Librorum Prohibitorum

Liceali vincono un concorso spolverando libri proibiti nella nostra biblioteca di Bologna

 di Elisabetta Zucchini
bibliotecaria

 Deposito di memoria

«Del silenzio, il libro, deposito della memoria, antidoto al caos dell’oblio, dove la parola giace, ma insonne, pronta a farsi incontro con passo silenzioso a chi la sollecita».

Desidero iniziare con questa splendida frase di padre Giovanni Pozzi, soffermandomi in particolare su queste parole: deposito della memoria. È proprio dal concetto di conservare la memoria storica dei padri cappuccini e renderla “incontro” con le nuove generazioni che il progetto di alternanza scuola-lavoro nella Biblioteca provinciale dei cappuccini di Bologna prende vita. Un incontro tra i volumi antichi e i ragazzi del Liceo scientifico Enrico Fermi di Bologna che nasce per caso come uno dei tanti progetti che si svolgono in biblioteca, con l’obiettivo di renderla sempre più fruibile, vicina e conosciuta alle persone, ma che giorno dopo giorno si anima dell’entusiasmo e dell’allegria che solo i ragazzi sanno dare e sfocia in una mostra dal titolo “De inquisitione librorum prohibitorum: rispolveriamo i libri proibiti”.
La biblioteca ha stipulato una convenzione con il Liceo Fermi in merito alle ore di attività di alternanza scuola-lavoro diventate obbligatorie per legge nel 2016 per gli studenti degli ultimi tre anni, con un progetto che vede impegnati in biblioteca circa 25 studenti nel periodo estivo. Tale progetto ha come titolo “Apprendisti bibliotecari” ed ha l’obiettivo di censire le opere librarie antiche dei secoli XVIII e XIX. Primo compito dei ragazzi è di eseguire un riordino dei volumi antichi, giunti in biblioteca in maniera disordinata dai conventi cappuccini della provincia dell’Emilia-Romagna, secondo il secolo e la provenienza. Dopo questa prima fase iniziale, provvedono alla spolveratura ed alla pulizia dei volumi, sotto la supervisione attenta di una restauratrice esperta, in appoggio alla biblioteca con un tirocinio lavorativo.
Questo lavoro preliminare di pulizia ha permesso di individuare e conseguentemente separare i volumi in pessime condizioni conservative in modo da non danneggiare il resto del patrimonio ed affidarli, successivamente, alle cure della restauratrice. Inoltre, è stato insegnato loro a costruire scatole conservative, con appositi materiali per il restauro, e a eseguire piccoli interventi di restauro dove ne fosse necessario. Conclusa la fase di pulizia, i volumi passano ad essere registrati in una tabella excel realizzato dagli studenti. In tale tabella vengono registrati il secolo di appartenenza del volume, la provenienza, il titolo, l’autore, l’anno e il luogo di pubblicazione, le note di possesso, i timbri e le antiche segnature. Tutti particolari importanti che aiutano a collocare il volume e a ricostituire il patrimonio librario di ogni singolo convento. I ragazzi si dividono in gruppi e si alternano nei diversi lavori in modo da coordinarsi e non eseguire sempre le stesse cose.

 Un timbro giallo e il concorso vinto

Durante la fase di rilevazione della provenienza e dei timbri, alcuni studenti hanno notato un particolare timbro giallo, diverso dagli altri non solo per il colore ma anche per il contenuto: CENSORE DIOCESANO DI MODENA… La curiosità storica li ha portati a fare domande e ad avere una sempre maggiore attenzione nella registrazione dei dati, fino a isolare in uno scaffale i volumi che riportavano il timbro giallo. Abbiamo insieme approfondito la cosa, fatto ricerche e deciso di partecipare alla VI edizione 2016-2017 del Concorso “Io amo i beni culturali” indetto dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della regione Emilia-Romagna con un progetto dal titolo “De inquisitione librorum prohibitorum: rispolveriamo i libri proibiti”.
Il progetto comprendeva: le fasi del lavoro eseguite dai ragazzi presso la biblioteca, una serie di lezioni teoriche a scuola con i professori, una visita guidata al tribunale dell’inquisizione a San Domenico di Bologna con padre Adriano Cavallo, una mostra conclusiva nella Biblioteca provinciale di Bologna. Il progetto è piaciuto alla commissione esaminatrice e ci siamo ritrovati fra i cinque vincitori nell’ambito delle biblioteche. È stato anche uno dei cinque progetti selezionati a livello nazionale dalla VII Commissione “Cultura, scienza e istruzione” della Camera dei Deputati sulle buone pratiche di diffusione culturale.
Al di là dei premi vinti e dei riconoscimenti ottenuti, è stato importante il coinvolgimento degli studenti e la passione che hanno messo in un progetto, comunque impegnativo, nel quale ci si sporcava le mani con la polvere dei libri e si doveva leggere e registrare frontespizi in latino. Un’attività di alternanza scuola-lavoro che non ha solo una connotazione culturale ma anche pastorale. Vi è stato un legame profondo tra cultura e pastorale; questi volumi antichi hanno avvicinato un gruppo di ragazzi alla storia di un ordine religioso e ad un ambiente, il convento, che forse per qualcuno di loro era sconosciuto, ma che hanno imparato a conoscere, a sentirsi accolti e a voler tornare. Hanno arricchito le loro conoscenze direttamente sui documenti, hanno analizzato gli eventi storici da nuove prospettive, hanno compreso che la storia non è solo quella letta e studiata nei libri di testo. Hanno osservato le vicende della Chiesa con occhi diversi, liberandosi dei preconcetti di una cultura atea predominante.
La mostra inaugurata giovedì 26 ottobre 2017 ha destato un interesse di pubblico inaspettato e questo porta a riflettere su quanto richiamo abbiano i volumi antichi e le storie in essi racchiuse. Siamo portati a dimenticare e a non considerare quanto sia importante valorizzare il patrimonio librario antico e a dargli quel valore culturale, pastorale e umano che merita.