“Mediterraneo frontiera di pace”: dal 19 al 23 febbraio nella città di Bari sono stati ospitati 60 tra vescovi, cardinali e patriarchi cattolici orientali provenienti da 20 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per l’incontro che si è concluso domenica 23 con la celebrazione eucaristica presieduta da papa Francesco alla presenza di ben quarantamila fedeli.

a cura di Barbara  Bonfiglioli 

Il mare di mezzo

Le chiese, sorelle diverse, in dialogo 

di Antonio Calisi
diacono dell’eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi e insegnante di religione al Liceo Classico Statale “Socrate” di Bari

 Mediterraneo cimitero non sia

«L’incontro darà massimo spazio al dialogo e all’ascolto», con queste parole il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, ha introdotto l’incontro di Bari durante la conferenza stampa di presentazione, con l’arcivescovo della città mons. Francesco Cacucci, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il sindaco di Bari Antonio Decaro.

Mons. Russo ha sottolineato l’importanza dell’evento dal punto di vista mediatico e politico: «Già il fatto di fare un incontro così, credo abbia significato non soltanto per la Chiesa ma per tutta la società. Proprio il fatto che si metta al centro la pace, un tema che ha un interesse universale. Inoltre - ha specificato - questo incontro pone al centro l’ascolto e da questo può nascere l’idea di fare qualcosa con cadenza periodica o, comunque, di proseguirne il cammino. Non possiamo saperlo adesso, ma speriamo possa esserci una continuità».
Papa Francesco vede in queste giornate «il prosieguo di un cammino fatto all’interno del dialogo tra le Chiese e che speriamo prosegua». Mons. Cacucci ha ricordato l’allora primo cittadino di Firenze, Giorgio La Pira, che «descrisse il Mediterraneo come un grande lago di Tiberiade», luogo di origine delle civiltà ma anche teatro di incontri: «Credo che il più grande messaggio che questo incontro possa dare sia quello dell’ascoltarsi. Non dobbiamo suggerire cosa dire ai vescovi ma ascoltarli. D’altronde il grande tema della pace attraversa la storia della salvezza. Shalom indica non solo l’assenza di guerra ma anche una sorta di armonia. Questo mare di pace e di armonia oggi rischia di essere talvolta un cimitero. Questo aiuta a comprendere perché questo incontro sia ancora una volta un annuncio dello shalom del Signore».

 Ascoltare i vescovi

Nel momento introduttivo del 19 febbraio il presidente della Cei, card. Bassetti, ha sottolineato che nel Mediterraneo «ci sono chiese perseguitate, piccole, che rischiano di scomparire, come la chiesa caldea». Proprio su questo problema il patriarca Sako ha sottolineato che «se scompaiono le radici caldee della Chiesa che risalgono ad Abramo, patirà anche l’albero che si è impiantato in Occidente». Ecco perché è importante il confronto. Chiese piccole, chiese perseguitate, chiese con pochissimi credenti, come le chiese della Libia, della Tunisia o dell’Egitto. Sarà molto importante sentire anche la voce di tutte le chiese che hanno vissuto le guerre dei Balcani. Infine le nostre chiese, in Italia e in Francia, con i problemi di secolarizzazione».
«Metteremo insieme le nostre difficoltà - ha detto Bassetti in un’intervista rilasciata a Tv2000 - non per fare delle lamentele perché il Papa ha già detto che “le lamentele non servono a nulla”, ma per avanzare delle proposte. Il Santo Padre ci ha dato un compito difficile ma è quello giusto».>
I colloqui di giovedì 20 e venerdì 21 sono stati destinati a tavoli di discussione tra i vescovi su due argomenti: “Consegnare la fede alle generazioni future” e “Rapporto tra Chiesa e società: mobilità, cittadinanza, libertà religiosa, inequità”, senza interventi preparati. L’incontro è stato di fatto un Sinodo su argomenti prioritari del Mediterraneo: non ha avuto i connotati di una conferenza, ma di un vero e proprio dibattito con uno stile ecclesiale di ascolto e di dialogo concreto.

 Bari: la capitale dell’unità

Domenica 23 febbraio il Papa è stato accolto da mons. Cacucci. Subito dopo si è recato nella Basilica di San Nicola, dove ha concluso i lavori dell’incontro dei vescovi. Dopo l’introduzione del Presidente della conferenza episcopale italiana, papa Francesco ha pronunciato il suo discorso. Molto significativa è stata l’affermazione: «Credo che potremmo chiamare Bari la capitale dell’unità, dell’unità della Chiesa». Altrettanto importante il passaggio nel discorso del Papa ai vescovi sulla vocazione della Chiesa di Bari: «Trovo significativa la scelta di tenere questo incontro nella città di Bari, così importante per i legami che intrattiene con il Medio Oriente come con il continente africano, segno eloquente di quanto radicate siano le relazioni tra popoli e tradizioni diverse. La diocesi di Bari da sempre tiene vivo il dialogo ecumenico e interreligioso, adoperandosi instancabilmente a stabilire legami di reciproca stima e di fratellanza. Non è un caso se proprio qui, un anno e mezzo fa ho scelto di incontrare i responsabili delle comunità cristiane del Medio Oriente, per un importante momento di confronto e comunione, che aiutasse Chiese sorelle a camminare insieme e sentirsi più vicine».
Il confronto fra i vescovi e patriarchi presenti a Bari è stato fondato sulla base di specifiche questioni di fraternità e di pace, concetti che sono confluiti nel documento finale consegnato a papa Francesco. In seguito il Pontefice si è recato in Piazza Libertà dove ha celebrato la messa e recitato l’Angelus. Nell’omelia il Papa ha parlato dell’urgenza per i cristiani di perdonare, imitando in questo modo quello che Gesù ha fatto: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano. È la novità cristiana. È la differenza cristiana. Pregare e amare: ecco quello che dobbiamo fare; e non solo verso chi ci vuol bene, non solo verso gli amici, non solo verso il nostro popolo. Perché l’amore di Gesù non conosce confini e barriere. Il Signore ci chiede il coraggio di un amore senza calcoli. Perché la misura di Gesù è l’amore senza misura. Quante volte abbiamo trascurato le sue richieste, comportandoci come tutti! Eppure il comando dell’amore non è una semplice provocazione, sta al cuore del vangelo. Sull’amore verso tutti non accettiamo scuse, non predichiamo comode prudenze. Il Signore non è stato prudente, non è sceso a compromessi, ci ha chiesto l’estremismo della carità. È l’unico estremismo cristiano lecito: l’estremismo dell’amore».
E l’amore è quel ponte che permette di superare i confini ed abbattere i muri.
Per maggiori informazioni sull’evento si può consultare il sito: www.mediterraneodipace.it.

 

 

Dell’Autore segnaliamo:
Paolo Apostolo di Cristo,
Infinity Books, 2018