«Siete tutti benvenuti in questo nostro spazio aperto! Oggi abbiamo un tema un po’ complicato da affrontare!» annuncia Maura senza tanti fronzoli, rivolgendosi al cerchio attento dei partecipanti: «La miccia che farà accendere il nostro confronto è ancora una volta una affascinante figura femminile della Bibbia».

a cura della Caritas Diocesana di Bologna

 Dio, la regina, il bidello

Esperimenti più o meno riusciti con il potere

 IL TÈ DELLE BUONE NOTIZIE

 Il racconto di Ester

«Vi racconterò la storia di Ester, bellissima giovane ebrea, che per una serie di incredibili eventi, da straniera ed orfana, diventa la regina dell’impero persiano.

Si ritroverà così, proprio grazie alla sua posizione e alle sue doti di fede e coraggio, nella condizione di poter salvare da un orribile sterminio il suo popolo, esule in Babilonia… L’argomento di oggi quindi sarà proprio il “potere” e l’uso che ne facciamo, perno intorno al quale si muove l’intero racconto di Ester. Cominciamo quindi dall’inizio e abbiate pazienza: la storia è un po’ lunga e complicata: una favola antica con tanto di buoni e cattivi, intrighi e colpi di scena, innamoramenti e teste mozzate… eppure, scoprirete che si tratta di una favola in realtà anche molto “moderna”, sapendola ascoltare. Allora: il libro di Ester comincia e termina con due feste…».
Maura tesse la storia, prima descrivendo il contesto e poi via via approfondendo personaggi e fatti, mettendo in luce di volta in volta i passaggi più interessanti. In effetti la vicenda non è facile nemmeno da raccontare, piena com’è di dettagli e vicissitudini, ma è veramente bellissima e la nostra gente si lascia catturare dalla narrazione senza opporre alcuna resistenza. Osservando con attenzione la loro partecipazione assoluta, li vedo aprirsi e fondersi nelle parole che Maura pronuncia.

 Incontro ai piccoli: la Parola

Qualcosa mi fa salire le lacrime agli occhi. Improvvisamente colgo che sono la testimone privilegiata di un incontro speciale, misterioso: la Parola viva ed efficace sta penetrando, più tagliente di una spada affilata, nelle vite di queste persone e si sta rivelando alla loro “piccolezza”, esattamente come dice il vangelo. Penso con emozione che qualcosa del genere avrà vissuto anche Maria, ascoltando l’annuncio dell’Angelo. Davvero Dio è con noi.
Per fortuna, prima che io mi perda nei pensieri, la voce di Maura mi raggiunge, raccogliendo la mia attenzione: «…ed è così - per il coraggio e la fede di Ester - che il re decide di far uccidere il perfido consigliere Aman e permette agli israeliti di ricorrere alle armi per difendersi dall’eccidio ormai stabilito… Il popolo quindi festeggia questo ribaltamento della sorte. Ancora oggi gli ebrei festeggiano “Purim” per ricordare la salvezza dallo sterminio progettato contro di loro in Babilonia! Ma ora tocca a voi: qual è stata la vostra esperienza con il potere?».
«Beh io quando vivevo giù, ho subito il potere dei Servizi Sociali», parte Maria Rosaria convinta, «Vivevo in una casa dove i veri padroni erano i topi. Scendevano dal camino e me li ritrovavo dappertutto. Ma i Servizi Sociali - che pure avrebbero avuto il potere di darmi una casa migliore in emergenza - mi dissero che non mi avrebbero mai aiutata! Perciò io ho subito il potere delle istituzioni!».

 Il potere del bidello e quello di Dio

«Io sono stato tanti anni un bidello all’università», dice Biagio, «Stavo in portineria e usavo il poco potere che avevo per aiutare gli studenti ad orientarsi in quel posto. Ma alla maggioranza dei professori non piaceva affatto che io fossi così disponibile per i ragazzi. La maggioranza di loro teneva le distanze, amava comandare e farsi ubbidire. Ma sapete che vi dico? Per me il vero potere è avere un foglio, una biro e un posto dove scrivere. Il vero potere è muovere la cultura ma soprattutto liberare il pensiero. Ho conosciuto tante persone potenti, ma quanti di loro sono capaci di creare una lirica? Io la posso scrivere! Se ognuno di noi si sentisse il potere di cambiare le cose, potrebbe farlo. Ciò che pensiamo essere utopia, in realtà ha il potere di cambiarci davvero, se lo vogliamo!».«Io credo in Dio!», annuncia Maurizio apertamente, «Ci credo veramente! Io so che Lui ha il potere d
i risolvere qualsiasi cosa in un attimo…e mi domando: ma perché allora non lo fa? Beh, se non lo fa, è perché Lui vuol farci capire che il vero potere non è questo! Cioè il vero potere non è risolvere le cose così…». Maurizio osserva la sua mano e ascolta il suono secco delle dita che schioccano, poi ci guarda sorridendo e riprende: «Tutte le nostre fatiche ci servono per renderci conto che il vero potere è nella fantasia, nella nonviolenza… Il vero potere è nel cammino di consapevolezza che dobbiamo percorrere per scoprire chi siamo. C’è stato un momento nella mia vita che avevo i soldi, ma ero veramente povero: avevo solo quelli. Oggi ho più problemi forse, ma so chi sono e sono un uomo molto più ricco».
«Io sono un maestro di arti marziali», dice Tomislaw, «ed ho imparato dall’esperienza che non è la massa muscolare che conta; il potere fisico senza il cervello non serve proprio a niente. Perché se attacchi per la potenza dei tuoi muscoli e basta… è sicuro che perdi! Quindi se non hai il controllo del potere che possiedi… ti fai solo del male. Questo è importante da ricordare: bisogna sempre controllare il potere che si possiede!».
«Beh in effetti, Ghandi era alto così ed era ben magrolino», bisbiglia pensoso Biagio, «eppure è riuscito a rimandare indietro l’intero Impero Britannico!».
«Quando mio padre è morto io avevo quaranta giorni», ci confida Ibrahim con fatica, «Mia madre lavorava sempre a casa dei ricchi per mantenere noi quattro figli. Non c’era mai. A tredici anni io lavoravo già e guadagnavo 15 centesimi per un giorno intero di servizio. Era una vita da schiavo. Ho lasciato la Tunisia nel ’90. Qui in Italia ho raccolto pomodori in nero, poi sono venuto a Bologna e un uomo buono mi ha dato un lavoro. Per sei anni ho lavorato bene, ma poi la ditta ha chiuso e da cinque anni vivo fuori per strada… Il fatto è che chi aveva potere mi ha sempre sfruttato… l’aiuto invece è sempre venuto da persone semplici, senza alcun potere… Era così in Tunisia ed è così anche qui…».

 Il potere delle parole

«Beh, io ho fatto una esperienza negativa del potere che hanno i medici», interviene Maura, «Anni fa ho avuto un grande problema di vertigini, ero molto triste, non riuscivo più ad uscire da sola, non potevo più guidare la macchina. Mi capitava spesso di piangere. Una volta piansi anche davanti al mio medico e lui mi sgridò. Rimasi malissimo. Mi sentii umiliata, proprio calpestata. Allora mi e vi domando: quanto potere hanno le parole? Quanto contano?».
«Le parole contano tantissimo, cara Maura» dice Stelio con gli occhi sorridenti «e vanno usate per difendere in modo “spudorato” le cose buone che già esistono senza vergognarsene. Di questi tempi più che mai! Perché il potere, di per sé, è solo uno strumento in fondo. È come lo si usa che fa la differenza, no? Allora, secondo me, il potere vero è solo quello che contrasta il potere del male…».
Come Ester, anche noi: tutti chiamati a fare la differenza, esattamente lì dove il Signore ci mette.