IL FRATE GENIALE

 

Ricordando fra Cassiano Iemmi

 

Campagnola Emilia (re), 25 ottobre 1922

† Reggio Emilia, 6 ottobre 2018

 

Fantasioso, geniale, amante della vita fraterna, predicatore e pittore

 

La sua famiglia, numerosa, distinta e agiata, fino a 17 anni gli aveva dato una formazione classica. Nel 1939 Celio - questo il suo nome di battesimo - entrò nel seminario di Scandiano, poi passò nel postulandato di Modena e nel noviziato di Fidenza. Nel 1949 fu ordinato sacerdote a Reggio Emilia.
Da quel momento la vita di fra Cassiano fu veramente all’insegna della itineranza e possiamo ben dire che incarnò “l’essere forestieri e pellegrini in questo mondo” (lui che di mondo ne ha visto veramente tanto!). Per un brevissimo periodo fu insegnante di francese, storia e geografia. Ma questo ruolo di certo non si confaceva allo “spirito libero” di fra Cassiano che nel 1951 viene trasferito nel convento di Parma per potersi preparare alla sua prima avventura missionaria: la terra di Turchia. Quivi rimase dal 1952 al 1955 ed operò nelle stazioni di Karsiyaka e di Istanbul.
Dal 1955 al 1958 lo troviamo a Pontremoli in veste di predicatore e addetto ai servizi pastorali. E poi. quella che spesso amava ricordare come l’epopea più grande della sua vita: l’Australia. Qui rimase dal 1958 al 1961 come cappellano degli emigrati dapprima a Sidney, successivamente a Melbourne ed infine ad Adelaide. Si restava affascinati a sentirlo raccontare il viaggio di un mese in nave... ; fra Cassiano aveva la stoffa del grande narratore!
Dal 1964 al 1991 fu a Modena poi a Reggio Emilia con diverse mansioni. Consultando la scheda anagrafica di questo nostro confratello, a fianco del suo nome e della sua destinazione, nell’anno 1976 si legge: predicatore e pittore. Fondamentalmente sono state queste due le caratteristiche di fondo della sua vita. Come predicatore ha viaggiato molto e si è fatto conoscere soprattutto come predicatore popolare…le sue omelie e meditazioni eran sempre coinvolgenti perché piene di aneddoti, episodi e momenti di “suspance” appositamente creati nell’ascoltatore. Nel 1969, fra Aldo Bergamaschi lo spronò a valorizzare le sue innate doti artistiche e la sua propensione per la pittura.
Nel corso della sua vita realizzò tre mostre personali: una a Reggio Emilia (1974), una a Salsomaggiore (1974) e una ad Adria (1975).  Dalla sua documentazione apprendiamo che al 1975 aveva realizzato 46 ritratti, 16 madonne e 18 composizioni di varia natura. Quello che lui da sempre considerò come il suo capolavoro è ”La natività di Maria”, pala d’altare di notevoli dimensioni (4m x 6m) che tuttora si trova nella chiesa di Taglio di Po presso Rovigo. E da buon pittore ebbe anche un suo piccolo atelier.
Parma fu la sua nuova sede dal 1993 al 2005 e qui svolse soprattutto gli incarichi di predicatore e assistente spirituale di diverse congregazioni di religiose. Nel corso degli anni gli impegni di predicazioni iniziarono a diminuire sia a causa dell’età che di progressive amnesie, ma la grande vivacità e forza d’animo di fra Cassiano non si fermarono: si dedicò allo studio delle erbe e dei pianeti, senza dimenticare il suo grande amore per gli animali, soprattutto i gatti.
Nonostante una vita piena di viaggi e i momenti creativi legati all’arte, egli mostrò un particolare affetto e legame con la figura di Santa Teresa di Gesù bambino. Nella sua stanza teneva una statua in gesso di Santa Teresina e custodiva gelosamente la edizione critica dei manoscritti della santa nella edizione francese e la custodiva in uno dei suoi famosi raccoglitori. Uomo distratto, fantasioso, per certi versi geniale, Cassiano è stato un uomo davvero giusto, rispettoso del prossimo, amante della vita fraterna e capace di leali amicizie.
Le sue condizioni di salute sempre più precarie e la sua età avanzata portarono i superiori maggiori a trasferirlo nel convento di Reggio Emilia, dove rimase dal 2008 al 2012, quando una brutta caduta lo costrinse a passare nella locale Infermeria provinciale fino al giorno della sua morte. È sepolto nella tomba di famiglia a S. Prospero Strinati.

Antonello Ferretti