Beato il Messaggero che si ferma a dialogare

 di Dino Dozzi
direttore di MC

 Inizia un nuovo anno anche per MC. Come si muoverà la nostra rivista nel 2019? Prima di tutto nella continuità, in base all’antico proverbio secondo cui «cavallo vincente non si cambia». Per continuità intendiamo la struttura della prima parte che prende avvio da un libro o da un tema della Bibbia, presentandone poi la rilettura francescana, per passare infine all’attualizzazione, con particolare attenzione alle periferie del carcere e della Caritas; la seconda parte conserverà quasi tutte le sue rubriche, contenitori adatti ad ospitare uno sguardo evangelico su quanto accade in convento, in missione, nella Chiesa e nel mondo.
Ma la tradizione è viva e reale se sa accogliere il nuovo che emerge. Le novità di MC 2019 sono espresse da tre parole: donne, giovani, dialogo.
Le donne, nella chiesa e nella società, stanno ancora cercando rispetto, giustizia e valorizzazione. Lo stanno facendo da qualche millennio. Ci pare quindi sia giunto il momento di spingere un po’ perché vengano riconosciuti i loro diritti, vista anche la continua e crescente violenza di cui sono oggetto. I temi che MC tratterà quest’anno prenderanno spunto da figure femminili presenti nell’AT.
In ottobre è stato celebrato il Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, chiamato per brevità “Il Sinodo dei giovani”. Parlare dei giovani e comunicare con loro non è facile. I Vescovi - quasi tutti anziani o vecchi - è possibile che riescano a dialogare con i giovani? La fede e il discernimento vocazionale saranno argomenti interessanti per loro (i giovani)? Una rivista cartacea è ancora strumento adatto per comunicare con loro? Mah... La risposta a questi interrogativi non è certo facile. Ma noi ci proviamo ugualmente. Da questo numero parte una rubrica dedicata ai giovani, curata da fra Valentino Romagnoli, incaricato per la pastorale giovanile dei cappuccini in Emilia-Romagna.
E infine il dialogo. Perché nel 1219 (ottocento anni fa) Francesco d’Assisi, al posto delle crociate, inaugurò una metodologia nuova per risolvere i conflitti tra cristianesimo e islam: a Damietta, a pochi chilometri dal Cairo, si presentò disarmato al Sultano di Egitto Malik al Kamil. Ne risultò un dialogo chiaro e rispettoso, che aprì le porte a quella che verrà poi definita dal concilio Vaticano II “la via della Chiesa”. Per risolvere i conflitti di ogni tipo, non servono le guerre, ma il dialogo. MC ha già da vari anni la rubrica “Religioni in dialogo”, che resta perché la riteniamo essenziale e qualificante dell’indirizzo della rivista. Ma vogliamo prendere il dialogo come stile di ogni pagina, per contrastare l’intolleranza, il fondamentalismo e lo strisciante razzismo che purtroppo stanno chiudendo mentalità, sentimenti e comportamenti.
Anche il Festival Francescano di Bologna 2019 - di cui MC continua ad essere uno dei media partner - parlerà di dialogo. Internazionale, intergenerazionale, interreligioso, interculturale: insomma, sempre “inter”. Dialogo tra francescani, frati, suore e laici; dialogo tra convento e piazza, tra credenti e non credenti, tra sovranisti ed europeisti, tra bianchi e neri... Si potrebbe continuare l’elenco, fino ad arrivare al dialogo tra persona e persona. Perché al mondo siamo sette miliardi e mezzo di persone, una diversa dall’altra. È il dialogo che ci permette di conoscere l’altro e di accettarlo nella sua alterità, trovando così, nella relazione, anche la nostra identità.
Non solo il futuro, ma anche il presente ce lo giochiamo nel modo di sentire e di trattare chi è diverso da noi. È appena terminato l’anno centenario della conclusione della grande guerra, quella tragica immane inutile strage: è il dialogo che tiene lontana la guerra, è l’accoglienza del diverso che salva l’umanità dalla strage. Lo stupendo fioretto del lupo di Gubbio insegna che, per non odiarsi e uccidersi a vicenda, bisogna imparare ad ascoltare le ragioni degli altri. San Francesco porterà in piazza il lupo e spiegherà che è solo per fame che entra nel paese e nei pollai; capito questo, gli abitanti di Gubbio provvederanno il cibo al lupo, che diventerà amico di tutti. La pagina dei ladri di Monte Casale insegna che l’accoglienza e la cortesia riescono a trasformare i ladri in frati. Il dialogo di Francesco con il Sultano ha permesso e permette ancora ai frati minori di restare pacificamente in quelle terre che purtroppo non conoscono pace, perché non si vogliono ascoltare le ragioni degli altri.
Il 5 novembre 2018 nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma è stata inaugurata la prima cattedra di dialogo interreligioso: è una notizia importante, che fa ben sperare. Nel 2019 MC parlerà di dialogo: tra uomini e donne, per finirla di trattarle ingiustamente e di violentarle; tra giovani e adulti, per non approfondire ulteriormente il fossato che li divide, a danno di tutti. Il cemento buono e resistente per costruire ponti di pace si chiama dialogo. A tutti i livelli.