Ex deejay sulle navi da crociera, diventa sacerdote nel Giubileo del 2000 per mano dell’allora segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone. Ma la passione per la musica non l’abbandona. Così don Roberto Fiscer a diciannove anni era un famoso deejay che dalla sua consolle faceva divertire i giovani nelle discoteche più rinomate del litorale genovese; a trenta è sacerdote, vice parroco della parrocchia San Martino d’Albaro di Genova.

Gilberto Borghi 

Cristo-dance

Dall’esperienza di deejay alla creazione di una radio per vivere la religiosità anche col corpo

 Ballare per non sballare

Da questa strana storia fiorisce la prima discoteca cristiana, la Cristoteca, per diffondere tra i giovani la parola di Gesù.

Alla “prima” di questo esperimento, nell’estate del 2010, ai bagni san Pietro di Arenzano, hanno ballato disco hit religiose come Shake the devil off (Scaccia via il diavoletto) un centinaio di giovani, mamme, papà, nonni, tra i quali si sono mischiati giornalisti, fotografi, cameramen e ovviamente curiosi. Persino una donna musulmana con il velo sul capo, sorridente al ritmo della musica Gesù ti ama.
Cuffie, mixer, indosso la maglietta della Madonna di Lourdes e tanta energia, don Roberto, dalla consolle improvvisata della struttura privata che una sua amica gli ha messo a disposizione, ha suonato musica dance cristiana fino a notte fonda. Ingresso libero, come buttafuori i frati del Santuario Gesù Bambino di Praga, cocktail alcolici disponibili solo per gli adulti. Così la prima discoteca cristiana di Genova è diventata un appuntamento fisso ad Arenzano ogni mercoledì dalle ore 21 alle 23.30 circa.
Il suo motto è «Balla con la musica, non ballare con la vita», dicendo di aver visto molte serate diventate “da sballo” in diverse città; come a Roma, dove racconta di aver visto “l’inferno” spesse volte, prima del 2000. In quell’anno arriva la sua conversione, durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Roma, quando - dice - «sono partito per trovare la fidanzata, ma ho trovato la fede».
Sulla scia di queste esperienze, oggi don Roberto organizza corsi per deejay e dirige “Radio fra le note” (702 del digitale terrestre e sul sito www.sanmartinodalbaro.it) puntando sulla prevenzione: insegnare ai ragazzi a «ballare senza sballarsi». È andato in giro per l’Italia con il musical Strade Dorate per parlare dei problemi giovanili: dall’anoressia al cyber-bullismo, da whatsapp allo sballo nelle discoteche. «Sono molto critico verso questi falsi maestri - dice il sacerdote -; sono visti come testimoni e occhieggiano all’uso di sostanza. Non voglio giudicare la vita altrui, ma i maestri sono altri».

 La fede nella gioia

Gesù si è fatto deejay? Strano a dirsi, ma incarnazione può voler dire anche questo. È possibile avvicinare i giovani a Dio nella prima “discoteca cristiana” della diocesi di Genova, pregando e divertendosi? In fondo il cristianesimo è una fede della gioia e si può esprimere anche così. Un evento notturno sulla spiaggia di Arenzano, pensato per far ballare d’estate i turisti e i parrocchiani in allegria, può permettere di provocare un contatto con Cristo? Se l’umano è stato assunto interamente da Cristo, forse sì. I video di questa esperienza sono stati pubblicati dal giovane prete sulla sua pagina Facebook e hanno già raggiunto velocemente più di diecimila visualizzazioni. «Anche l’Eucarestia - spiega lo stesso sacerdote genovese - può diventare un “tormentone” che, sul serio, ti fa venire voglia di confessarti».
La radice di questa idea viene dal Brasile. Ma don Roberto ha anche deciso di modificare i testi delle più famose hit del momento, in una versione cristiana. Così ad esempio Sono un ragazzo fortunato di Jovanotti diventa: Ragazzo perdonato; Maria Salvador di J-Ax diventa O Gesù Salvator. Brani che hanno incassato migliaia di visualizzazioni su youtube, e ancora continuano a “girare” sul web.
Inoltre, in questo contesto è nata l’esperienza di una radio giovane, “Radio fra le note”, tutta cristiana, con musica moderna, con diversi momenti per sostanziare anche la spiritualità: dalla meditazione sul vangelo del giorno, con la trasmissione “Din Don”, che va in onda tutte le mattine alle 7,00, alla messa celebrata presso la chiesa di San Martino d’Albaro, ad “incontri” speciali, come sono quelli con gli ammalati del reparto di ematologia dell’Ospedale San Martino e i piccoli ricoverati dell’Istituto Giannina Gaslini, in diretta ogni martedì e mercoledì rispettivamente con “Luci a san Martino” e “A tutto Gas”.
In una di queste trasmissioni dedicata ai bambini dell’ospedale Gaslini, a sorpresa è arrivata la telefonata di papa Francesco, qualche giorno prima della sua visita a Genova: «Cari bambini ospiti dell’ospedale Gaslini di Genova vi saluto tutti con affetto in attesa di vederci sabato. Voglio dirvi che attendo con gioia il momento di incontrarmi con voi e con i vostri familiari, vengo per stare un po’ vicino a voi, ascoltarvi e portarvi la carezza di Gesù. Lui è sempre vicino a noi specialmente quando siamo in difficoltà e abbiamo bisogno. Lui sempre ci dà fiducia e speranza. Prego già adesso per voi e per favore voi pregate per me. Grazie, ci vediamo sabato». Forse anche un implicito riconoscimento di questo mezzo di evangelizzazione inventato da don Roberto.

 Compenetrazione del corpo col Risorto

Ovviamente, la modifica dei testi in chiave di teologia cristiana permette di far riflettere sui temi cardini della teologia classica, con intensi richiami alla confessione, a Cristo, al perdono e alla misericordia. Ma le particolarità sorprendenti di questa “via” di evangelizzazione sono due. Una è l’aver posto al centro il linguaggio emozionale e corporeo, in quanto si tratta di ballo, di corpo, di emozioni, come un tentativo di ridare corpo alla fede. Perché una fede senza corpo, semplicemente non esiste, e forse dovremmo prendere più coscienza che da secoli le forme del cristianesimo hanno messo al centro la testa più che il corpo, con un terribile rischio di intellettualizzazione della fede che non sempre è sfuggita alla sua ideologizzazione. La fede sta in piedi su un corpo risorto e trova la fonte e il culmine della sua vita nella compenetrazione del nostro corpo con il corpo risorto di Cristo. Come si fa a pensare che Cristo possa toccarci senza passare anche dal nostro corpo?
La seconda è che questa forma è veicolata moltissimo sui social, sfruttando la capillarità e la viralità della rete, che la rende facilmente diffondibile e la trasforma anche in una sorta di ritrovo educativo virtuale, che si lega pienamente al primo annuncio cristiano. Con la bella sorpresa, poi, che non si tratta solo di un mondo virtuale. Infatti agli incontri speciali sono da aggiungere anche quelli nel carcere di Marassi e in una casa di riposo, nei quali le emozioni della fede trovano traduzione attiva e scelte reali di sostegno e condivisione. Don Roberto con “Radio fra le note” sta creando una “geografia del cuore” che proprio attraverso queste note, legate da un pentagramma di abbracci e sorrisi, riesce a portare la Speranza, quella con la “S” maiuscola. 

Segnaliamo il sito di
“Radio fra le note”:
www.radiofralenote.it