“La cornice di un incontro”: così Florenskj definisce l’icona. Facilitare questo incontro è lo scopo dei gruppi giovanili ignaziani chiamati “Pietre vive”. Ci provano dal 2008. Da quando a Roma e a Bologna hanno scoperto che anche questa “bellezza” può davvero parlare di Gesù Cristo, sia a chi non ne ha quasi mai sentito parlare, sia a chi pensa di averlo già incontrato. E oggi sono in più di 40 città del mondo.

Gilberto Borghi

 

 Il bello si fa catechesi

L’esperienza delle comunità “Pietre vive” annuncia la Parola anche attraverso l’arte della chiesa

 Costruite intorno a Cristo pietra viva

 “Pietre Vive” è un insieme di comunità giovanili nate per annunciare Gesù Cristo e la Bellezza della Chiesa a coloro che guardano le bellezze delle chiese. La Parola annunciata da un testimone a chi entra in un monumento fa sì che il monumento diventi proprio “monumentum”, cioè luogo di memoria.

Questa l’intuizione di padre Jean Paul Hernandez, che ha dato vita a Pietre Vive, con due finalità: vivere la visita come un annuncio di fede ai più lontani; e farlo come comunità cristiana basata sulla preghiera, che invita alla preghiera. Allora il turista vede nella carne ciò che le pietre dell’edificio vogliono dire e il “luogo d’arte” si trasforma in luogo di accoglienza, di ascolto, di Incontro.
Le “Pietre Vive”, infatti, non sono guide isolate, ma sono articolate in “comunità locali”. Il loro essere visibili come comunità all’interno delle chiese è rendere visibile ciò di cui l’edificio sacro è metafora: “pietre vive costruite come edificio spirituale” intorno alla “pietra viva” che è Cristo (cfr. 1Pt 2,4-5). Per molti “lontani” che entrano in chiesa, le “Pietre Vive” sono il primo “volto” di una Chiesa accogliente, gioiosa, e giovane. Perciò, salvo casi eccezionali le “Pietre Vive” che fanno servizio attivo devono essere giovani fra i 18 e i 35 anni.
La proposta concreta è quella di un breve percorso all’interno dell’edificio di culto in cui l’oggetto della visita non è solo il contenuto storico artistico, quanto il dar voce alle intenzioni del committente e dell’artista, permettendo al visitatore di scoprire il messaggio teologico e spirituale contenuto nell’opera d’arte. Ogni pezzo della realtà, ogni tessera di mosaico, ogni tela, ogni frammento di marmo si possono trasformare in un racconto di amore che Dio rivolge all’uomo. Spiegare l’orizzonte di fede in cui è sorta l’opera d’arte diventa così il rendere presente una storia. La storia di “altri”, apparentemente lontana, ma che può lentamente portare l’ascoltatore ad accorgersi di una similitudine con la propria storia, lasciandolo libero di entrarci o meno.
Il compito della “Pietra Viva” è quello di lasciare che l’opera parli a chi la guarda, che comunichi alla sua sensibilità nel momento storico e personale che sta vivendo. Attraverso una vera e propria empatia con il turista, la Pietra vive, si mette in sintonia con ciò che di bello, vivo e grande sta dentro al suo cuore e cerca di trovare un punto di aggancio tra questo e il messaggio di fede che l’opera annuncia. E, in effetti, si tratta di un vero e proprio annuncio. Per alcuni un primo annuncio, per altri un rinnovo di quello che magari hanno già incontrato, ma che si è affievolito nel tempo.
E qui ogni Pietra viva trova il modo di esprimere l’annuncio personalmente al meglio. In genere partendo da ciò che nell’opera d’arte ha toccato più da vicino la propria vita, in modo tale che le parole ricevano quello spessore del vissuto che le fanno arrivare al cuore di chi ascolta creando una triangolazione tra testimonianza, opera d’arte e ascoltatore. Una specie di racconto del proprio incontro con Cristo, attraverso la bellezza dell’opera che viene raccontata.
Ma come può funzionare questa forma di evangelizzazione? Cosa rende efficace questo approccio? Alcune attenzioni che la Pietra viva è chiamata a vivere.

La preghiera

Le “Pietre Vive” sgorgano dalla preghiera e portano alla preghiera. Ogni giorno di servizio va inquadrato nella preghiera: un’ora di meditazione al mattino e una messa in conclusione della giornata. Nell’incontro personale con Cristo e nell’ascolto silenzioso della Sua Parola, la “pietra viva” trova il desiderio di amare e si lascia plasmare come testimone di una Bellezza offerta a tutti. Nelle chiese dove prestano servizio, le “Pietre Vive” allestiscono un “angolo preghiera”, possibilmente animato da canti e letture; esso viene segnalato come possibilità ai turisti, luogo in cui possono raccogliersi, e incontrare direttamente Cristo.

 La gratuità

L’annuncio dell’amore di Dio è l’annuncio della gratuità di Dio. Un annuncio della gratuità di Dio che non fosse gratuito annullerebbe lo stesso annuncio, cioè non renderebbe presente la gratuità e questo in linea con il passo: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). In questo le “Pietre Vive” si pongono in perfetta continuità con l’intuizione di sant’Ignazio sulla gratuità dei ministeri e, proprio per poter lavorare in radicale povertà, trovano altri modi di sostentamento per le spese comuni, senza gravare per nulla sui turisti.

 L’essenzialità

La Buona Notizia si annuncia con il cuore libero di chi è “leggero di equipaggio”. Fa parte dello stile di “Pietre Vive” la radicale sobrietà dei membri attivi in particolare durante i giorni di servizio: si eviterà ogni spesa superflua e ogni stile mondano perché l’apostolo deve rimanere un pellegrino, ricco solo della Parola. E questo per avere un amore di predilezione verso i più poveri del luogo, che spesso si aggirano intorno alle chiese e nel centro delle città turistiche, per cui si deve ricercare la loro compagnia, possibilmente condividere con loro i pasti e coinvolgerli nelle visite. L’idea straordinariamente nuova è che il Bello che parla di Dio, patrimonio di tutti, possa essere spezzato e spiegato a tutti, anche a coloro che sono ai margini della società, che vengono inclusi anche materialmente in molte iniziative di vita delle “Pietre Vive”.

 L’ecumenismo

Pietre Vive” ha un’origine e un’identità cattolica, ma i cristiani di altre confessioni si devono trovare “a casa” loro. Perciò, a seconda delle caratteristiche locali, componenti ortodossi o protestanti danno al gruppo “Pietre Vive” un carattere ecumenico che arricchisce la testimonianza di comunione. Nel contenuto delle visite si favorisce infatti l’apertura e il dialogo con le altre tradizioni cristiane, affinché per le persone non credenti sia più facile vedere in questa unità il segno dell’amore di Cristo.