Di generazione in Generazione

Un’esperienza concreta per cambiare il mondo (dal basso)

 di Carolina Bianchini
animatrice Laudato Si’

 Le Nazioni Unite affermano che i prossimi dieci anni saranno una finestra cruciale per affrontare la crisi climatica e la connessa perdita di biodiversità, ed il successo dipenderà da sforzi globali coordinati ed azioni locali che affrontino entrambe le questioni in modo integrato.

In particolare, relativamente al riscaldamento globale, l’ultimo rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) afferma l’urgenza di contenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5 °C rispetto all’era preindustriale, e per farlo è necessario dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030, e azzerarle entro il 2050. La crisi climatica sta infatti provocando disastri naturali, degrado delle risorse del pianeta e perdita della biodiversità.

 I rifugiati climatici

Come evidenziato nell’enciclica Laudato Si’, si tratta di una crisi socio-ambientale, perché agli aspetti legati al clima occorre associare le ricadute sui più poveri, ed in particolare i rifugiati climatici. La Convenzione sui rifugiati di Ginevra (1951) non riconosce la figura del rifugiato climatico, tuttavia nel 2018 17,2 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case a causa di disastri provocati dai cambiamenti climatici come inondazioni, tempeste, cicloni, e siccità (Internal Displacement Monitoring Center, 2018). Sebbene la migrazione dovuta a questi eventi estremi si verifichi nella maggior parte all’interno del proprio paese di appartenenza e la crisi climatica non abbia, per ora, effetti rilevanti sui flussi migratori globali, nel futuro le avverse condizioni climatiche, i disastri naturali e le gravi siccità indotte dall’aumento della temperatura non potranno che portare a gravi tensioni e conflitti internazionali.
Il Vaticano recentemente si è pronunciato proprio sugli orientamenti pastorali verso gli sfollati climatici, mettendo ciascuno di noi di fronte a questa emergenza planetaria riguardo, per esempio, agli effetti moltiplicatori delle minacce. Ciò conferma con forza il concetto di ecologia integrale intesa come intima connessione tra diritti umani e diritti ambientali e come necessità di intervenire simultaneamente su entrambi gli aspetti, senza poter immaginare il rispetto dei diritti umani senza implicare un rapporto rispettoso dell’ambiente, degli ecosistemi e delle risorse naturali. È in quest’ottica che è quindi importante parlare di giustizia climatica e di transizione ecologica (ed energetica) integrale, intesa come questione etica mondiale che va al di là della crisi climatica, e che affonda le sue radici nella sfera dei diritti umani.

 Economia innovativa e generativa

È fondamentale agire adesso, senza aspettare che sia troppo tardi e prima di arrecare ulteriori danni permanenti ai nostri mari, oceani, ecosistemi, e agli esseri viventi che abitano il nostro pianeta. Per poter generare un cambiamento sistemico nella società è fondamentale anzitutto attuare un cambiamento del paradigma economico esistente, incentrato esclusivamente sulla generazione del profitto e sulla crescita economica, orientandosi verso un nuovo modello di economia incentrato sulla persona, sul valore sociale e sul rispetto dell’ambiente. È ormai obsoleta e riduzionista la concezione dell’uomo in quanto homo oeconomicus orientato esclusivamente alla massimizzazione del suo profitto: l’uomo è cercatore di senso, ed è alla ricerca di qualcosa che vada al di là dell’utilità economica. L’uomo vuole agire secondo il principio della generatività, producendo un valore economico che sia compatibile con la generazione di valore sociale, di bene collettivo, comunitario, che possa essere trasmesso alle future generazioni e che soprattutto non ne comprometta il futuro. Si deve adottare un pensiero economico innovativo, responsabile, orientato al prendersi cura l’uno dell’altro, del pianeta e delle preziose risorse naturali che esso ci offre.
È infatti proprio il concetto di generatività che evidenzia l’importanza di agire adesso e che mette in luce il carattere intra e intergenerazionale della crisi climatica. Il modo in cui agiamo senza tener conto degli effetti disastrosi sul pianeta e sulle persone, genera esternalità negative sia nello spazio che nel tempo. Nello spazio, perché siamo tutti profondamente connessi e le nostre azioni generano effetti e modificano la vita di ogni altro abitante del pianeta; e nel tempo, perché gli effetti negativi dell’inquinamento prodotto e dello sfruttamento incontrollato delle nostre terre e delle nostre risorse saranno maggiormente visibili (e gravi) nei prossimi anni, riversandosi sulle future generazioni che dovranno fare i conti con ciò che noi abbiamo causato oggi.

 Dal dire al fare

È in questo contesto che si inserisce la Generazione Laudato Si’, un programma del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima rivolto principalmente a giovani motivati a sensibilizzare ed informare la comunità sull’urgenza di intervenire oggi stesso, e sugli effetti disastrosi che derivano dal rimandare una concreta presa di posizione per la lotta al cambiamento climatico. Gli animatori Laudato Si’ sono persone formate attraverso un apposito programma coordinato in diverse parti del mondo che in questi anni ha raggiunto migliaia di persone, ognuna con il proprio percorso, ma accomunate dal profondo rispetto per la nostra casa comune, dalla scelta consapevole e quotidiana dell’ascolto del grido della terra e del grido dei poveri, ed infine dalla voglia di favorire un cambiamento concreto e profondo nella società nel suo complesso, affinché si prenda le sue responsabilità nella lotta al cambiamento climatico, e per i disastri ambientali ed umani che già ha iniziato a provocare. In questo contesto emerge come strumento innovativo da parte della Chiesa la Piattaforma di iniziative Laudato Si’, uno strumento concreto che aiuterà le istituzioni e tutti i gruppi presenti nella comunità ad attuare un reale processo di cambiamento, rappresentando una guida nel processo di conversione ecologica della società.
È infine importante ricordare che il cambiamento è un fenomeno che deve partire dal basso, dalla nostra quotidianità: è nelle scelte individuali di ogni giorno che affonda le radici il vero cambiamento. Uno strumento che possiamo proporre, fin d’ora, per ciascuno di voi che si sente chiamato a far sentire la propria voce, è la Petizione cattolica “Pianeta sano, persone sane” che vi invitiamo a firmare e divulgare (per maggiori informazioni sulla Petizione cattolica, visitate la pagina https://thecatholicpetition.org/it/home-it/) in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP15) di ottobre, durante la quale i leader mondiali possono fissare obiettivi significativi per proteggere il creato. E a novembre, alla 26esima Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP26), i paesi annunceranno i loro piani per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. In queste due importanti occasioni, firmando la petizione, possiamo dimostrare come il cambiamento può avvenire dal basso, a partire dall’impegno per stili di vita sostenibili e, insieme, con proposte che possano rendere migliore la nostra casa comune.

 Per informazioni sulla Piattaforma di iniziative Laudato Si’ segnaliamo il sito:
laudatosiactionplatform.org