I funerali di padre Cristoforo Giorgi si sono celebrati sabato 27 aprile nel Santuario del Santissimo Crocifisso di Faenza, e la concelebrazione è stata presieduta da fra Francesco Pavani, vicario provinciale, con la partecipazione di confratelli e di suoi ex parrocchiani. La salma è stata poi trasferita a Rimini per essere inumata nel cimitero monumentale della città.

a cura della Redazione di MC

 Ricordando fr. Cristoforo Giorgi

Lo chiamavano padre parroco

 San Clemente (RN) l’11 marzo 1927
† Reggio Emilia il 24 aprile 2019

 La sua vocazione

Era nato nella parrocchia di Castelleale, nel comune di San Clemente, in un territorio adagiato sulle prime colline riminesi, tra campi coltivati e vigneti.

Trascorse i primi anni della sua fanciullezza, respirando nel contempo l’aria che saliva dal mare o che scendeva dai monti dell’Appennino marchigiano romagnolo. Una fanciullezza spensierata, fatta anche di lavoro oltre che di scuola, perché in campagna non si guarda all’età per provvedere alle necessità della famiglia. Dopo la licenza elementare, si iscrisse al corso annuale di avviamento professionale agrario per divenire un esperto agricoltore, ma poi Quinto fece una scelta diversa: lasciò i campi ed entrò nel seminario serafico di Imola per sua formazione prima dell’ammissione al noviziato di Cesena, avvenuta il 7 settembre 1945, quando ebbe il nome di Cristoforo da San Clemente. L’8 settembre dell’anno seguente emise la sua professione temporanea, per poi passare nello studentato filosofico di Lugo (RA). Nel 1949 fu ammesso al corso teologico di Bologna, dove il 4 ottobre, festa di san Francesco, si consacrò definitivamente nella regola francescana. Al termine degli studi, il 3 aprile 1954, fu ordinato presbitero dal card. Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna.
Nel settembre fu inviato a Roma nella fraternità della Parrocchietta, e qui frequentò l’Università Internazionale Pro Deo, con lo scopo di completare la sua formazione in ambito sociale. Nell’agosto 1956 fu destinato a Forlì; l’anno seguente fu trasferito a Imola nel Seminario serafico come vicedirettore e insegnante, dove rimase fino al 1963, quando, sempre come insegnante, entrò a far parte della fraternità di Faenza; nel 1964 divenne direttore del pensionato per studenti di Forlì; nel 1999 altro trasferimento con la nomina di superiore del convento di San Giuseppe in Bologna. Infine, nel 1972, nuovamente a Faenza, questa volta come parroco della parrocchia del Ss.mo Crocifisso.

 Il suo ministero parrocchiale

Essere divenuto parroco di una parrocchia in forte crescita fu per lui di grande soddisfazione e si dichiarò grato ai Superiori per la fiducia accordatagli. È stato un buon pastore, particolarmente dedito alla formazione di laici responsabili. Era di carattere tranquillo, esente da ogni frenesia, esigente con i cappellani affinché lo seguissero e non prendessero iniziative che giudicava inopportune. Era anche un buon amministratore, oculato e previdente, che seppe trovare le risorse necessarie per rinnovare gli ambienti parrocchiali, e costruire strutture atte a favorire momenti di aggregazione tra i giovani. Il Ministro provinciale fra Alessandro Piscaglia, in occasione del 25° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di padre Cristoforo (1979), così gli scrisse: «La Provincia Le è grata per l’ottimo servizio che sta prestando fin dal 1972 in codesta fraternità di Faenza, dapprima come parroco, poi anche come vicario, infine, dal 1975, come parroco e superiore. La ristrutturazione degli ambienti delle opere parrocchiali, la rimessa in funzione di tutte le attività, il dinamismo impresso a tutte le organizzazioni della parrocchia testimoniano il Suo zelo apostolico e l’impegno di rispondere in pieno al Suo ufficio di padre e di pastore». Nel ruolo di parroco ha dato tutto se stesso, spendendosi con la calma dei forti in ogni ambito del ministero pastorale, come attesta la lettera che il priore dei parroci di Faenza ha inviato al ministro provinciale nel 1993, quando fra Cristoforo cessò il ministero parrocchiale: «I vent’anni del ministero parrocchiale di padre Cristoforo sono stati ricchi d’iniziative per la formazione dei catechisti e di un laicato responsabile. All’interno della parrocchia sono maturate una vocazione al sacerdozio e tre alle vita religiosa».

In cammino

Così fra Cristoforo fu destinato a Rimini come guardiano. Fu un distacco doloroso, ma fra Cristoforo si consolò per il ritorno nella sua terra d’origine, anche se in quel convento l’azione pastorale era quella tradizionale, meno vivace rispetto al ministero parrocchiale, a cui era abituato. La situazione divenne per lui più gratificante quando nel 1996 venne inviato a Cento, come superiore e rettore del Santuario della Madonna della Rocca, dove la popolazione è particolarmente affezionata ai frati, e dove poteva intessere relazioni umane più profonde. Dieci anni dopo fu nominato vicario curato nell’Ospedale Maggiore di Bologna, quando la sua salute era già precaria, tanto che nel 2008 fece nuovamente ritorno a Faenza solo come confessore.
Nel 2011 il peggioramento del suo stato suggerì ai Superiori di trasferirlo nell’Infermeria provinciale di Reggio Emilia per essere seguito con maggiore assiduità. Continuò tuttavia saltuariamente a esercitare il ministero del sacramento della riconciliazione. Sarà ricordato soprattutto per il suo ministero parrocchiale.

Nazzareno Zanni