Annuncio. Anzi, nuovo annuncio. Pietre Vive ci prova. Individuando uno di quei confini che, soprattutto in Italia, sono ancora capaci di muovere milioni di persone l’anno ad entrare nelle chiese: le visite turistiche. Che diventano incontro e occasione di testimonianza di una fede bella, nata dalla bellezza, che si alimenta della Bellezza.

a cura di Gilberto Borghi

  

I figli nascono dalle pietre

Visitare l’arte, essere visitati dalla fede

 La memoria comunitaria del monumento

Pietre Vive è un insieme di comunità giovanili nate per annunciare Gesù Cristo, e la Bellezza della Chiesa, a coloro che guardano le bellezze delle chiese. La Parola annunciata da un testimone a chi entra in un monumento fa sì che il monumento diventi proprio “monumentum”, cioè luogo di memoria.

Quando all’interno di un monumento cristiano il non credente incontra il credente che lo accoglie e che gli spiega il luogo sacro, allora le pietre diventano ciò che Florenskj dice dell’icona: “la cornice di un Incontro”. Facilitare questo Incontro è lo scopo dei gruppi giovanili chiamati Pietre Vive, nati all’interno del mondo che si rifà a sant’Ignazio di Loyola.
In diversi altri luoghi d’Europa esistevano già dei servizi di guide turistiche con una attenzione alle radici cristiane. Ma l’intuizione di padre Jean Paul Hernandez, che ha dato vita a Pietre Vive, è doppia: vivere la visita come un annuncio di fede ai più lontani e farlo come comunità cristiana basata sulla preghiera, che invita alla preghiera. Allora il turista vede ciò che le pietre dell’edificio vogliono dire e il “luogo d’arte” si trasforma in luogo di accoglienza, di ascolto, di Incontro. Pietre vive oggi sono presenti in una dozzina di paesi tra Europa e resto del mondo, fino in Cile.
La vita di queste persone è articolata in alcuni valori concreti. Innanzitutto non sono guide isolate, ma operano in comunità. Il loro essere visibili come comunità all’interno delle chiese è rendere visibile ciò di cui l’edificio sacro è metafora (cf. 1Pt 2,4-5). Per molti “lontani” che entrano in chiesa, le Pietre Vive sono il primo “volto” di una Chiesa giovane, accogliente, gioiosa, perciò è necessario che, oltre ai tempi di servizio, le Pietre Vive nutrano una ricca vita comunitaria di preghiera, condivisione e formazione. Salvo casi eccezionali le Pietre Vive che fanno servizio attivo sono giovani fra i diciotto e i trentacinque anni. In età più adulta, di solito, le Pietre Vive non fanno più le guide ma diventano un appoggio per l’apostolato dei più giovani, con l’accoglienza, il finanziamento, la formazione, i contatti, l’aiuto logistico, la ricerca intellettuale, le pubblicazioni.

 Dalla preghiera alla preghiera

Le Pietre Vive sgorgano dalla preghiera e portano alla preghiera. Nell’incontro personale con Cristo e nell’ascolto silenzioso della Sua Parola, trovano il desiderio di amare e si lasciano plasmare come testimoni di una Bellezza offerta a tutti. La “spiritualità” di Pietre Vive è un arco fra due domande, due “grazie da chiedere” nella preghiera. La prima si esprime nel ritiro di preparazione prima del servizio. La “pietra viva” si mette in preghiera con la domanda: “Signore, cosa vuoi che io dica ai turisti da parte tua?”. La seconda segna la fine del servizio. In una rilettura dell’esperienza, la “pietra viva” si pone di nuovo in ascolto del Signore e gli chiede: “Cosa mi hai detto attraverso di loro?”. L’insieme del servizio diventa così un “esercizio spirituale”.
Nelle chiese dove prestano servizio, le Pietre Vive allestiscono un “angolo preghiera”, possibilmente animato da canti e letture; in esso le Pietre Vive si raccolgono per alcuni minuti dopo ogni visita per lasciar riposare il cuore davanti al Signore, ringraziarlo per ciascuna delle persone guidate e consegnargli le gioie e le tristezze. L’angolo preghiera viene segnalato come possibilità ai turisti, luogo in cui anch’essi possono raccogliersi, accendere un lumino, scrivere una preghiera. Ogni giorno di servizio va inquadrato nella preghiera: un’ora di meditazione al mattino e una messa in conclusione della giornata.
La proposta di Pietre Vive al grande pubblico non è quella di un servizio culturale e ancor meno di una visita turistica, ma si tratta di un vero e proprio annuncio, che trovano il modo di esprimere personalmente al meglio. In genere parte da ciò che nell’opera d’arte ha toccato più da vicino la propria vita, in modo tale che le parole ricevano quello spessore del vissuto che le fanno arrivare al cuore di chi ascolta creando quella triangolazione di testimonianza fra l’opera d’arte, l’interprete-testimone e l’ascoltatore. Molto importante è l’accoglienza (fuori e dentro la chiesa) e durante le visite, il “benvenuto”, l’ascolto, lo sguardo accogliente, la valorizzazione di ciò che ogni visitatore “porta con sé”, il desiderio di imparare da lui, in una parola: “il farsi vicino”.

I poveri li avrete con voi

L’annuncio dell’amore di Dio è l’annuncio della gratuità di Dio: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). In questo le Pietre Vive si pongono in perfetta continuità con l’intuizione di sant’Ignazio sulla gratuità dei ministeri e, proprio per poter lavorare in radicale povertà, non cercano sostentamento dai turisti. Così la Buona Notizia si annuncia con il cuore libero di chi è leggero di equipaggio: «Non procuratevi né oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone» (Mt 10,9-10). Fa parte dello stile di Pietre Vive la radicale sobrietà dei membri attivi in particolare durante i giorni di servizio: si eviterà ogni spesa superflua e ogni stile mondano perché l’apostolo deve rimanere un pellegrino, ricco solo della Parola.
E questo per avere un amore di predilezione verso i più poveri del luogo, che spesso si aggirano intorno alle chiese e nel centro delle città turistiche, per cui si deve ricercare la loro compagnia, possibilmente condividere con loro i pasti e coinvolgerli nelle visite. Questo aspetto dell’inclusione dei poveri nel progetto di annuncio a partire dell’arte rientra in un’ottica che toglie una veste di privilegio a questo canale, normalmente riservato alla categoria delle persone benestanti che hanno possibilità economiche e preparazione culturale per comprendere questo linguaggio. L’idea straordinariamente nuova è che il Bello che parla di Dio, patrimonio di tutti, possa essere spezzato e spiegato a tutti, anche a coloro che sono ai margini della società, che vengono inclusi anche materialmente in molte iniziative di vita delle Pietre Vive.

 Percorso interdisciplinare

Ultimo, ma non ultimo, i membri delle comunità Pietre Vive vivono un percorso di formazione e di riflessione che esula da ciò che è meramente necessario ai fini della visita guidata. Pietre Vive promulga un nuovo modo di leggere l’arte cristiana, mettendo in dialogo le fonti bibliche, patristiche e liturgiche con i grandi autori della ricerca storico-artistica, dell’estetica filosofica, dell’ermeneutica filosofica e dell’esegesi biblica. Nella loro formazione è importante non solo l’approfondimento di quella teologia che ha visto sorgere l’opera d’arte, ma degli sviluppi ulteriori della teologia che ha superato alcuni “nodi” di cui le opere del passato portano traccia, per esempio nel campo ecumenico.