Tutti per uno, uno per tutti

Nella comunità di Cesena, l’esperimento di rinnovare il valore della fraternità

a cura della Fraternità di Cesena

Uno dei forti desideri dei cappuccini dell’Emilia-Romagna, emerso in occasione del capitolo provinciale tenutosi nel 2011, è quello di riportare le nostre fraternità a vivere secondo l’ideale che il nostro fondatore ci ha trasmesso.

È nato così un progetto che vede ora i frati impegnati nel recupero delle proprie specificità, come la centralità della Parola di Dio, la qualità della vita fraterna e l’attenzione alla liturgia. La prima decisione in tal senso è stata quella di ridimensionare le nostre presenze con la chiusura di alcuni luoghi per avere più forze disponibili da impiegare in conventi ritenuti più significativi e per poter realizzare il progetto.

Image 186 Progetta…

Se la realtà della riorganizzazione vale per tutti, quindi per ogni frate e per ogni convento, i superiori provinciali hanno proposto di rendere concreto il desiderio a partire da due fraternità, che lavorassero in modo particolare. Una di queste fraternità è la nostra di Cesena, l’altra è quella di Castel San Pietro Terme. È stato proposto alle due fraternità di vivere una breve esperienza presso un convento a Palestrina, una località vicino a Roma, dove un gruppo di frati minori dell’Osservanza, guidati dal loro ex ministro generale, stanno già da anni collaudando questo modo di vivere. L’esperienza, nell’insieme, è stata positiva e ne abbiamo tratto dei suggerimenti che cercheremo di realizzare anche nelle nostre case.

La nostra fraternità è composta da cinque frati, tre sacerdoti e due fratelli: Maurizio, Francesco, Antonio, Michele e Youhan. Da poco più di un mese si è aggiunto Roberto, in discernimento vocazionale (speriamo ne arrivino altri!).

Chi osa…

Essendo la priorità assoluta del progetto, oltre alla centralità della Parola e dell’Eucarestia da cui tutto nasce e a cui tutto torna, la buona qualità della vita fraterna, abbiamo scelto, come da mozione capitolare, lo spazio di una giornata, il lunedì, da dedicare interamente alla fraternità: un tempo nel quale confrontarci con calma, nel dialogo e nella preghiera. Un’altra scelta è stata quella di organizzare in proprio le varie attività cercando di non coinvolgere personale dipendente, così da interagire fra di noi: la gestione ordinaria della casa e della chiesa - cucina, pulizie, lavaggio e riordino della biancheria, fiori… - ci vedono costantemente fianco a fianco. Anche le attività di cura dello spazio verde esterno, con piante di vario tipo, alcune da frutto, vigna e ulivi che quest’anno hanno prodotto un buon vino ed un ottimo olio, ci trova coinvolti. Taglio dell’erba e della legna, orto, annaffiature, potature… tutto diventa occasione per fare fraternità.

Il convento è stato in tempi non molto lontani sede del noviziato. Ora la struttura, debitamente ristrutturata, è stata messa a disposizione per l’accoglienza di gruppi in autogestione che vengono qui nei fine settimana o anche per periodi più lunghi per fare i loro ritiri. A loro, oltre al luogo, offriamo la nostra disponibilità per eventuali incontri e per la condivisione dei tempi di preghiera comunitaria: lodi, ufficio delle letture, messa e vespri. Questi sono i tempi della preghiera che scandiscono la nostra giornata e che attraverso una particolare attenzione stiamo cercando di curare nel migliore dei modi. Non manca l’assistenza a gruppi che si sono consolidati attorno alla nostra fraternità come l’Ordine francescano secolare che qui ha la sua sede per gli incontri locali e regionali, gli adulti scout (MASCI), il gruppo di aiuto alle missioni, denominato gruppo “Etiopia”, il gruppo di preghiera di padre Guglielmo e altri. Siamo attenti anche alle richieste che ci vengono fatte dalle parrocchie o altre realtà religiose. Questo però sempre in sintonia con la vita fraterna che non deve venire meno a motivo degli impegni e purché gli impegni non siano solo l’espressione dei singoli ma di tutta la fraternità. Se dovessimo

Image 191Sognare

Che cosa dire, come valutare ciò che stiamo vivendo? Niente di nuovo sotto il sole, direbbe Qoelet: quando parlo della nostra esperienza con i visitatori-frequentatori del nostro convento e ne parlo come di una “esperienza particolare” o “nuova esperienza” vengo benevolmente ripreso dai miei confratelli. Per loro, ed effettivamente anche per me, non è una esperienza lontana dalla nostra vita, ma il recupero di ciò che ci è proprio. Non vivevano forse così i nostri vecchi frati? Non è forse stato il sogno di qualcuno (o di diversi) di costituire “luoghetti” dove si potesse vivere l’ideale francescano della fraternità nella semplicità e nella carità vicendevole? Proprio in questi ultimi tempi di uno di questi frati si è chiuso il processo diocesano in vista della beatificazione!

Niente di nuovo sotto il sole, direbbe Qoelet, e lo diciamo anche noi, che cerchiamo solo di “vivere da frati”. Sarà possibile?

Vorremmo dire di sì ma, più saggiamente, come diceva una vecchia canzone, diciamo anche noi: lo scopriremo… vivendo.