Lo scolaro, l’astrolabio, il ponte

Nascita di un presepe a BarbiaNa per incoraggiare chi è senza lavoro

 di Antonello Ferretti
del Polo culturale dei cappuccini dell’Emilia-Romagna

Image 202Idea intorno al tavolo

Per il mondo intero il 2011 è stato l’anno dei numeri. Chi non ha atteso il famigerato 11/11/11, anche solo per osservare cosa sarebbe accaduto quel giorno? Pure a Barbiana, sperduto “non-luogo” del Mugello e luogo dell’esilio ecclesiastico di don Lorenzo Milani, è stato l’anno dei numeri. Ma si è trattato di numeri diversi: nel 2011 si son ricordati i 44 anni dalla morte di don Lorenzo che a 44 anni ci ha lasciato, e da 44 anni a Barbiana non viene più celebrata la Messa a Natale.

E, di conseguenza, eran 44 anni che non si costruiva più un presepe, realtà alla quale don Lorenzo era molto legato, in quanto diventava occasione per insegnare ai suoi alunni la storicità della figura di Gesù. Tutto a Barbiana era occasione per far scuola, per imparare, per vivere delle esperienze.

Attorno al tavolo della cucina di Barbiana in un gelido sabato di dicembre 2010, stavo ascoltando questi ricordi dalla voce di Michele Gesualdi (presidente della fondazione don Milani e uno dei primi sei alunni del priore). «Occorre guardare al futuro - mi disse con la sua abituale convinzione e fermezza Michele - che ne dici di fare insieme un presepe per dicembre 2011? Però voglio un presepe milaniano e non tradizionale».

L’invito certo era allettante, ma capivo benissimo che si sarebbe trattato di un impegno gravoso, che avrebbe richiesto una progettualità non piccola, e poi - conoscendo Michele - intuivo che sarebbe stato un viaggio bellissimo, ma imprevedibile, pieno di sorprese e soprattutto con una meta sempre in divenire.

«Dai, pensiamoci!». Questa fu la risposta che diedi, forse per prendermi del tempo, forse per non deluderlo, forse perché davvero ci stavo già pensando. Tornato a casa iniziai a riflettere su come collegare la grande attività di don Lorenzo maestro e sacerdote alla Parola di Dio e alla scuola di Barbiana.

I tre simboli

Le mie abituali frequentazioni con alcuni ex alunni del priore e il recarmi periodicamente a Barbiana mi hanno insegnato che esistono tre simboli intorno ai quali è possibile racchiudere (seppur non nella sua totalità) l’esperienza di don Lorenzo: Santo Scolaro, il ponte di Luciano e l’astrolabio.

Si tratta di tre realtà, tuttora presenti in loco, che davvero parlano e raccontano a chi sa ascoltarle. Santo Scolaro è un mosaico a vetro che si trova - quale pala - su un altare laterale della piccola chiesa di Sant’Andrea a Barbiana. Esso raffigura un piccolo monaco (con tanto d’aureola) che sta leggendo un libro. Due anni di lavoro è costata ai ragazzi di Barbiana la realizzazione di questo mosaico, a quei ragazzi che il priore non a caso chiamava i “miei piccoli monaci”.

Nell’aula della scuola di Barbiana si trova uno strano strumento per osservare e studiare le stelle: l’astrolabio. Ovviamente anche questo rigorosamente costruito in casa dopo mesi di studio. La scuola si costruisce insieme e insieme si attua la ricerca della verità che va trovata nel grande libro della natura, che è il libro di Dio. Questo è il secondo segreto di Barbiana ed è racchiuso nell’astrolabio.

Il terzo ed ultimo segreto è nascosto nel bosco e lo si trova solo facendo un po’ di fatica: il ponte di Luciano. Luciano era un pastorello che per andare a scuola tutte le mattine faceva due ore di strada a piedi nel bosco e doveva guadare un piccolo torrente; un inverno il corso d’acqua si ingrossò e Luciano vi cadde dentro. Quando arrivò a scuola era intirizzito e spaventato. Don Lorenzo insieme ai suoi ragazzi si indignò fortemente che per i poveri non ci fossero i mezzi adeguati per poter imparare, per recarsi a scuola, ed organizzò un piccolo sciopero perché venisse costruito un piccolo ponte sul torrente. Il ponte ci insegna che devono essere abbattute tutte le differenze e bisogna trovare mediazioni perché tutti possano arrivare alla realizzazione della propria identità. Questi i segreti di Barbiana.

Image 209Il presepe parlante

Solo chi possiede la parola è in grado di annunciarla: questo mi comunicava l’immagine di Santo Scolaro intento a studiare. Ecco allora la scena dell’annuncio ai pastori: l’angelo comunica con la parola che la Parola è nata in mezzo a noi. Ovviamente l’astrolabio indica la via nella notte: chi più dei magi si è messo in cerca della verità partendo dall’osservazione delle stelle? E la natività? Non poteva essere che sul ponte di Luciano in quanto Gesù venendo nel mondo - come ci ricorda san Paolo - ha abbattuto il muro di inimicizia, di divisione, si è fatto mediatore, cioè ponte.

Individuata la tematica, tutti al lavoro e il Polo culturale dei cappuccini dell’Emilia-Romagna, i giovani della parrocchia di Sant’Antonio di Padova di Sassuolo e i membri dell’associazione di promozione sociale “La comune del parco di Braida in Sassuolo”, per tre mesi, per tre serate alla settimana e tutti i sabati pomeriggio, han lavorato di testa e di mano per dar vita al presepe di Barbiana, iniziativa che ha visto il coinvolgimento di 43 persone.

Ma sarebbe stato tutto troppo semplice, se fosse andata solamente così. Una telefonata di Michele ci fece capire che il progetto sarebbe stato molto più ampio: «Un presepe deve suscitare qualcosa, non può essere solo un quadro da vedere che ci riempie il cuore di bei pensieri facendoci dimenticare la realtà».

Da questa ulteriore pista di riflessione è nata quindi l’esigenza di far parlare il presepe all’uomo di oggi. Siccome «per loro non c’era posto nell’albergo», il presepe è stato dedicato a tutti coloro che non hanno un posto e precisamente non hanno un posto di lavoro o perché l’hanno perso o perché non riescono a trovarlo a causa del periodo di crisi che imperversa nel nostro paese.

Ecco allora un ulteriore passo avanti: il presepe, posto nelle officine della scuola di Barbiana, è stato preceduto da una piccola mostra basata su immagini e frasi - tratte dalla Sacra Scrittura, dagli scritti di don Lorenzo e Giorgio La Pira, documenti del magistero, liberi pensatori, ecc.) - che richiamano la realtà del mondo del lavoro. Tale mostra è stata realizzata dalla Fondazione Don Lorenzo Milani.

L’iniziativa è stata condivisa ed accolta dai sindacati confederati di Firenze ed è stata simbolicamente dedicata alla vertenza sindacale di una fabbrica di Scandicci, la Elettrolux. E il 18 dicembre tutti a Barbiana per inaugurare il presepe: momento davvero significativo che ha visto il realizzarsi di un sogno e di un cammino formativo in particolare per i più giovani che nei mesi scorsi oltre a lavorare di mano hanno riflettuto e discusso insieme a me su alcuni testi di don Lorenzo particolarmente significativi. Alle ore 12,00 Paolo Grasselli, responsabile del Polo culturale, ha celebrato la Messa a cui ha fatto seguito un semplice ma grande pranzo.

E dopo l’Epifania la vita del presepe inizierà davvero in quanto diventerà il “testimonial” di eventi a cui la Fondazione Don Lorenzo Milani, in collaborazione anche con il nostro Polo culturale, darà vita durante i prossimi anni. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo.