Non siamo molto abituati a pensare ai cristiani che vanno intenzionalmente ad incontrare altre persone per annunciare loro la gioia di aver fatto esperienza di Cristo risorto. Ma in verità questo sarebbe la prima raccomandazione data da Gesù alla Chiesa nascente e la sua ultima parola lasciata in eredità ai discepoli: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15). Prima e ultima perciò, l’alpha e l’omega, l’apertura e la chiusura dell’alfabeto greco. Proprio da questa percezione, questo stesso nome, Alfa-Omega (A-O), designa l’esperienza di evangelizzazione che ho incontrato.

a cura di Gilberto Borghi

 Di nuovo l’alfa e l’omega

L’annuncio del Vangelo nel mondo che cambia

 

Nel concilio lunghe radici

È una esperienza dalle radici lunghe. Figlia diretta del Concilio. Siamo alla fine degli anni '70.

A Roma, un piccolo nucleo di cristiani laici di una parrocchia inizia a vivere momenti comunitari in cui si gusta un nuovo incontro personale con Gesù a partire da una lettura popolare e quotidiana del Vangelo in vista della partecipazione più cosciente all'Eucaristia domenicale. Lentamente, alla luce della riflessione sull'Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi di Paolo VI (1975), maturano una prospettiva di annuncio che riparte dal desiderio esplicito di raccontare il Vangelo sperimentato come relazione vitale con Cristo e non come dottrina. Prende corpo così gradualmente un metodo di "primo annuncio" centrato sul kerigma, cioè sull'annuncio di Gesù morto e risorto, unico Salvatore e Signore, inserito all'interno di un Progetto di missione che si articola sullo sfondo del modello “Parrocchia mistero di comunione per la missione”, così come è stato tratteggiato dagli Orientamenti Pastorali della CEI dagli anni ’70.
L’esperienza crea entusiasmo e da allora cresce e si espande come tutte le cose belle: Modena, Bologna, Pescara, Verona… Da allora molte cose accadono: lo Statuto dell'Associazione viene riconosciuto a livello ecclesiale nel 1987 e nel 1997, con un aggiornamento nel 2016. Il percorso interno dell’associazione cresce. Nascono una serie di corsi sul discepolato, le conferenze nazionali ispirate all'icona dell'incontro di Cristo Risorto con i discepoli di Emmaus, i seminari mirati a qualificare gli evangelizzatori. È evidente, nell’intero percorso, la centralità del kerigma di Gesù risorto che ha come corollario la misericordia assoluta di Dio. Sotto la guida di un Consiglio nazionale e di un Gruppo di coordinamento, prende forma una spiritualità missionaria per gli associati. Da qui nasce in ogni diocesi un organo denominato gruppo di apostolato: è la comunità che cerca di incarnare il carisma di Alfa-Omega in comunione con la Chiesa locale e con l'assistenza di un consigliere spirituale.

 Alle fondamenta il Risorto

La formazione si fa più attenta alle esigenze dell'inculturazione della fede, e dal 1992 ad oggi vengono vissuti cicli di esperienze di formazione tutte mirate a trovare le forme più vere e rispondenti al mondo che cambia per rendere efficace l’evangelizzazione. Tra queste ultime quella in cui Fratel Enzo Biemmi ha accompagnato questo gruppo nell'approfondimento del cosiddetto “secondo annuncio” e delle sue prospettive. L’idea cioè che oggi è necessario ricominciare da capo, ancora una volta, ad annunciare la gioia del Risorto, perché il cambiamento epocale che attraversiamo implica la necessità di parlare a persone ormai postcristiane, che hanno già ricevuto un primo annuncio, ma che non sono state “toccate” profondamente da questo, pur avendone assorbito mentalmente i contenuti.
Ma cosa fanno concretamente gli evangelizzatori di A-O? All’interno del tessuto parrocchiale che di volta in volta si è chiamati a “visitare”, si dà vita ad un periodo di “missione territoriale”, in cui la visita alle famiglie è il nucleo centrale; in ogni casa in cui si entra viene presentato un brano del Vangelo come traccia del dialogo che si terrà, che consente di illustrare l'evento centrale della fede cristiana: la salvezza di Dio per l'uomo, compiuta nella persona di Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore e Signore. Contemporaneamente alla visita alle famiglie, in parrocchia vengono curati momenti di preghiera, di adorazione eucaristica e di formazione, per sostenere i missionari nel loro servizio di evangelizzazione e perché la comunità condivida lo spirito dell'evento.
Per rendere efficace questo servizio, c’è un periodo di preparazione alla missione, centrato sulla motivazione e formazione di un nucleo di promotori della missione fra le persone più attive della comunità parrocchiale. Questo perché A-O vuole radicarsi come strumento di servizio alla vita delle parrocchie e per permeare tutte le attività parrocchiali. In questo modo, si tende a formare una mentalità positiva verso la missione anche in chi già vive una fede ordinaria e non ha mai pensato che l’aspetto missionario debba e possa essere potenziato con attività specifiche e precise.
Così facendo, il periodo della missione vera e propria è realizzato sia da responsabili di A-O, sia dal nucleo dei promotori parrocchiali, che possono così imparare la missionarietà concreta e mantenerla poi come esperienza ulteriormente possibile. In genere è un periodo che dura una o due settimane, ripetuta per alcuni anni a seconda del numero delle famiglie da visitare.

 E dopo?

Il periodo successivo alla missione è il più complesso e delicato. Chi si è mostrato interessato al "primo annuncio" viene invitato a continuare il cammino nei piccoli gruppi che vengono formati nelle case. Iniziano così gli incontri di "Lettura del Vangelo" settimanale o quindicinale come itinerari di rivisitazione della propria fede e per una più fruttuosa partecipazione all'Eucaristia domenicale. Dopo qualche anno, in cui ogni gruppo è animato da un membro di A-O, si individueranno, possibilmente all'interno dei gruppi, persone che, con una prima formazione spirituale e metodologica, inizino a guidare i gruppi stessi: è fondamentale che tali guide della parrocchia siano libere da altre responsabilità pastorali. Le guide si incontrano mensilmente con un responsabile di A-O ed il parroco per approfondire i testi evangelici che condivideranno con i gruppi.
Lo scopo è quello di formare un nucleo di evangelizzatori capaci di pianificare e realizzare stabilmente l'opera di evangelizzazione nel territorio parrocchiale. La Parrocchia diventa così comunione di piccole cellule di evangelizzazione presenti nel territorio, che sono lievito per discernere i carismi emergenti per il servizio nella comunità e come seme di nuova evangelizzazione.
Ultimamente poi, oltre al progetto parrocchiale, l’Associazione percorre anche altre strade per l’evangelizzazione, perché si è resa conto della necessità urgente di uscire dallo stretto ambito della organizzazione ecclesiale per essere “in uscita”, secondo l’espressione di Francesco. Così è nata l’esperienza della lettura del vangelo presso il carcere di Modena, o quella, ancora in fase di decollo, con persone non credenti.
Credo davvero che A-O rappresenti un bell’esempio di missionarietà ecclesiale nelle parrocchie: laici che hanno preso coscienza dell’essere cristiani e della responsabilità missionaria in un mondo in continua profonda evoluzione.

Segnaliamo il volume:
GILBERTO BORGHI
Dio, che piacere! per una nuova
intelligenza cristiana dell'eros
San Paolo, Cinisello Balsamo
2018, pp. 125