Ricordando padre Aurelio Rossi

 Leguigno, 31 maggio 1923

† Reggio Emilia, 16 aprile 2021

 

 

 

Il burattinaio uscì a seminare

Era nato a Leguigno di Casina (RE) il 31/5/1923, figlio di Livio Rossi e di Pierina Ghirelli, coniugi profondamente cristiani. Primogenito di una famiglia di nove figli, viene battezzato con il nome di Giuseppe.

Il contesto sociale in cui vive la sua infanzia e prima adolescenza è particolarmente religioso, basti dire che in una parrocchia i cui abitanti oscillavano nell’arco di un secolo tra gli 800 e 900 vi sono germogliate 11 vocazioni sacerdotali, 6 frati cappuccini, 2 dehoniani e un camilliano, oltre a 5 suore di diverse congregazioni. La stragrande maggioranza della popolazione era composta da piccoli proprietari che coltivavano il loro fondo e allevavano alcuni capi di bestiame per la necessità della famiglia e la produzione di un po’ di formaggio.
Nel 1935, dopo avere frequentato le scuole elementari al suo paese, il giovane Giuseppe entra nel Seminario Serafico di San Martino in Rio e poi di Scandiano, e infine al prenoviziato di Modena. Nel 1941, nel nostro convento di Fidenza, fu ammesso al noviziato con il nome di fra Aurelio da Leguigno; nel 1942 farà la professione temporanea e nel 1945 a Reggio Emilia emette la professione perpetua. Il 2 aprile del 1949 nella nostra chiesa di Reggio Emilia, sommariamente restaurata dai bombardamenti del 1944, viene ordinato sacerdote. 

Incarichi pastorali

Dal 1949 al 1950 è sacrista a Fidenza; dal 1950 al 1958 è a San Martino in Rio come predicatore. In questo periodo dai migliori predicatori della Provincia, imparerà la tecnica del “contraddittorio” o del “dialogo”, così tanto utilizzata nelle missioni parrocchiali e apprezzatissima dai fedeli. Gli viene affidato anche l’incarico dei salvadanai, iniziativa creata anni prima da padre Fedele da Castagneto. Questi salvadanai erano collocati negli uffici postali, nelle farmacie, nei negozi e dove c’erano, nelle banche a sostegno delle missioni. Si trattava dunque di intrattenere i rapporti con i gestori delle varie attività e di svuotare i salvadanai con una certa regolarità, di solito semestrale. Anche questi incontri si trasformarono per padre Aurelio in un momento di evangelizzazione.
Dal 1958 al 1970 è stato Delegato per le vocazioni, compito che con il suo entusiasmo svolse con efficacia, portando nei nostri seminari serafici di San Martino e di Scandiano decine di ragazzi di cui diversi sono diventati frati e sacerdoti. Dal 1973 al 1987 è stato Segretario Provinciale per le Missioni. Diede impulso al Centro Missionario di San Martino in Rio, visitò più volte le nostre missioni di Turchia e Centrafrica, si attivò per moltiplicare le iniziative allo scopo di fare conoscere la nostra attività missionaria e sostenere economicamente le varie opere in costruzione: chiese, dispensari, scuole, pozzi, ecc. .
Dal 1970 al 2001 è stato responsabile e direttore del Museo Missionario e Artistico di Reggio Emilia. A lui, con l’aiuto della signora Valda Mussini, si deve una prima sistemazione di questo museo e un notevole arricchimento di pezzi pregevoli, raccolti da vari conventi e da chiese disperse sul territorio. Dal 1988 al 2000 si è dedicato alle missioni al popolo, soprattutto come animatore di centri di ascolto. Dal 2000 al 2019 è stato collaboratore delle missioni. Seppure trasferito in sedi diverse (San Martino in Rio, Reggio Emilia, Pontremoli e di nuovo San Martino), ha continuato a portare avanti l’Opera dei salvadanai a favore delle missioni e durante l’estate a organizzare qualche bancherella missionaria, oltre ad essere sempre disponibile per qualsiasi servizio pastorale ove richiesto.
Ha vissuto gli ultimi due anni della sua vita nella infermeria di Reggio Emilia, in compagnia di suo fratello sacerdote don Gianfranco, in un clima di serenità gioiosa. Si è spento il 16 aprile presso l’Arcispedale Santa Maria di Reggio Emilia, dove era stato ricoverato da pochi giorni. 

Tratti caratteristici della sua personalità

Aveva un carattere positivo, gioioso, sempre disponibile. Amava l’evangelizzazione in tutte le sue forme e utilizzando tutti gli strumenti e i metodi possibili. Aveva fatto sua la frase di San Paolo a Timoteo: «Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina» (2 Tim 4,2). La sua predicazione era semplice, diretta, ricca di esempi e di aneddoti. In confessionale era accogliente, buono, misericordioso; per diversi anni si è recato per un periodo di quindici giorni o più a confessare a Loreto e a San Giovanni Rotondo.
Era un burattinaio bravo, estroso, ricco di fantasia. Per mezzo del suo carattere affabile, attraverso la predicazione in tante parrocchie e i salvadanai in quasi tutti i luoghi commerciali, le giornate missionarie e i mercatini missionari, ha fatto conoscere le nostre missioni un po’ in tutta l’Emilia e in Lunigiana.
Con il suo carattere gioioso, le sue capacità di burattinaio, la sua arte nel sapere coinvolgere le persone, nelle mostre e nei mercatini missionari, ha avuto molte occasioni per avvicinare tanti ragazzi e portarli ai nostri seminari serafici.
Padre Aurelio ha investito davvero bene i suoi molti talenti per il Regno di Dio.

Lorenzo Volpe

I funerali, presieduti dal ministro provinciale fr. Lorenzo Motti, si sono svolti martedì 20 aprile alle ore 10 presso la nostra chiesa di Reggio Emilia, con bella partecipazione di confratelli e sacerdoti diocesani. Nel pomeriggio alle ore 15 si è svolta un’altra messa funebre al paese natale di Leguigno: i compaesani hanno partecipato numerosi, accompagnando il feretro al cimitero.