Il Movimento dei Focolari crea luoghi di dialogo interreligioso in Emilia-Romagna. A Villa Verucchio scopriamo il “Mundialito”, una bella iniziativa nata dodici anni fa da un’intuizione di Giuseppe Malerba, allora assessore alle politiche sociali, e poi Rossella Bettini ci presenta “Il Cerchio dalla Libia a via Libia” di Bologna.

a cura di Barbara Bonfiglioli

 Il mondo è nel pallone

Due esperienze di comune umanità

 di Marco e Cristina Mirri
del Movimento dei Focolari di Imola

 Mundialito, festa dell’amicizia tra i popoli per un Mondo Unito

Giuseppe ci racconta che, durante il suo incarico, era rimasto colpito da diversi ragazzi immigrati, che passavano molto tempo nelle vie e nei bar della città.

Intuendo i primi segni di un evidente rischio di degrado del tessuto sociale, li ha personalmente avvicinati, proponendo loro un torneo di calcio tra squadre di diversa nazionalità, definendolo “Mundialito”. I pochi giovani coinvolti si sono mostrati interessati e collaborativi, anche perché sono rimasti colpiti da questo approccio: nessuno prima li aveva mai avvicinati. Da quella prima edizione, a cui hanno partecipato cinque squadre di diversa nazionalità, ne sono seguite altre, fino alle dodici squadre dell’ultima edizione del 2019. La manifestazione si è evoluta in un evento di due giornate, a cui è stato dato il nome di Festa dell’amicizia dei popoli per un Mondo Unito.
Alla giornata del sabato, in cui si svolgevano le partite al campo sportivo, con tanto di inni nazionali come a un vero Mondiale, seguiva una festa con musica, danze, stand gastronomici tipici delle varie nazioni, nella giornata della domenica. Il Torneo è caratterizzato da partite di calcetto, con la partecipazione di 12 squadre di diversi Paesi del mondo: Albania, Algeria, Argentina, Costa d’Avorio, Guinea, Italia, Macedonia, Marocco, Perù, Africa West Coast, Romania, Senegal.
La festa ha questo duplice significato: da un lato vuole essere il momento conclusivo di un percorso che ha visto coinvolte numerose famiglie italiane e straniere del territorio, dall’altro vuole essere considerata un appuntamento fisso, un nuovo modo di vivere la città, riappropriandosi del tessuto sociale per sentirsi protagonisti attivi del proprio territorio.
Oltre ai ragazzi che giocano nelle diverse squadre, sono impegnate anche le loro famiglie, perché allestiscono gli stand che identificano le varie nazionalità e distribuiscono gratuitamente piatti tipici alla cittadinanza. Inoltre vengono coinvolte varie istituzioni, come le scuole, con concorsi artistici in cui i bambini eseguono disegni, poesie e testi a tema sulla pace e l’uguaglianza. Nei momenti finali della festa si svolge la premiazione delle migliori opere realizzate. Infine vi è anche la partecipazione di associazioni di ballo e i diversi popoli si esibiscono anche attraverso questa forma di espressione.
Vi è stato anche il coinvolgimento della diocesi di Rimini e della Caritas territoriale, che si sono sensibilizzate a dare risposte alle situazioni più urgenti. Abbiamo notato un radicale cambiamento della cultura dell’accoglienza e del tessuto sociale, in quanto si è instaurata una grande rete di solidarietà fra culture diverse, per far fronte ai bisogni di ogni realtà. Confidiamo di poter ripartire con questa iniziativa nel 2022, dopo due anni di stop a causa della pandemia.

 Il Cerchio dalla Libia a via Libia

I primi contatti della comunità di Bologna del Movimento dei Focolari con l’Associazione “Il Cerchio dalla Libia a via Libia” sono iniziati nel 2017. L’anno successivo abbiamo collaborato anche noi alla preparazione dell’Iftar, la cena serale che rompe il digiuno, durante il mese di Ramadan. Poi il Campus promosso dai “Giovani per un mondo unito”, nel luglio 2019, ci ha permesso di stringere di più i rapporti. I ragazzi si sono dati appuntamento in due quartieri periferici di Bologna, per impegnarsi in attività concrete a favore della città e in incontri sul tema della legalità. In uno di questi quartieri, dove ha sede “Il Cerchio”, sotto le arcate di un ponte in via Libia, un gruppo di giovani italiani, insieme ai migranti, si è dedicato alla riqualificazione dei locali.
Successivamente la nostra frequentazione del “Cerchio” si è fatta più assidua: con una cadenza settimanale, prepariamo e condividiamo la cena con i volontari e i ragazzi africani presenti. Cuciniamo il cibo che l’Associazione raccoglie attraverso una colletta alimentare, oppure portiamo pietanze già pronte o da cuocere. Se gli alimenti raccolti sono in eccedenza, vengono condivisi con altre associazioni. Nel periodo di lockdown, in cui siamo stati costretti a interrompere il nostro servizio, uno dei nostri giovani si è messo a disposizione per distribuire alimenti a famiglie bisognose del quartiere. 
Quando il 26 settembre 2020 è stata inaugurata la sede dell’associazione, ora completamente a norma, abbiamo collaborato alla preparazione dell’evento, a cui sono intervenuti l’Assessore alla Cultura e alla promozione della città e il Cardinale Matteo Zuppi, che ha dato la sua benedizione. Maria Loreta (per tutti Eta), iniziatrice dell’Associazione il Cerchio, è una donna volitiva, fuori dai canoni usuali, con un cuore grande quanto la realtà difficile dei giovani che accoglie e cerca di inserire legalmente in una società che fatica a capire ciò che si vive fuori dai confini dell’Europa.
Possiamo testimoniare che lo slogan dell’associazione, “C’è una sola identità: la comune umanità”, viene messo in pratica proprio nell’accoglienza dei giovani migranti. Infatti non ricevono solo cibo, ma anche occasioni di scambio e di aiuto, in un ambiente sereno. I giovani sono supportati con la scuola di italiano e nel disbrigo delle pratiche amministrative che permettano loro di raggiungere un’autonomia lavorativa ed economica. Il “Cerchio” dà un contributo alla pace e alla fratellanza, proprio nel prendersi cura concretamente dell’integrazione e dell’autonomia dei migranti, nelle attività che vi si svolgono e nel ritrovarsi ogni sera intorno al tavolo per consumare la cena, tutti insieme, come in famiglia, in un clima di amicizia e di dialogo.