MISNA, la voce degli ultimi

Un’agenzia giornalistica attenta alla realtà di chi non fa notizia

di Carmine Curci
direttore dell’Agenzia MISNA

Image 164Misna: com’è nata e come è

Sono le due del mattino. Il telefono squilla più volte. Finalmente padre Giulio Albanese risponde. Dall’altra parte sente una voce concitata, rotta dal pianto: «Hanno ucciso più di duecento persone in un villaggio della mia parrocchia. Fate qualcosa». La linea cade. Era una chiamata dal nord-est del Congo, dalla regione del Kivu.

Era da giorni che la piccola redazione di Misna stava raccontando cosa accadeva in quella zona. I missionari erano stati i primi a lanciare l’allarme: gruppi armati minacciano di massacrare innocenti e bruciare villaggi.

Padre Giulio comincia a scrivere e mandare via fax la notizia alle varie agenzie internazionali. La Reuters, la France Presse e l’Ansa la riprendono subito. La mattina le televisioni di tutto il mondo raccontano del massacro. L’opinione pubblica si rende conto che in quell’angolo dimenticato dell’Africa sta accadendo qualcosa di grave. L’Onu e le organizzazioni internazionali si muovono, i governi europei e americani ne vogliono sapere di più. La piccola redazione viene letteralmente inondata di telefonate, richieste di spiegazioni e chiarimenti.

Ripensando a quei momenti padre Giulio, il fondatore di Misna, ricorda che per i missionari fu un momento importante: finalmente la voce degli ultimi cominciava a essere ascoltata.

Dare voce a chi non ha voce

Misna nasce nel 1997, con il desiderio di “dar voce a chi non ha voce” nel Sud del Mondo. Sin dall’inizio l’agenzia si pone come fonte alternativa e credibile di fronte ai grandi fornitori “globali” di notizie.

Da sempre popoli, conflitti, territori e fatti ignorati dai grandi media costituiscono al tempo stesso la fonte e l’oggetto privilegiati del lavoro della redazione. Ogni giorno i giornalisti di Misna danno spazio a chi vuole il dialogo, senza cedere mai alla tentazione di sensazionalismi facili e dannosi.

In questo modo l’agenzia vuole offrire un’informazione capace di creare quella visione solidale che stimola l’impegno sia nella società sia nella Chiesa.

Oggi in redazione lavorano sei professionisti che provengono da esperienze giornalistiche diverse. I lanci di notizie sono il risultato di un impegno caratterizzato da senso di responsabilità e sensibilità, fattori indispensabili per diffondere una comunicazione davvero alternativa per forma e contenuti.

Con il tempo Misna non solo ha voluto costituire una versione aggiornata e un classico esempio di “opera collettiva dell’ingegno”, nei termini indicati dalla legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti, ma anche essere paradigma di comunicazione sociale, esaltando la componente etica della professione insieme con i valori dell’attività missionaria vissuta nel suo significato più ampio e “includente”.

Misna aspira ad essere un “punto di riferimento” per quanti - professionisti dell’informazione ma non solo - si avvicinano alle dinamiche in continuo cambiamento dei paesi del Sud del mondo, offrendo strumenti adeguati per la loro comprensione.

Image 165Quattro prospettive per raccontare il mondo

Quattro sono le linee guida che caratterizzano il lavoro editoriale di Misna: la missione, i missionari, i popoli del Sud del mondo e la Chiesa.

La missione è intesa soprattutto come “comunicazione” di una Buona Notizia in un mondo caratterizzato da profonde ingiustizie, ma anche attraversato da fermenti di speranza. È una missione intesa come incontro di culture tra popoli differenti, come dialogo tra religioni che annunciano un Dio di pace e di giustizia, come riconciliazione per andare incontro l’uno all’altro.

Quanto ai missionari, sono i testimoni della missione e le fonti principali delle informazioni di Misna. Scriveva papa Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Missio: «La testimonianza della vita cristiana è la prima insostituibile forma di missione. L’uomo contemporaneo crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla dottrina, più nella vita e ai fatti che alle teorie» (n. 42). L’avere “corrispondenti” in tanti posti di frontiera aiuta Misna a cogliere il senso vero della notizia. I missionari sono una fonte preziosa, distributori efficaci di un’informazione fatta di vissuto reale e non virtuale, testimoni diretti e credibili che vivono “sul campo” il come e il perché della notizia.

Il terzo riferimento chiave sono i popoli del Sud del mondo. Sono loro infatti i protagonisti della notizia. Ed è in quest’ottica che Misna informa sulle lotte, le denuncie e anche i percorsi di liberazione dei popoli.

Poi c’è la Chiesa. In quest’ambito le direttrici sono l’impegno ad accompagnare le giovani Chiese africane nel loro cammino verso l’inculturazione del Vangelo; il sostegno a quelle latinoamericane verso una liberazione dalle varie forme di oppressione; e la vicinanza a quelle asiatiche nell’incontro con le grandi religioni orientali. Nei suoi lanci - questo è fondamentale - Misna dà molto spazio al dialogo con l’Islam.

Il mondo dei media corre veloce. Le notizie corrono con il mondo. Per Misna significa sempre più dare spazio agli ultimi, ai più deboli, perché possano far sentire la loro voce.

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