La rampa “Padri Silverio e Sebastiano Farneti”

La città di Gaggio Montano ricorda i suoi missionari

 In India e in Africa per conoscere e amare

Il loro paese natale non li ha mai dimenticati: padre Silverio e padre Sebastiano Farneti, due fratelli missionari dapprima in India e poi in Etiopia.

Erano partiti molto giovani per il Nord India, ai piedi dell’Himalaia, dove era la missione dei cappuccini bolognesi. Là avevano lavorato con l’ardore della giovinezza e l’entusiamo innato, ma anche con tanta voglia di apprendere lingue e costumi di quella regione. Avevano ambedue una bella voce da basso, ma soprattutto Sebastiano aveva appreso tante melodie indiane e sapeva cantarle come fosse nato in quel continente. Quando poi la missione si rese autonoma con la presenza di clero locale, essi abbandonarono quella terra amata e fecero ritorno in Italia. Ma per poco, perché intendevano recarsi nella nuova missione che la Provincia cappuccina aveva aperto in Etiopia, nel Kambatta-Hadya. Fu per loro un ricominciare. Erano ancora nel pieno della giovinezza e l’entusiasmo era quello di sempre. In più avevano esperienza, che non guasta mai. Le condizioni di vita erano alquanto più difficili che in India, anche se il clima non era male, essendo il territorio collocato sull’altopiano etiopico, a duemila metri. Ci si muoveva a dorso di mulo, e nella stagione delle piogge il terreno era ridotto a un fiume di fango. Ma nulla li fermava, adattandosi alle usanze locali senza nessuna difficoltà, andando a visitare gli abitanti nelle loro capanne, mangiando quello che veniva loro offerto nel piatto comune. Durante un viaggio di spostamento padre Sebastiamo rimase gravemente ferito in un incidente stradale e qualche giorno dopo morì a Addis Abeba (1986). Fu sepolto nella Missione di Wagabettà, perché egli era un soldato caduto sul luogo di battaglia. Padre Silverio continuò a vivere con il suo ritmo, mandando a “Messaggero Cappuccino” i resoconti delle sue esperienze, la descrizione dei costumi e degli usi locali. Gli anni però passavano e giunse anche per lui il momento di levare le tende (2001). Fu sepolto come il fratello In Etiopia, ma nella missione di Soddo, dove aveva lavorato tanto tempo.
Ambedue i fratelli ci hanno insegnato, prima in India e poi in Etiopia, ad amare le popolazioni in cui sono venuti a trovarsi, a rispettarne le religioni, le culture, gli usi e i costumi. Non intendevano imporre la cultura occidentale, ma si adattavano alla cultura locale, vivendo la vita degli abitanti, e la loro dignitosa essenzialità.
La Parrocchia e il Comune di Gaggio Montano, dove erano nati, li ha voluti ricordare dedicando loro la rampa per accedere alla chiesa parrocchiale.