Il dialogo tra le religioni passa dall’incontro tra le persone che, conoscendosi, possono stimarsi reciprocamente: bella l’occasione portata avanti a Castel S. Pietro dove, con semplicità, tante associazioni e cittadini di fedi diverse decidono di “abbracciare la città”.

a cura di Barbara Bonfiglioli

 Il dialogo è il ponte

Cittadini diversi abbracciano la città

 di Cristina Baldazzi
insegnante, francescana secolare di Castel San Pietro Terme

 Il cerchio del parroco

Il 30 dicembre 2017 per il secondo anno si è ripetuto a Castel San Pietro Terme l’evento “Abbraccio alla città”, un’occasione di incontro di tante associazioni e cittadini, che nel tardo pomeriggio hanno realizzato un grande cerchio tenendosi per mano nella piazza centrale del paese, abbracciando idealmente la città.

L’iniziativa è stata proposta dal nostro parroco, don Gabriele Riccioni, che ha voluto in questo modo creare una testimonianza concreta del messaggio di pace che Papa Francesco ci ripete fin dal suo insediamento: se cristiani, musulmani, ebrei, donne e uomini si incontrano per condividere un momento di fratellanza e di rispetto reciproco, allora le distanze si accorciano, le differenze perdono importanza.
Nel pomeriggio è stato proiettato il video della “Marcia delle madri”, donne palestinesi, israeliane e cristiane, che hanno percorso a piedi centinaia di chilometri e che a voce alta hanno chiesto pace per i loro figli, dialogo e concrete soluzioni per porre fine ai conflitti che da tanti anni affliggono i loro territori, con un linguaggio concreto e reale, al di fuori delle logiche perverse che invece continuano ad alzare muri, per motivi puramente di potere e di calcolo economico.
«Riscoprite in colui che oggi considerate solo un nemico da abbattere il vostro fratello e fermate la vostra mano! Rinunciate alla via delle armi e andate incontro all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione, per ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza intorno a voi!». Le parole del Papa risuonano ben forte di fronte a queste testimonianze di donne che chiedono ai loro capi politici di lavorare per la pace e non per il conflitto nei loro territori.

Le parole del vescovo

In seguito sono stati pronunciati messaggi di pace da parte dei rappresentanti delle diverse religioni: l’Arcivescovo mons. Matteo Zuppi, per la comunità cattolica, ha invitato i presenti a trasformare le città in cantieri di pace, a costruire la pace con le azioni, sottolineando che non dobbiamo rimanere neutrali ma schierarci per la pace. Partendo proprio dal nostro piccolo, ricordando le parole del Papa: accogliere, proteggere, integrare, promuovere, così dobbiamo costruire la speranza e la pace nelle nostre città. «Dobbiamo difendere questo dono, perché la pace è sempre minacciata dal male, erosa da tanti individualismi, dai semi di intolleranza, dalla violenza ordinaria, dall’aggressività nei pensieri e nelle azioni, dall’incapacità a dialogare e riconoscere il prossimo. La pace richiede ponti sempre nuovi, perché altrimenti si costruiscono muri che impediscono anche fisicamente di vedere il prossimo e per questo ci riempiono di paure».
Queste sono le parole che l’arcivescovo ha ripetuto anche il giorno seguente a Bologna, durante la marcia della pace: «Diventiamo noi costruttori di un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia, binomio che non può essere mai disgiunto. Non c’è futuro se i disequilibri non sono combattuti. La pace è affidata sì ai responsabili delle nazioni ma è anche sempre artigianale e passa per le nostre persone. E per prima cosa dobbiamo essere noi in pace con noi stessi. Non si dà la pace se non la abbiamo e la pratichiamo. Mandiamo via quello che ci rende inquieti, duri, aggressivi, che ci fa credere in diritto di trattare male, che ci fa seminare giudizi che sono condanne. La pace inizia adesso, è mia ma si comunica, è contagiosa, produce frutti».

 Ascolto interreligioso

Padre Doru Vasile è intervenuto per la comunità ortodossa rumena. Ha ringraziato per l’invito e ha ribadito che è reale la vicinanza tra noi e quanto la parola pace sia presente nel messaggio di Dio e che quindi debba farsi presente nella nostra vita.
Anche Yassine Lafram, coordinatore delle comunità islamiche bolognesi, ha sottolineato l’importanza di questo incontro tra le diverse comunità religiose, riunite sotto un unico slogan per la pace. Ci ha ricordato che dobbiamo dialogare insieme; ci sono tante convergenze tra noi, ad esempio tra la religione islamica e cristiana: Gesù è un grande profeta per i musulmani, è un messaggero di Dio per il genere umano. È quindi necessario allontanare chi ci vuole dividere, alzando spauracchi e paure. Infine ha invitato a cercare altri momenti di incontro nel rispetto delle nostre convinzioni e differenze.
Il Rav. Alberto Sermoneta, rappresentante della comunità ebraica, non era presente, perché il 30 dicembre 2017 era sabato, il sacro giorno del riposo assoluto per il popolo ebraico. Ha mandato però un messaggio, che è stato letto ai presenti, dove ha voluto sottolineare che il termine “pace” non deve essere inteso come l’antitesi della guerra, ma come “completezza”. «Non può esservi una vera pace con il prossimo se non si è in pace vera con se stessi; ogni uomo, infatti, che riflette l’immagine di Dio, deve avere rispetto nei confronti di se stesso e del proprio prossimo, rispettandolo ed agendo con onestà e lealtà». Concludeva il messaggio con l’auspicio che simili manifestazioni inducano a riflettere sul comportamento di ogni uomo: soltanto attraverso la conoscenza dell’altro, il rispetto e soprattutto l’onestà nei suoi confronti è possibile intraprendere un cammino che potrà condurre ad una condizione di convivenza pacifica tra uomini e fra popoli.

 E poi il parroco…

Don Gabriele ha concluso gli interventi precedenti, ringraziando tutti i partecipanti, il sindaco e i referenti delle diverse comunità religiose, ha ringraziato padre Giuseppe e padre Dino, frati cappuccini del convento di Castel San Pietro Terme, anch’essi presenti alla serata; poi ha invitato tutti i presenti a proseguirla bevendo insieme tè caldo e continuando questo momento di condivisione e di fratellanza. La serata ha rinsaldato i legami e le relazioni tra diverse tradizioni spirituali, che nella nostra città da tempo sono vicine nel dialogo, nella convivenza e nel reciproco rispetto, evidenziando la comune volontà di proseguire questo impegno, per respingere tutto ciò che porta allo scontro le diverse tradizioni religiose, e di operare invece per rafforzare i valori e la spiritualità, cercando altre occasioni nel corso dell’anno per confrontarci su temi che ci avvicinano. Il dialogo e la nostra comune invocazione della pace devono essere un impegno coerente per proseguire questo cammino insieme.