Dettagli ed ecosistemi tra le righe

 In quanto volontario pro-missioni leggo quasi sempre la vostra rivista "Messaggero cappuccino" che trovo molto ben fatta, con temi interessanti, concreti senza essere banali né troppo intellettuali; fra colleghi di volontariato "ce la litighiamo". Mi permetto di chiedervi se fosse possibile trattare un tema che da sempre mi prende e che credo possa essere di interesse generale, specie se visto con gli occhi rivolti al vangelo. Il tema è l'orgoglio. Ha senso considerare un orgoglio positivo e un orgoglio negativo? Se mio figlio/a si comporta bene, è bravo, ha successo, sono orgoglioso di lui. Faccio bene se gli insegno a comportarsi bene “anche” per essere ben considerato dagli “altri” oppure per non essere considerato male? Se sono stimato, lodato, premiato, ne sono orgoglioso. Sono fuori strada. Confermando i complimenti per la rivista e ringraziando comunque per l'attenzione, saluto cordialmente.

Valeriano Pioppelli (Forlì)

 Caro Valeriano, grazie per i complimenti che fai a MC. Quanto ai tuoi dubbi sull’orgoglio, gli esempi che tu porti mi sembrano caratterizzarsi come legittimo orgoglio, anche se il Vangelo ci invita a non fidarci troppo del plauso degli altri e a fare piuttosto affidamento sullo sguardo di Dio che esalta gli umili e umilia i superbi (cfr. Lc 14,11). Ai discepoli che discutono tra loro su chi sarà il più grande, Gesù dice che il modo per essere il primo è quello di farsi ultimo e servitore di tutti (cfr. Mc 10,43): una logica un po’ controcorrente quella di Gesù, non ti pare? Ma è quella che non solo ha predicato, ma ha anche vissuto: pur essendo Dio (o proprio perché era Dio), si inginocchia a lavarci i piedi (cfr. Gv 13,1-11) e si umilia fino a morire in croce per noi (cfr. Fil 2,5-9).

padre Dino Dozzi

 Cara Leonora, la foto in copertina del n. 1 del Messaggero Cappuccino è bellissima: dove è fatta, me lo può raccontare? E anche le altre foto della rivista sono Sue? Ha intenzione di fare qualche mostra a Bologna o in qualche luogo non troppo lontano? Mi scusi il disturbo.

Eugenio Sarti (Bologna)

 

Caro Eugenio, padre Dino mi ha girato gentilmente la sua domanda sulla foto di copertina del n.1 del Messaggero Cappuccino. L'ho scattata in Irlanda del nord durante un bel viaggio estivo di due settimane che mi ha permesso di attraversare in auto buona parte del paese. Si tratta della passeggiata che porta al ponte di corda di Carrick-a-Rede, una delle attrazioni turistiche principali di quella zona. Qui la può vedere nella sua interezza: https://www.flickr.com/photos/lyonora/15272795701/in/album-72157647328119650/
Mentre qui trova una manciata di altre foto di quel viaggio: https://www.flickr.com/photos/lyonora/albums/72157647328119650/with/15089346488/
Le altre foto presenti nella rivista sono state scattate in vari momenti, viaggi, incontri di questi ultimi anni, sono tutte storie diverse di cui può trovare traccia sul mio blog: www.lyonora.it
Sono molto contenta di aver suscitato la sua curiosità, a presto!

Leonora Giovanazzi

 Grazie a Chiara Merli per la sua bellissima lettera (MC 7 2016). Sì, ci sono anche queste realtà, la gente che sa aiutare e amare. E poi c’è gran parte del mondo che ci circonda, le strutture portanti di un mondo piuttosto spaventoso. Recentemente un povero ragazzo, spinto dall’essere senza lavoro, da tempo, ad uccidersi, ha lasciato una lettera lucidissima e tristissima, un vero j’accuse un po’ a tutti noi, nella misura in cui siamo responsabili di questa società. Io sono molto vecchia, ma ricordo bene il dopoguerra, con i suoi errori ed eccessi, ma anche con le sue speranze. Ricordo tante parole belle e generose, libertà, giustizia, guerra alla miseria, al bisogno, mai più guerre di aggressione, mai più atomiche, mai più razzismo e antisemitismo. Nessuno si aspettava l’Eden sulla terra, ma che tanto dolore ci avesse fatti un po’ maturare, sì. E invece…
Non mi scandalizza che un uomo intelligente e lavoratore si costruisca una grande ricchezza. Ma quando gran parte dell’umanità soffre, se non proprio la fame, la miseria, fa alquanto schifo sapere che una minoranza si faccia i water d’oro: beati loro, defecheranno diamanti. Ma, in una percentuale temo altissima, l’enorme ricchezza concentrata in poche mani è frutto si disonestà: attività mafiose (estesissime) come traffico di droga, di donne, di bambini, di organi per trapianti; acquisizioni di appalti e cariche con minacce e corruzione; attività legali, ma mafiose nella sostanza perché il potere è asservito all’ingiustizia, come attribuzione o autoattribuzione di stipendi più alti di quello di un presidente usa, di bonus, di promozioni immeritate, di pensioni d’oro e di platino. Poi, ci sono gli stipendi, i salari e le pensioni che non si adeguano al costo della vita, sempre crescente, perché, chi può, i prezzi e i costi li alza!..
Vocazione suicida del capitalismo maturo, si è detto; e già Roosevelt, non certo socialista, si vantava di averglielo salvato, il loro capitalismo, con norme e regole più razionali e umane (e anche con l’industria delle armi, si capisce, come fecero Hitler e Mussolini, e come vuol fare Trump potenziando il Pentagono, nonché i nostri demagoghi cosiddetti populisti). O stoltezza delle forze del Male?  Infatti, moltitudini affamate potrebbero esistere intorno alle poche isole felici dei water d’oro: ma chi comprerebbe poi tutti i prodotti, utili e inutili? Se non circolano denari, la civiltà industriale odierna crolla. La terra, ipersfruttata anche da un’agricoltura di rapina, respirerebbe, e così gli animali, ipersfruttati da crudeli allevamenti intensivi che poi avvelenano o quasi le carni. Amen?

Rolanda Nanni Resta (Casalecchio di Reno)

 Cara Signora Rolanda, condivido tutto quanto ci ha scritto. È bello vedere una donna “molto vecchia” come lei dice, così sensibile e così appassionata al bene dell’umanità, in grado di fare con grande intelligenza e acutezza analisi così lucide della situazione effettivamente preoccupante del nostro mondo di oggi. Finché ci sono ancora nel mondo persone come lei, non tutto è perduto! E poi, non possiamo dimenticare che in questo nostro mondo piuttosto disastrato, c’è ancora anche lui, il Signore Gesù, più forte delle nostre bombe atomiche e dei nostri egoismi.

padre Dino Dozzi