali è il cambiamento climatico.
Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’, pone domande importanti: «A che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi?». La riposta, dice, sta nella dignità dell’uomo, unico essere dotato di intelligenza. Sta nella dignità dell’uomo «lasciare un pianeta abitabile all’umanità che verrà dopo di noi». Quindi, dobbiamo «perseguire uno sviluppo sostenibile e proteggere la nostra casa comune, preoccupandoci di tutta la famiglia umana; ciascuno può dare il suo contributo con la sua cultura e con la sua fede».>
L’obiettivo della transizione ecologica di cui molto si parla in questi mesi è, appunto, uno sviluppo sostenibile. La possibilità di raggiungere questo obiettivo dipende solo dal nostro comportamento, perché tutti gli altri parametri dell’ecosistema Terra (es. l’energia che ci viene dal Sole) sono immutabili.
La transizione ecologica è un processo complesso che richiede l’attuazione di tre transizioni interdipendenti: dai combustibili fossili alle energie rinnovabili; dall’economia lineare all’economia circolare; dal consumismo alla sobrietà. In ciascuno di questi ambiti dobbiamo mettere in atto le preziose energie spirituali che abbiamo ricevuto in dono: amicizia, sobrietà, solidarietà, saggezza, creatività, responsabilità, collaborazione, compassione.

 Dal fossile alle rinnovabili

L’energia è la risorsa più importante per l’umanità. Oggi la otteniamo prevalentemente bruciando i combustibili fossili con l’immissione in atmosfera di enormi quantità di CO2, il gas “serra” maggiormente responsabile del cambiamento climatico. Nella conferenza COP21 tenutasi sotto l’egida dell’ONU a Parigi nel 2015, il cambiamento climatico è stato riconosciuto come “il più grave pericolo per l’umanità”. Dobbiamo quindi abbandonare l’uso dei combustibili fossili sostituendoli con le energie pulite e rinnovabili fornite dal Sole, dal vento e dall’acqua che non solo non producono CO2 e inquinamento, ma hanno anche il vantaggio di generare energia elettrica, che è la forma di energia più pregiata. Le energie rinnovabili, però, hanno il problema di essere intermittenti, difetto che, comunque, può essere ovviato con sistemi di accumulo (ad esempio, batterie) dell’energia elettrica prodotta.
La transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è già avviata e, volendo, sarebbe possibile portarla a termine, sia tecnicamente che economicamente, entro il 2050: fermerebbe il cambiamento climatico, eviterebbe la morte per inquinamento di molte persone e aumenterebbe il numero di posti di lavoro. Porterebbe vantaggi anche dal punto di vista sociale perché le nazioni povere, che sono le più colpite dai cambiamenti climatici, sono anche le più ricche di energie rinnovabili. La realizzazione della transizione energetica, però, è fortemente ostacolata dalla lobby dei combustibili fossili, da speculazioni finanziarie e da controversie economiche e politiche. È necessario che tutte le persone a cui sta a cuore la custodia della nostra casa comune manifestino un forte impegno sociale e politico per far sì che la transizione energetica giunga a compimento prima che la situazione sia ulteriormente compromessa.

 Dall’economia lineare a quella circolare

L’attuale sistema economico-produttivo, l’economia lineare, è basato su due ingannevoli presupposti: le risorse sono infinite e non ci sono problemi per la collocazione dei rifiuti. È l’economia dell’usa e getta basata su una cultura dello scarto che porta al degrado ambientale e si estende alla vita delle persone.
Papa Francesco nella Laudato si’ ammonisce: «Oggi ciò che interessa è estrarre tutto quanto è possibile, ignorando la realtà stessa… Di qui si passa facilmente all’idea di una crescita infinita, che ha tanto entusiasmato gli economisti… Si tratta del falso presupposto che esiste una quantità illimitata di risorse e che gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possono essere facilmente assorbiti».
Non è possibile continuare con “l’usa e getta” perché è un tipo di economia ecologicamente insostenibile: porta all’esaurimento delle risorse e all’accumulo di quantità enormi di rifiuti. Questo tipo di sviluppo economico ci sta portando sull’orlo del baratro ecologico e, indirettamente, è causa delle crescenti, insostenibili disuguaglianze sociali. Papa Francesco lancia un appello accorato: «Ciò che sta accadendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale».
Uno dei punti cardine della rivoluzione culturale, di cui c’è tanto bisogno, è il passaggio dall’economia lineare all’economia circolare. In questo modello alternativo l’energia necessaria proviene da fonti rinnovabili e le risorse della Terra vengono usate in quantità il più possibile limitate (risparmio) e in modo intelligente (efficienza) per fabbricare oggetti programmati non solo per essere usati, ma anche per essere riparati, raccolti e riciclati, al fine di fornire nuove risorse.
Mentre l’economia lineare è alimentata dai combustibili fossili, responsabili di danni gravissimi al clima e alla salute dell’uomo, l’economia circolare utilizza l’energia solare e le altre fonti di energia (eolica, idrica) ad essa collegate: rinnovabili (perciò inesauribili), ben distribuite e non nocive all’ambiente e all’uomo. Quindi, questa seconda transizione, dall’economia lineare alla economia circolare, non può compiersi se non si porta a termine la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.
Anche l’attuazione di entrambe queste due transizioni, però, non è sufficiente per raggiungere la sostenibilità ecologica e sociale.

 Dal consumismo alla sobrietà

Le risorse materiali che ci fornisce la Terra consistono in un centinaio di elementi chimici e nei loro composti. Alcuni elementi sono abbondanti, altri sono scarsi. Per costruire qualsiasi cosa materiale bisogna fare i conti con questa realtà. Ad esempio, per costruire batterie, indispensabili per l’accumulo di energia elettrica, l’elemento più idoneo è il litio (Li), mille volte meno abbondante del sodio (Na) che gli sta vicino nella tavola periodica degli elementi. Alla scarsità di materiali si potrà ovviare, ma solo in parte, col riciclo (economia circolare). Ecco allora che dobbiamo porci una domanda: ma è proprio necessario consumare tante risorse come stiamo facendo?
Molti studi e statistiche rivelano che il benessere delle persone non è direttamente proporzionale alla quantità di risorse che consumano; quindi, si può vivere bene anche consumando meno. Ma come fare, abituati come siamo a non porre limiti ai nostri consumi? Gli esperti suggeriscono due strategie. Una è agire sulle cose, cioè aumentare la durata e l’efficienza di tutto ciò che usiamo. Indagini accurate mostrano, però, che questo metodo non dà grandi risultati.
Se si vuole realmente consumare meno risorse, la strategia giusta è agire sulle persone. Bisogna partire dal concetto di sufficienza e convincere e, in casi estremi, obbligare le persone a ridurre l’uso non necessario delle risorse: costruire meno prodotti inutili, fare meno viaggi, limitare l’illuminazione e il riscaldamento, ecc.
Ecco allora la terza transizione che bisogna attuare lungo la via che porta alla sostenibilità ecologica e sociale: dal consumismo alla sufficienza o, meglio, alla sobrietà. La sobrietà, virtù quasi dimenticata, è infatti la qualità essenziale di ogni relazione: con le risorse, con i rifiuti, con gli altri e con se stessi. La sobrietà libera l’uomo dalla frenesia dell’accumulo, lo rende capace di una fruizione condivisa e orienta la vita in una prospettiva di cura per il presente e di custodia per il futuro.
Senza adottare stili di vita ispirati alla sobrietà si finirà col precipitare nel baratro del collasso ecologico e sociale perché, come scrive papa Francesco, «Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti, sporcizia. Lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solo in catastrofi».

 

Dell’Autore segnaliamo:
Salvare il Pianeta per salvare noi stessi,
Lu.Ce edizioni, 2020