Dal 7 all’11 settembre scorso i cappuccini dell’Emilia-Romagna si sono riuniti in Capitolo, per verificare il cammino fatto e mettere a punto quello ancora da fare ed affidarlo a un nuovo Custode, il Ministro provinciale, e a quattro consiglieri, che lo aiuteranno nel triennio. Anche il Segretario delle missioni ha presentato la sua relazione che pubblichiamo, per condividere con i lettori il lavoro fatto e coinvolgerli in quello che ci attende nei prossimi anni.
a cura di Saverio Orselli
Per bene nel cuore
Scaletta missionaria di un triennio vissuto intensamente
di Matteo Ghisini
segretario delle missioni
Nel presentare l’attività della pastorale missionaria, seguiremo la distinzione ormai classica in Italia contenuta nel Vademecum del centro missionario diocesano (Emi 2012), in cui l’agire del centro missionario si distingue in tre ambiti: animazione, formazione, cooperazione.
Animazione
Le nostre iniziative di animazione missionaria hanno una consolidata esperienza. Mi riferisco soprattutto ai campi in missione in Romania, Georgia, Turchia, Etiopia. 11 i campi svolti: quattro in Etiopia (2017-18-19-20), due in Romania (2018-19), uno in Georgia, tre a Imola (2018-19-20) e uno in Turchia (2019). Esperienze ben partecipate e che sono normalmente molto significative per la vita dei giovani che vi partecipano. Sono preparate in genere da quattro incontri e seguite da un paio di appuntamenti.
Anche le giornate missionarie si sono svolte regolarmente una volta l’anno in ogni convento. In più c’è stata la bella realtà dei Week-end missionari (tre o quattro all’anno), che hanno coinvolto i giovani del luogo, invitando altri giovani che hanno già fatto varie esperienze in missione con noi e che portano la loro testimonianza, dal sabato pomeriggio alla domenica pomeriggio. Bella anche la proposta del “campo in uscita”, un week-end lungo legato all’esperienza del campo di lavoro di Imola, dove si fa raccolta di materiale e vendita pro-missioni. Negli ultimi tre anni il “campo in uscita” si è svolto a Cesena, Sassocorvaro e Bologna.
A San Martino in Rio abbiamo portato avanti tutti i martedì sera la proposta missionaria (dal 15 settembre al 15 luglio), con un calendario fatto a inizio di ogni anno, nel quale sono previste la celebrazione delle messe, gli incontri formativi ed eventi vari.
Formazione
Una delle scelte fatte è stata quella di stabilire una linea formativa comune ai due centri missionari di Imola e San Martino in Rio, per quanto riguarda la tematica da affrontare in questi anni: ciò ha aiutato i due centri a convergere sullo stesso obiettivo. Abbiamo deciso di prendere Evangelii gaudium come testo di riferimento. Nell’anno 2017-2018 abbiamo lavorato sugli stimoli che il convegno missionario “Quale vangelo dalle nostre missioni?” del 2016 ci aveva offerto. Nel 2018-2019 siamo partiti con il tema “La gioia del vangelo”, sottolineando alcune tematiche forti dell’enciclica: l’inclusione dei poveri, il dialogo e il bene comune, la trasformazione missionaria della chiesa. Nel 2019-2020 “Quale centro missionario?”: alla luce degli spunti e riflessioni precedenti ci siamo chiesti quale è l’identità e la vocazione di un centro missionario, cercando di farla emergere dal vissuto (esperienza dei volontari) e dalle istanze che vengono dalla Chiesa universale (cfr. Vademecum del centro missionario diocesano, Emi 2012).
Gli incontri formativi erano a cadenza mensile e a Imola hanno visto la partecipazione di una trentina di volontari, che sono quelli che portano avanti il mercatino (l’età è dai 65 anni). A San Martino in Rio gli incontri il primo anno sono stati partecipati da un numero nutrito di persone, tanto che si arrivava anche a 60/70, poi c’è stato un calo: nell’ultimo anno ci si è assestati sulla quindicina di persone, molto interessate all’animazione missionaria e impegnate nel volontariato.
Anche il Campo di lavoro e formazione missionaria a Imola è stata una bella occasione di lavoro e formazione missionaria. La buona riuscita è stata confermata anche dal coinvolgimento di tutta la fraternità di Imola, dalla partecipazione di alcune religiose del Verbo Incarnato, di altri frati e di numerosi giovani. La proposta nel suo complesso è ben fatta e molto efficace. L’ultima edizione, avvenuta con le restrizioni causa Covid, è stata ripensata in termini di tempi e luoghi, riscontrando apprezzamento.
Abbiamo cercato di coinvolgere un gruppo di giovani in alcuni eventi formativi (Week&Dream a Imola) e l’esperienza è stata fruttuosa e crediamo si debba insistere su questo stile.
Significativo nel triennio è stato il coinvolgimento missionario di due gruppi provenienti dalle nostre parrocchie di Faenza e Bologna. Il gruppo di Faenza, denominatosi “For Africa”, è formato da 13 persone dai 21 ai 26 anni; per due anni si sono preparati all’esperienza missionaria in Etiopia, e tuttora stanno facendo un cammino formativo per continuare un percorso personale e di gruppo. A Bologna un altro gruppo di giovani - una quindicina di persone tra i 17 e i 18 anni - guidato dai loro educatori, è stato pian piano inserito nel campo di lavoro di Imola. Quest’anno avrebbero dovuto fare il campo missionario in Romania, purtroppo annullato a causa della pandemia.
Importante anche la presenza a Imola del gruppo giovani “Prendi il largo”, guidati da fr. Nicola e fr. Felice, che settimanalmente si è ritrovato per pregare, meditare sulla Parola di Dio nell’ottica di prendere il largo nella vita come discepoli missionari di Gesù. Diversi di loro hanno partecipato ai campi in missione: ora stanno preparandosi per una esperienza missionaria di gruppo in India.
Sempre nell’ambito formativo c’è il Percorso regionale per i direttori dei centri missionari e le loro equipe. Come segretario - a volte insieme a Patty e Michela - ho partecipato al percorso proposto da Missio Emilia-Romagna, che è stato di 4/5 incontri all’anno. È l’occasione per stare dentro un cammino ecclesiale più ampio. Questo ha portato anche a iniziative comuni per i giovani che partono per la missione.
Cooperazione
La nostra cooperazione ad gentes nel triennio si è svolta in Turchia, Centrafrica-Ciad, Etiopia, Romania, Georgia (fino al settembre 2019) e Cina. I Cappuccini missionari coinvolti sono stati:
Renzo Mancini, Raffaello Del Debole, Gabriele Bonvicini e Maurizio Gentilini in Etiopia; Domenico Bertogli, Hanri Leylek, Ezio Venturini (fra Michele Papi e fra Paolo Raffaele Pugliese sono rientrati durante il triennio) in Turchia; Antonio Triani, Antonino Serventini in Centrafrica-Ciad; Filippo Aliani (rientrato nel settembre 2019 dalla Georgia) e Giuseppe Lì in Cina.
È importante continuare a investire energie perché a fianco dei missionari ci sia la presenza di collaboratori laici. Questo non potrà che rendere più ricca la comune testimonianza di fede ed essere un segno importante per le comunità cristiane nelle quali lavorano i nostri missionari. Nel triennio i laici che hanno operato in particolare nelle nostre missioni in Etiopia sono il dottor Stefano Cenerini (presenza stabile da 4 anni a Baccio), il dentista dott. Massimo Greisberger (dal 2015 ha creato un contatto con Gassa e Duga, con la presenza in missione in tre momenti diversi con suoi collaboratori), Franca Mirabito (a Gassa per 6 mesi). Inoltre segnaliamo la presenza di Elmo Nasi, un volontario che da circa 10 anni organizza un campo missionario in Dawro.
Uno scambio fruttuoso
In questo triennio abbiamo avuto un calo dei missionari presenti in missione: tre di loro sono rientrati in Provincia. Inoltre c’è una missione in meno (Georgia). Questo indebolisce la percezione dell’importanza del nostro essere missionario ad gentes e pone domande sul futuro per l’animazione missionaria della nostra Provincia: riusciamo a inviare altri frati ad gentes, nonostante la carenza di personale in Italia?
L’attuale processo di scambio e collaborazione interprovinciale che è nato negli ultimi anni prevede uno scambio sia in termini economici che in termini di personale. Al proposito, ricordo che nel capitolo di Fognano nel 2014, venne approvata la seguente mozione: “Piace al Capitolo che l’azione del Ministro provinciale e del suo Consiglio favorisca la collaborazione con altre Circoscrizioni dell’Ordine al fine di promuovere l’esperienza di fraternità internazionali e anche l’assistenza spirituale agli immigrati presenti nella nostra regione?”. Si tratta di un’opportunità che ci dà la possibilità di immaginarci in futuro, di sognare una provincia italiana aperta, interculturale, ricca della ricchezza che i fratelli provenienti da altri contesti socio-culturali ci portano (tradizione evangelica, liturgica, pastorale, culturale eccetera). Sono veramente loro il vangelo che ci arriva dalle nostre missioni. Interessante è vedere anche lo stesso fenomeno a livello di chiesa italiana e di Emilia-Romagna: i sacerdoti stranieri in Italia sono 1.544 (di cui 744 studenti e 800 in servizio pastorale). Nelle diocesi dell’Emilia-Romagna ci sono 22 sacerdoti stranieri studenti e 106 sacerdoti stranieri in servizio pastorale. I sacerdoti fidei donum italiani all’estero sono attualmente 388. Questi dati sono stati pubblicati da Noticum 2/2020, 17-21 e sono aggiornati al 3/12/2019.
Nel prossimo futuro sarebbe bello riuscire ad avere in ogni fraternità un frate missionario straniero: sarebbe un processo che spinge la fraternità locale tutta ad aprirsi allo straniero, a leggere la sua presenza come un segno dei tempi che lo Spirito indica nell’oggi storico, e guardarlo non come un problema ma come un’opportunità arricchente. Questo richiede da parte della Provincia una maggiore presa di coscienza su questo ambito, crediamo, sempre più importante a livello mondiale.
Gruppi missionari e collaborazioni nuove
Il Tè della pace nello Spirito di Assisi è una iniziativa che è partita dal centro missionario di Imola e che è cresciuta negli ultimi anni, creando ponti con cristiani di altre confessioni (ortodossi e protestanti) e con le comunità locali mussulmane. In questi incontri si cerca di vivere insieme sia un momento conviviale che formativo e conoscitivo. C’è anche un momento di preghiera che viene fatto simultaneamente in Chiesa (cristiani) e in una sala (musulmani).
Ci sono inoltre alcuni gruppi missionari che, presso i nostri conventi o presso altre sedi, assicurano un apporto costante alla sensibilizzazione missionaria e un sostegno economico significativo. Ne cito solo alcuni:
I gruppi missionari di Imola e San Martino in Rio, impegnati con costanza a sostegno delle molteplici iniziative dei nostri centri missionari; il “Gruppo Etiopia Cesena” che si adopera alacremente per il sostegno economico di vari progetti nella missione del Dawro Konta; l’Ordine Francescano Secolare di Ravenna che con i mercatini ed altre iniziative dà un notevole contributo.
Da diversi anni esiste una collaborazione con la Facoltà di Scienze della formazione di Reggio Emilia per i campi in Romania, che vengono riconosciuti esperienze valide per il tirocinio che gli studenti devono fare nel loro corso di studi. Si è aperta inoltre in questo triennio la collaborazione tra noi e la facoltà di Antropologia culturale di Bologna per l’Etiopia: propongono agli studenti del primo e secondo ciclo l’esperienza del nostro campo in missione valido come tirocinio. Inoltre abbiamo coinvolto alcuni professori di antropologia affinché ci aiutino a riflettere in modo rinnovato sulla nostra animazione missionaria.
Rinnovamento dei progetti e nuovo assetto giuridico-fiscale-economico
In questo triennio abbiamo rivisto, aggiornandoli e semplificandoli, tutti i progetti che da anni sosteniamo e che proponiamo ai benefattori, dividendoli in cinque ambiti anziché in sette. In particolare - per quanto riguarda il Dawro, in Etiopia - abbiamo cambiato la gestione dei progetti che riguardano la scuola, la sanità e le pecore. Buona la novità di inserire progetti speciali, tra cui anche il sostegno a rifugiati/sfollati in Turchia, nella Repubblica Centrafricana, ad Aleppo e in sostegno alla comunità di Efeso.
La riforma del terzo settore in Italia spinge l’ambito del no-profit a un rinnovamento. Tra le strade suggerite, abbiamo scelto di percorrere quella della ODV (Organizzazione Di Volontariato). Si tratta di una veste giuridica assolutamente vantaggiosa per un mercatino tipo il nostro, in quanto lo de-commercializza in modo pieno, riconoscendolo pienamente nell’attività non profit, che è la nostra mission. Consente inoltre di avere delle facilitazioni per la raccolta fondi: deducibilità delle offerte e può percepire il 5x1000.
Nell’agosto 2019 abbiamo avuto il riconoscimento della ODV “Nel cuore la missione ODV” che ha sede a San Martino in Rio e che dal primo gennaio 2020 ha preso in mano a tutti gli effetti il mercatino di San Martino. Nel mese di luglio 2020 è nata “Missione per bene ODV” a Imola, a cui sarà affidato il mercatino di Imola.