E disse

un libro di Erri De Luca

Feltrinelli Editore, Milano 2011, pp. 91

Image 234La Parola, le parole. In fondo tutto si gioca sulla differenza fra qualche lettera. La vita, le scelte, le storie, le parole che ci formano e ci disegnano... in perenne confronto con la Parola, che ha deciso di farsi prossima a noi e non smette mai di dirci qualcosa. La Parola è una, è sicura e sta lì, scolpita sulla roccia del Sinai, come i comandamenti. Le parole sono tante, troppe, incoerenti e insicure come il Popolo di Israele disperso nel deserto, alla ricerca di una terra promessa che tarda ad arrivare.

E disse di Erri De Luca è la storia di questa Parola che va incontro alle parole di uomini, donne e bambini che non sanno che strada pigliare. È la storia di Mosè “primo alpinista” scelto per condurre quel manipolo oltre il deserto. Non è la Bibbia e non ha la pretesa di esserlo, ma è una storia così incarnata ed intrisa di umanità da sembrarlo. D’altronde De Luca non è né cristiano né ebreo ma ama talmente la Parola e le parole da intraprendere questa traversata nel deserto, in compagnia di una carovana che sa di abbandonare a metà strada. A noi rimane una rilettura dei Dieci comandamenti che ti fa tornare quasi la voglia di andarti a confessare, per quanto sembrano vicini alla vita reale e incasinata delle persone, spesso ben diversa da quella raccontata nelle omelie e nei documenti ufficiali. De Luca però sa accettare e raccontare che le sue storie, le sue parole, siano quelle di chi ha scelto di rimanere a margine dell’accampamento, di chi sa che non arriverà alla Terra promessa. Ma nel deserto, quello che attraversiamo ogni giorno quando non si sa dove andare, tutti sono compagni di viaggio e tutti possono avere una parola che indica la pista da seguire e ci ricorda il gusto della Parola, quella che non sbaglia mai la strada.

Daniele Fabbri