Ricordando padre Francesco Massari

Piacenza, 4 agosto 1928

† Modena, 21 giugno 2021

 Predicatore e insegnante di religione, fondò e guidò la “Domus nostra” accanto al convento dei cappuccini di Modena

 di Paolo Grasselli
superiore del Santuario di Puianello

 Francesco era nato a Piacenza il 4 agosto 1928 da Giuseppe e Filomena Cobianchi.

Da giovane lavorò con lo zio come venditore ambulante di biancheria. A ventidue anni entrò nel noviziato dei cappuccini a Fidenza. Concluso l’anno di noviziato con la professione temporanea, frate Francesco incomincia il triennio filosofico nel convento di Piacenza. Nell’autunno del 1954 viene trasferito presso il convento di Reggio Emilia dove l’attende il quadriennio degli studi di teologia che inizia con la sua consacrazione perpetua al Signore e termina con la consacrazione presbiterale.
Nei primissimi anni del suo ministero sacerdotale, lo troviamo cappellano al Policlinico di Modena e poi a Salsomaggiore impegnato in parrocchia (1961-1964). Nel settembre del 1964 viene trasferito a Modena dove rimarrà fino al termine dei suoi giorni. Fa parte della fraternità del convento di via Ganaceto e gli è affidato il doppio compito di predicatore e di direttore spirituale dell’Opera Assistenza Studenti (OAS), adiacente al convento e di recente fondazione ad opera dei cappuccini. Nel 1970 inizia l’attività di insegnante di religione che lo vedrà impegnato in vari Istituti della città e della provincia fino al 1991. Svolge pure una continua e intensa attività pastorale come predicatore, confessore e direttore spirituale.

 Domus nostra

L’attività che lo ha maggiormente impegnato per tutta la vita è stata la “Domus Nostra. Assistenza femminile”. Siamo nella seconda metà degli anni Sessanta. Il Concilio Vaticano II è appena terminato. Padre Francesco nel suo apostolato avvicina anime desiderose di perfezione evangelica che desiderano rispondere alle nuove esigenze della società e della Chiesa «fuori dagli schemi delle tradizionali istituzioni». Per questo motivo egli assume la responsabilità morale di guidare un gruppo di persone che, facendo proprio l’invito del Concilio rivolto ai laici, si sono volute dedicare, sotto la sua assistenza spirituale, completamente a Dio, pur continuando ad esercitare la loro attività nel mondo. Alcune vivono in famiglia, altre vivono in comunità dedicandosi in modo particolare all’attività educativa, sentendo vivo il bisogno di avvicinare i giovani e di presentare loro la possibilità di conciliare la vita nella società con gli insegnamenti del vangelo. Nasce così la “Domus Nostra”, approvata dall’arcivescovo di Modena mons. Giuseppe Amici e in seguito riconosciuta anche civilmente come ente morale. Ha per scopo l’assistenza religiosa, culturale, morale e materiale a studentesse che frequentano gli studi nella città di Modena.
L’attività dell’associazione è regolata da uno statuto che prevede una preside, un consiglio di amministrazione e un assistente religioso (che è lo stesso padre Francesco). Economicamente si sostiene mediante le rette delle ospiti, gli stipendi delle associate e il lavoro che esse stesse svolgono all’interno della struttura. L’associazione conta alcuni membri effettivi e vari simpatizzanti che sostengono moralmente e materialmente l’opera. L’immobile, sede dell’associazione, aveva la sua collocazione in via Ganaceto a poche decine di metri dal convento. L’associazione ha sempre viaggiato in modo parallelo rispetto la fraternità cappuccina di appartenenza di padre Francesco. Ai nuovi superiori di turno egli si premurava di far pervenire una relazione informativa di ciò che era e di ciò che faceva la “Domus”.

 Un punto di riferimento

Nell’autunno del 1987, i superiori gli affidano la direzione dell’Opera Assistenza Studenti di cui fino ad ora era stato direttore spirituale. Pur continuando a seguire tutte le sue attività precedenti, assume questo nuovo incarico con impegno e dedizione, coadiuvato validamente dal fratello Alberto. Nuova impostazione educativa nel rapporto con i giovani studenti e chiarezza nel settore amministrativo caratterizzeranno la sua gestione che condurrà fino alla chiusura del convento di Modena, avvenuta nel 2003.
Nei primi anni del Duemila gli viene diagnosticato un tumore che gli farà da compagno di viaggio fino alla morte. L’attività dell’associazione incomincia il proprio declino dall’inizio della sua malattia, tanto che con la fine della sua vita si può registrare praticamente anche la conclusione dell’esperienza della “Domus Nostra” durata un cinquantennio, durante il quale molte ragazze vi hanno trovato un sicuro punto di riferimento a più livelli: formativo, culturale, spirituale e materiale, e i membri dell’associazione uno spazio in cui hanno testimoniato il carisma delle origini della fondazione, sotto la guida spirituale di padre Francesco.
Con il capitolo provinciale del 2002 viene deciso il ritiro dei frati cappuccini da Modena e la conseguente chiusura del convento. Padre Francesco rimane a Modena in qualità di confessore, ancora per un anno in convento, poi dall’ottobre successivo, con la chiusura dello stesso, viene assegnato alla fraternità di Vignola, anche se in realtà continua a risiedere a Modena presso la “Domus Nostra”. Da qui ha in custodia la chiesa di quello che ormai è l’ex convento di Santa Croce di via Ganaceto, dove celebra la messa e confessa fino a che la salute glielo permette. Nel 2016, col Nulla Osta dell’arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Erio Castellucci, la suddetta chiesa è poi donata alla comunità ortodossa rumena che vive a Modena.
Padre Francesco è stato una guida spirituale saggia e competente per moltissime persone di diversa estrazione sociale, collaborativo con i centri diocesani che lo interpellavano, in particolare la Pastorale sanitaria. A volte presentava aspetti di durezza, ma sempre metteva a disposizione degli altri tempo, mente e cuore. Dopo aver trascorso una lunga esistenza, il 21 giugno padre Francesco lasciava la “sua” Domus di Modena per quella del cielo. I funerali sono stati celebrati nel parco del convento di Vignola mercoledì 23 giugno.