Fr. GIOVANNI PERAZZINI

 San Martino dei Mulini (Santarcangelo di Romagna), 30 marzo 1928
† Reggio Emilia, 3 febbraio 2020

 In punta di piedi
Sacrista e accolito a Cento, Porretta, Rimini e Cesenatico

 Pietro – questo il nome di battesimo - rimase in famiglia fino a quando, già ventiseienne, chiese di entrare tra i Cappuccini, fra i quali numerosi erano quelli originari del territorio attorno a Santarcangelo di Romagna.

A Cesena trascorse il probandato, finché il 10 febbraio 1955 fu ammesso al noviziato con il nome di fr. Giovanni da Santarcangelo. Trascorso il duro periodo del noviziato, emise la professione semplice l’11 febbraio dell’anno seguente, nella festa delle apparizioni dell’Immacolata Vergine Maria a Lourdes.
A Cesena rimase due anni, per poi essere destinato al convento di Cento (1958). In questa terra, velata da nebbie e infestata da zanzare, quanto mai diversa dalla limpida e frizzante aria di Cesena, visse per otto anni, durante i quali emise la sua professione perpetua (1959). Nel 1966 fece ritorno a Cesena, come per ritemprarsi nell’aria marina che dall’Adriatico saliva fin sul colle Garampo dove era situato il convento. Una fraternità piccola, dove non vi era più la gaia presenza dei novizi, ma in cambio vi era quella di fr. Masseo, che ogni giorno, nella sua semplicità, ne inventava una delle sue e che teneva allegra tutta la comunità. Dopo altri tre anni, nel 1969, dopo il capitolo provinciale, dapprima fu destinato nuovamente a Cento, ma poi, passando provvisoriamente da Bologna e da Castel San Pietro, nel novembre del medesimo anno, venne a far parte, e questa volta in modo stabile, come sacrista della fraternità di Cesenatico, un piccolo convento poco lontano dal mare.
A Cesenatico, per meglio svolgere il suo ufficio di sacrista e per il servizio alla necessità della chiesa, il 21 luglio 1974 il Ministro provinciale padre Alessandro Piscaglia gli conferì il ministero dell’accolitato. In questo convento con una “fraternità tradizionale”, fr. Giovanni ebbe due Guardiani quanto mai differenti nel temperamento, come poteva essere diverso il mare di quella costa adriatica, a volte placido e luminoso, altre volte burrascoso e nero come pece: padre Piergrisologo Artusi, detto Mussolini per esserne nipote – figlio della sorella di donna Rachele, moglie del Duce –, e padre Teofilo Matassoni. Il primo era comprensivo, amante della compagnia e si accontentava di ciò che i confratelli erano in grado di dare, il secondo quanto mai esigente e fermo nelle pratiche tradizionali.
Nel 1987 fu trasferito a Rimini, dove fu anche vicario della fraternità (1991-1993), una novità per quei tempi. Ne era quasi orgoglioso: sacrista, accolito e vicario, uffici non da poco per un fratello laico. Quando però, nel 1993, padre Corrado Corazza scadde da Ministro provinciale e chiese di andare guardiano a Porretta Terme, luogo da lui particolarmente amato, lo volle con sé per il servizio di quella chiesa assai frequentata, al centro del paese, a differenza della chiesa parrocchiale, arroccata sul monte che sovrasta l’abitato. Era come un pulcino tra due galli in un piccolo pollaio qual era quel convento di montagna: il padre Corrado, superiore, e il padre Emanuele, vicario, gareggiavano tra loro a chi riscuotesse maggior popolarità nel paese, lasciando il povero fr. Giovanni nell’ombra. Nel 1996 fece ritorno a Cesenatico, dove poté godere di una maggiore serenità in un ambiente più favorevole alla sua salute non proprio florida. Ma ormai anche quel convento, dopo altri, stava per essere chiuso e consegnato a religiosi di un ordine diverso. Così allo scadere del triennio fu trasferito a Rimini sempre con le medesime mansioni, e poi, dopo un altro triennio a Cento (2002) e infine ancora una volta a Rimini (nel 2005), dove rimarrà nove anni.
Quando la sua salute conobbe un decadimento difficile da seguire, nel 2014 fu inserito nella fraternità dell’Infermeria provinciale di Reggio Emilia, e qui è rimasto fino alla morte, vivendo in punta di piedi gli ultimi anni del suo cammino terreno.

Fr. Nazzareno Zanni

 I funerali di fr. Giovanni Perazzini sono stati celebrati il 6 febbraio nella nostra chiesa di Rimini. La salma è stata poi inumata nel cimitero monumentale della città di Rimini.