FOTO CHE PARLANO

 di Annalisa Vandelli
fotoreporter

 

Ho trovato il pensatore di Rodin in Africa,
con quella sua faccia tonda, il cui pensiero
gira al ritmo di una macchina da cucire.
Secondo Rodin doveva essere Dante davanti
alle porte dell’inferno, a immaginare il mondo
dell’al di là. Secondo me è un uomo in
carcere davanti all’inferno dei suoi demoni,
nell’al di qua. C’è un posto preparato per noi,
una ruota fatta a forma di testa che gira nel
mistero di entusiasmi e cadute, trascinando
altri e altro per trovare nell’inferno ciò che
inferno non è, come Calvino suggeriva.

                                                Etiopia, 2016

Nel caos che confonde uomini e cose, brillano
due oggetti: un cd-rom e un orecchino.
Oggetti futili in tanta utilità, com’è il lavoro.
Futili rispetto ai vestiti appesi e al farsi dei
tessuti, eppure brillano come a promemoria
dell’arte e della bellezza.
Non c’è un lettore cd in galera, non una
donna ad apprezzare il vezzo dell’uomo
con cappello e orecchino. Sono condannati
a costruire trame su musiche a memoria e
dolcezze da non dimenticare.

                                                Etiopia, 2016

Perché il nostro corpo finisce con cinque
rametti per ben quattro estremità?
Con le dita ci facciamo sottili per entrare e
stringere, per uno scrutare di polpastrelli e
affinare la potenza del braccio in un lavoro
di spatola o morsa e spartiti di corde che fan
rima col cuore. E il cuore dà il ritmo al concerto
del telaio e di altre mani, che incontrano
mani in sconcerto di prigione.

                                                Etiopia, 2016