Voglio trovare un senso a questa colpa

Il contributo delle neuroscienze per la comprensione di Adamo ed Eva

 di Paola Argentino
psichiatra e psicoterapeuta

Della colpa originaria

Nella dimensione psichica esistono due diversi tipi di colpa, una originaria (detta anche “archetipica”), connaturata all’esistenza, unica e indipendente dalla volontà individuale, e una personale, plurima e legata alla propria responsabilità.

La colpa originaria si configura nella sua essenza come un “debito” di nascita: un debito dell’umanità tutta ad Eva!
È quando Adamo attribuisce ad Eva il nome di “donna” (ishshah) che si sostanzia a livello psichico la genesi metaforica della colpa originaria dell’umanità: la separazione dal grembo materno!
Eva (Hawāh, madre dei viventi), ridenominata donna, non è più la Grande Madre di tutte le specie viventi, ma diviene una “creazione secondaria” di Dio, parte del corpo di Adamo. La colpa originaria di Eva, simbolicamente descritta nell’aver mangiato il frutto dell’albero della conoscenza, è essenzialmente la colpa insinuata dal serpente: quella di ritornare ad essere la Dea madre, non riconoscere la sua nuova dimensione creaturale di donna.

 Alle origini del mito

Per comprendere la narrazione biblica è necessario collocarsi nel contesto socio-culturale della sua espressione letteraria e così carpirne il significato valoriale ed il senso profondo, che il testo consegna al lettore. La narrazione della Genesi si colloca nel passaggio storico dalla società matriarcale alla supremazia patriarcale, dall’età del bronzo a quella del ferro, dal Principio Femminile basato sugli affetti e sul dono, al dominio maschile centrato sulla forza ed il potere.
È un processo di capovolgimento sociale che già precede il libro biblico della Genesi e si concretizza nell’elaborazione di nuovi costrutti cognitivi, nello specifico sul tema della colpa. Crolla il mito della Grande Madre ed emerge la colpa come perdita dell’Unità, dell’Armonia, dell’essere tutt’uno con il Creatore. Si tratta di un pensiero che già maturava in quel periodo sia a livello filosofico (l’idea di Anassimandro che la colpa nasce quando gli esseri si separano dal tutto) che mitologico (mito di Pandora e Prometeo).
Anche le ricerche di neuroscienze danno un contributo a comprendere cosa nella mente umana accadde a livello corporeo nella linea evolutiva tanto da portare all’elaborazione del mito di Adamo ed Eva della Genesi; in particolare Viking ha evidenziato come in quel periodo l’invenzione della scrittura abbia portato all’ipersviluppo del pensiero lineare e analitico dell’emisfero sinistro a discapito di quello più immaginativo e partecipativo dell’emisfero destro. La focalizzazione sulla coscienza lineare dell’emisfero sinistro ha significato la perdita della precedente relazione di maggior equilibrio tra i due emisferi del cervello e la retrocessione della modalità dell’emisfero destro, caratterizzata da una percezione del reale attraverso la relazione e la partecipazione. Questo conferì supremazia a tutti coloro che avevano accesso all’istruzione, agli uomini sulle donne, alle divinità maschili su quelle femminili, in ultima istanza: al Grande Padre sulla Grande Madre.

 Colpa vs responsabilità

Nella nostra cultura il concetto di responsabilità è spesso erroneamente associato a quello di colpa, in realtà nelle dinamiche psichiche responsabilità e colpa procedono in opposizione. Una persona in preda ai sensi di colpa rimane paralizzata e non riesce e compiere alcuna azione responsabile; di contro chi dà la colpa agli altri si percepisce come vittima e quindi crede che le azioni responsabili dovrebbe farle l’altro. In sintesi colpa e responsabilità occupano uno stesso spazio all’interno dell’individuo e l’una può crescere solo nella misura in cui l’altra si riduce (Baiocchi).
Questo è evidente già nel racconto della Genesi nel dialogo a rimbalzo della colpa e responsabilità: Dio accusa Adamo, Adamo accusa Eva (e anche Dio per avergli “messo accanto” Eva), ed Eva accusa il serpente! Non c’è soltanto una de-responsabilizzazione a catena della colpa, ma una gestalt relazionale che nitidamente emerge tra di loro: nasce la differenziazione dell’uno dall’altro, che da un lato è perdita dell’Unità/Armonia paradisiaca, e d’altra parte è anche un individuarsi, espresso visibilmente nella corporeità. Adamo ed Eva scoprono la loro nudità dopo la colpa e la loro diversità complementare inscritta nei loro corpi: maschile e femminile.
Il corpo diviene il luogo visibile e tangibile dell’individuarsi nella colpa evolutiva della separazione e nell’assunzione della responsabilità individuale. La separazione tra di loro conduce alla identità sessuale, al processo di differenziazione e identificazione che è alla base della maturità psichica, e dell’autonomia relazionale.
Si tratta di una colpa diversa da quella originaria perché stavolta è legata alla responsabilità individuale ed allo stabilirsi delle relazioni sociali. Alcuni hanno teorizzato nel racconto della Genesi la nascita del Diritto e delle regole a cui l’individuo nella società deve attenersi e la cui trasgressione determina le punizioni (maledizioni di Dio ad Adamo ed Eva). Altri a livello politico hanno visto il passaggio dal collettivismo all’individualismo democratico, ecc.
Anche a livello delle neuroscienze si riscontra questa differenza in una recente ricerca (Bozzali e Basile) attraverso una tecnica di neuroimaging che ha evidenziato come il senso di colpa interessi due differenti aree del cervello, a seconda che dipenda da una responsabilità personale o dall’assistere alla sofferenza di un altro.

Differenziarsi per poter amare

La consapevolezza delle proprie colpe è alla base del senso di colpa, ovvero di quell’“emozione pro-sociale” che nasce e si sviluppa nelle relazioni interpersonali. Questa emozione diviene “sentimento di debito” verso l’altro nell’elaborazione più elevata, evolutivamente, del cervello unoetrino (MacLean), con riferimento alla nostra stessa nascita, e nello specifico alla separazione dal grembo materno che nella forma di colpa originaria diviene a mio avviso “debito relazionale primario”.
Le neuroscienze evidenziano che esistono emozioni di fondo comuni a tutti, e altre emozioni, tra cui il senso di colpa, legate ai rapporti sociali. La colpa originaria appartiene alle emozioni di fondo comuni antropologicamente fondate, mentre i sensi di colpa afferiscono ad aree specifiche cerebrali dipendenti dalla crescita personale e dallo stile relazionale individuale: introiettivo, proiettivo, retroflessivo o confluente (Salonia).
Per diventare se stesso, ciascuno deve separarsi dalla dimensione filiale e riconoscere il senso di colpa che da tale separazione deriva, con sentimenti di gratitudine alla Vita. L’assenzdel senso di colpa è in psichiatria patognomonico di gravità clinica, di mancanza di consapevolezza, di obnubilamento della coscienza di sé e dell’altro.
Nella forma di colpa secondaria, legata ai rapporti sociali, è necessario far emergere, dal senso di colpa, la propria responsabilità, che si esprime - nelle personalità sane - nel prendersi cura degli altri, dalla nascita alla morte, nella salute e nella malattia, in tutte le relazioni di aiuto.