Sono trascorsi tre mesi dallo svolgimento della decima edizione di Festival Francescano, che si è tenuta a fine settembre a Bologna. In questi ultimi giorni, gli organizzatori sono stati impegnati in una serie di attività legate alla verifica e al bilancio.

a cura della Segreteria del Festival Francescano

 

Il festival rende conto

Valutazione dei risultati passati per programmare meglio il futuro

 di Chiara Vecchio Nepita
Responsabile della Comunicazione del Festival Francescano

 Verifica trasparente

Il processo di creazione di un evento si deve necessariamente chiudere con una valutazione dei risultati conseguiti.

È un atto di trasparenza nei confronti di chi ha creduto nel progetto, non ultimi gli sponsor e gli Enti sostenitori, e un buon modo per intraprendere il ragionamento sul futuro della manifestazione sulla base di dati più concreti rispetto alle semplici impressioni.
In questo articolo, ci concentreremo sull’analisi dei risultati quantitativi derivanti dalla somministrazione al pubblico di 100 questionari durante le tre giornate del Festival 2018. Siamo ben consapevoli dei limiti numerici del campione e dei limiti di un’indagine quantitativa che non sia accompagnata da una ricerca di tipo qualitativo, ma è pur sempre un buon punto di partenza per una riflessione più ampia.
Iniziamo con il definire la dimensione del Festival Francescano. Non si può affermare che esso sia un grande evento, in quanto non determina il rinnovamento infrastrutturale del territorio, come è stato il caso di Expo a Milano o delle Olimpiadi invernali a Torino, tuttavia si può dire che esso rafforzi l’immagine e l’identità delle città che ha toccato (negli scorsi anni Reggio Emilia e Rimini, oggi Bologna) e che, in qualche modo, acceleri i processi evolutivi  nella comunità, come catalizzatore del dialogo tra istituzioni anche molto distanti tra di loro.

 I numeri del festival

La stima complessiva delle presenze per l’edizione 2018 ammonta a 60.000 unità, 10.000 in più rispetto all’anno precedente. La maggioranza proviene dall’Emilia-Romagna (57,7%); numero di presenze significativo anche dal Veneto (10,4%) e dalla Lombardia (10,2%). Si conferma un pubblico in gran parte femminile (il 70% è donna) e colto (il 36% è laureato e il 50% ha conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore). Le diverse fasce d’età sono rappresentate in modo equo (ma questo dato potrebbe essere stato influenzato dalla scelta di chi ha somministrato i questionari), con una buona percentuale di studenti (22%).
Cresce esponenzialmente rispetto allo scorso anno il numero degli “affezionati”: il 63% del campione afferma di aver partecipato a più edizioni della manifestazione (dalle 2 alle 5 volte) e ben il 74% dice di conoscere e frequentare il mondo francescano (su quest’ultima affermazione sarebbe interessante capire se il Festival abbia contribuito ad avvicinare le persone al francescanesimo: se fosse così, la manifestazione avrebbe raggiunto l’obiettivo che si era data sin dalla sua nascita). In ogni caso, la proposta francescana si dimostra convincente ed attuale, tant’è che il 26% degli intervistati risponde che al Festival gli piace incontrare frati e suore, il 23% motiva la partecipazione con la possibilità di accrescere la conoscenza del francescanesimo e il 16% apprezza gli stand allestiti dalle diverse realtà francescane (missioni, attività culturali, opere sociali, pastorale giovanile).
Per quanto riguarda gli aspetti più legati alla comunicazione dell’evento, il passaparola e l’invito da parte di amici si confermano i mezzi attraverso i quali più frequentemente il pubblico viene a conoscenza del Festival (rispettivamente, il 29% e il 24%). Tra tutti i mezzi di comunicazione tradizionali (manifesti, volantini, tv, radio, quotidiani…) e social, soltanto la stampa cattolica sembra aver raggiunto un’ampia fetta di pubblico (13%).

 Rassegna stampa (e non solo)

Effettivamente, soprattutto il quotidiano nazionale Avvenire (e la sua edizione locale Bologna Sette) ha cominciato a parlare del Festival a partire dal mese di luglio, accompagnando la manifestazione con diverse uscite sino a ottobre. Così annunciava la pagina culturale del quotidiano l’8 luglio: «Il festival, creato dal Movimento Francescano dell'Emilia­Romagna nel 2009 per celebrare gli 800 anni dell'approvazione della prima regola di san Francesco d'Assisi, desidera riscoprire, far conoscere, attualizzare e concretizzare i valori di Francesco d'Assisi, nella convinzione che possano aiutare ad affrontare e a superare le tante crisi di identità, politiche, di valori, ambientali che caratterizzano la nostra quotidianità. Lo fa con un annuncio in piazza, tra le genti, così come quando Francesco si spogliò di tutti i suoi abiti restando nudo di fronte al padre». In generale, sono state molte le testate cattoliche nazionali che hanno seguito il Festival con entusiasmo, dal media partner TV2000 che ha trasmesso lo spettacolo del sabato sera, Rai1 con la diretta della Messa dalle Clarisse, RaiVaticano con uno speciale sulla mostra ospitata nel portico di Palazzo D’Accursio, e ancora: L’Osservatore Romano, l’agenzia di stampa SIR, il settimanale Credere, il blog Aletheia e molti altri.
La stampa bolognese ha sottolineato quest’anno il protagonismo dei francescani, in modo analogo a quanto avvenuto durante i primi anni di vita della manifestazione, in quel di Reggio Emilia. Scriveva l’editorialista del Resto del Carlino Cesare Sughi, il 23 settembre: «Tu sei bellezza - dunque tutto è bellezza - è uno dei modi con cui il santo di Assisi chiamava Dio; parole travolgenti ascoltate dai bolognesi già 8 secoli fa, nelle prediche tenute davanti al Comune dal religioso trentenne che sposava l'inno alle meraviglie del creato con l'amore irriducibile per i poveri e gli emarginati. Dal 28 al 30 settembre, da venerdì a domenica dunque, la fede ferma e gioiosa dei francescani invaderà Bologna». Toni simili, quelli di Ilaria Venturi sull’edizione bolognese della Repubblica, il 29 settembre: «La piazza è piena, il festival dei frati e delle suore col saio e i sandali ha invaso Bologna: banchetti dove si trovano libri, manufatti delle missioni e sogni, una tenda di spiritualità dove si prega e si può parlare con un sacerdote». Concludiamo con le parole di Marco Marozzi, autore del pezzo apparso sul Corriere di Bologna il 30 settembre, dal titolo “La piazza gentile dei francescani”: «Piazza Maggiore per un lungo week end diventa la piazza universale, dove si incontra di tutto. Si prega, si chiacchiera, si manifesta, sfiorandosi. La politica che non riempie né piazze né cuori, si addolcisce, infilandosi senza volere fra l'inno alla Bellezza che è il Festival Francescano. Decima edizione, piazza Maggiore. Stand bianchi e via vai di ogni età e tipo. Riesce a non diventare né uno sfogatoio né un confessionale lo stand in cui, sorseggiando un caffè, frati, suore e laici scambiano quattro chiacchiere con la gente che passa. Ed ecco capitare - «non avevamo pensato al Festival quando abbiamo organizzato, scusate» - pure le donne che manifestano contro la riforma del diritto di famiglia proposta dal senatore leghista Simone Pillon. Non è una festa di tonache né di sai né di slogan, ma di “nuovo umanesimo” quello nel centro di Bologna».