Due laici che si amano. Mimmo e Cinzia. Che scoprono come Dio davvero abiti nella loro carne, nel loro cuore e nella loro mente. E ad un certo punto sentono che possono fare qualcosa per testimoniare la bellezza di amarsi in Cristo. Da quasi 10 anni, in più di venti città italiane, molte persone ritrovano possibilità di rianimare la loro fede, di re-innamorarsi di Cristo, restando dentro a quell’amore bello e umano che già vivono. Da Manfredonia, l’esperienza di “Ingannevole come l’amore”, un esempio di come i laici possano avere spazi impensabili nella evangelizzazione.

a cura di Gilberto Borghi

Ti amo, mi ami, amiamoci

Nuove coniugazioni della pastorale famigliare

 La storia dell’associazione “Ingannevole come l’amore” (IcA) inizia nel 2009, quando Mimmo Armiento e Cinzia Amoruso, laici cristiani felicemente sposati di Manfredonia, sentono il desiderio di rendere partecipi altri della gioia della loro nuzialità.

L’occasione arriva quando, in una calda sera del giugno dello stesso anno, bussano a casa di Mimmo e Cinzia due frati francescani della zona, padre Roberto Palmisano e padre Mimmo Casulli, avanzando loro la richiesta di un aiuto per organizzare qualcosa per i fidanzati della diocesi. Da quell’incontro nasce il primo dei progetti, ora chiamato “Ingannevole come l’amore – basic”, corso rivolto a coppie di fidanzati, giovanissimi sposi, ma anche single, arrivato ormai alla ventesima edizione. Le cose belle sono generative. Così, nel tempo, aumentano anche i progetti dell’associazione e a “Ingannevole basic” se ne aggiungono altri: ad esempio, “Incantevole come l’amore”, “Dodici cene per gustare ogni ben di Dio”, “You are golden”, che ad oggi rendono presente IcA in più di venti diocesi Italiane. 

 Chi educa all’amore?

La novità di questa proposta sta nell’aver individuato come, sia dentro che fuori l’ambito ecclesiale, manca un accompagnamento formativo all’amore, inteso come forma di qualsiasi relazione che voglia essere autentica e pienamente umana. Perciò l’offerta è di lavorare a livello umano per ricomporre testa cuore e corpo in una unità armonica, in cui la persona possa liberarsi da falsi miti culturali sull’amore e trovare modi concreti per vivere con maggiore pienezza la vita relazionale. Per questo IcA si offre non solo come preparazione al matrimonio, ma anche e soprattutto come accompagnamento agli innamorati, ai single e a chi sente di voler imparare ad amare meglio e di più, sia dentro che fuori la Chiesa. Per questo si utilizzano linguaggi esperienziali e variegati (video, testimonianze, balli, giochi, convivialità), formule molto free e smart che consentono ai partecipanti anche un impegno di tempo molto ridotto, e soprattutto la testimonianza della gioia dell’essere cristiani e dell’essere sposi e famiglia.
È un modo per credere fino in fondo all’incarnazione, che, cioè, lo Spirito possa lavorare, attraverso il desiderio di una relazione umana di amore, affinché anche la fede della persona possa nascere, crescere e testimoniarsi. Questo richiede anche che a condurre le proposte siano persone qualificate sul piano delle scienze delle relazioni umane. Non a caso Mimmo è uno psicoterapeuta. Ma soprattutto richiede che i percorsi siano frutto di un vero e proprio cammino di chi li propone, che prima degli altri devono aver sperimentato nella loro vita cosa sia davvero l’amore. Cinzia e Mimmo infatti partono sempre dalla loro diretta esperienza di vita, mostrando come, anche nei meandri più strani del rapporto, si possa annidare un egoismo nascosto o un amore inatteso.

 Ingannevole e incantevole

I temi infatti su cui IcA ruota sono sempre all’incrocio di dimensione personale, relazionale e di fede, senza mai separazioni nette tra queste tre dimensioni. Ad esempio in “Ingannevole basic”, si cerca di individuare le trappole di auto sabotaggio e la possibilità di ri-nascere da Dio; le tappe di maturità personali e l’esperienza del roveto ardente; l’innamoramento (la scelta del partner) e il senso cristiano del fidanzamento; i possibili nuclei di morte nel percorso della coppia e l’amore nuziale offerto da Dio; la de-satellizzazione e il perdono dei propri genitori e la benedizione di Dio sui propri limiti per divenire creativi nella vita; la proposta di castità nel fidanzamento e la nuzialità come apice della santità di coppia.
In “Incantevole come l’amore” invece si punta maggiormente sulla preparazione specifica al matrimonio, ma mettendo a tema molte cose che di solito non vengono affrontate nei normali corsi prematrimoniali. Ad esempio: metter fuori dal cassetto i sogni che vi abbiamo lasciato dentro; far rifiorire la sessualità; imparare a usare le braccia per abbracciare, le mani per accarezzare, le labbra per baciare, la bocca per sussurrare parole d’amore; imparare a gestire i figli e non a esserne gestiti; imparare a litigare… restando amici prima, durante e dopo! imparare ad ascoltare con una benda sulla bocca e a parlare con una benda sugli occhi; rinunciare alla gelosia, che perde l’amore proprio mentre pretende di trattenerlo; non tradirsi (…o non più!); saper godere insieme; ripartire dal Principio: dal Dono che ci ha uniti; ritrovarsi non estranei e infelici, ma carne mia, nudi senza vergogna, i due una carne sola, immagine e somiglianza di Dio, felici insieme come passeggiando già ora nell’Eden, sotto la stessa brezza che accarezza i capelli di Dio.

12 cene con le porte aperte

Nelle dodici cene invece, alcune coppie di sposi, a partire dalla loro esperienza nuziale, nell’intimità della propria casa, a tavola, accolgono per dodici sere un gruppetto di persone, a cui annunciare la Bellezza della Vita in Dio. Testimoniano che essere una famiglia cristiana è bello, che intorno alla mensa, il focolare domestico, si spezza non solo il pane quotidiano ma anche la Parola, per non venir meno all’Alleanza suggellata nel giorno del matrimonio, per sperimentare che il nostro Alleato è sempre vivo e presente nella nostra quotidianità. In una società dove non si conosce il vicino di casa, dove la diffidenza regna sovrana e vige il motto facciamoci i fatti nostri, il gesto dell’aprire la porta di casa e accogliere chiunque fa scalpore e incuriosisce. L’obiettivo è quello di rompere questi schemi che ci sabotano e vivere l’altro non come l’estraneo, ma come familiare, di casa, quasi carne propria, dentro quell’etica nuziale che proprio il nostro sacramento ci insegna e ci invita ad accogliere.

 Tu sei prezioso

 “You are golden” è invece il nuovo progetto dedicato ai giovani, dai 14 anni in su, con l’obiettivo di incontrarli per ricordare loro che sono fatti di passioni, sogni, desideri e amore! È dal titolo stesso che si comprende: tu sei fatto di oro, tu sei prezioso. Ed è appunto partendo da sé stessi e dalla consapevolezza di essere importanti, che il progetto mira a organizzare incontri con i giovani in diversi contesti: da refettori a scuole, da locali pubblici a piazze. Incontrare i giovani per sostenerli nel periodo delicato che è la crescita, aiutandoli a non perdere di vista ciò che conta davvero e risentire il profumo delle cose buone per ascoltare una nuova musica, per toccare con mano la strada della felicità e gustarne il giusto sapore.
Certo, per alcuni può apparire un tentativo un po’ “fuori schema” e che risente un po’ dell’atmosfera pastorale d’oltre oceano. Ma in verità, già ora, i dati confermano che attraverso questa esperienza molte persone hanno ristabilito equilibrio in una storia zoppicante, hanno rianimato nella loro fede la dimensione di evangelizzazione, hanno incontrato Cristo da una angolatura insolita e fresca che è stata capace di dare loro un secondo inizio di vita ecclesiale.