FOTO CHE PARLANO
di Annalisa Vandelli
fotoreporter
Giù da sera
Il cielo ha le sue vene per dire connessione
e arterie a conduzione di legami in sospensione.
Si pettina col vento, dice grazie con intero firmamento.
E noi chiamiamo acero quell’albero di sangue,
chiamiamo cielo anche ciò che non abbiamo
basta un accento a ricordare quello che non siamo.
Cana
Il cerchio si appoggia su spazi squadrati
e l’acino a grappoli si arrende alla mano.
C’è un cielo da cogliere, eppur ci fermiamo:
alla bocca, alla pancia, al passire e al patire.
Passiamo così dall’autunno all’inverno,
facciamo provvista di lobi di cielo,
perché ci consoli dal freddo terreno
l’accenno di quello per cui siamo al mondo
e il frutto di festa che al mondo ridà.
Cappelletta
Il trapassato è presente futuro
e il cielo si popola così come in terra
tra Santi e Madonne in una cappella.