Pace, bene e perdono

 di Dino Dozzi
Direttore di MC 

È stata una gran bella settimana quella dal 18 al 25 settembre 2016. Pace e perdono, incontro di preghiera per la pace ad Assisi e Festival Francescano sul perdono a Bologna, 18-20 settembre con cinquecento capi religiosi del mondo nella Piazza Inferiore di Assisi, e 23-25 settembre una quarantina di migliaia di persone in Piazza Maggiore a Bologna. Nella stessa settimana ad Assisi e a Bologna pace e perdono si sono francescanamente incontrati e abbracciati.
Pace vuol dire perdono, ha detto papa Francesco ad Assisi il 20 settembre, a trent’anni da quel primo incontro di preghiera per la pace inaugurato da san Giovanni Paolo II che diede inizio allo “spirito di Assisi”. Certo - ha poi aggiunto - non solo perdono, anche accoglienza, disponibilità al dialogo, superamento delle chiusure, collaborazione. Con la forza, la chiarezza e il coraggio che lo caratterizzano, ha detto anche che, come condizione indispensabile, la pace esige che siano disinnescati i moventi delle guerre: l’avidità di potere e denaro, la cupidigia di chi commercia armi, gli interessi di parte, le vendette per il passato.
Senza perdono non c’è pace, hanno ripetuto i tanti relatori del Festival di Bologna. Senza capacità di perdono il circolo vizioso delle vendette e delle ritorsioni non finisce più. E non finiscono più le sofferenze di milioni di persone, di popoli interi che da decenni non hanno visto un giorno di pace, che debbono fuggire dalle loro famiglie e dai loro paesi affrontando rischi drammatici e umiliazioni continue in cerca di sopravvivenza. Loro sanno bene, spesso meglio dei potenti, che non c’è nessun domani nella guerra e che la violenza delle armi distrugge la gioia della vita. Ad Assisi e a Bologna si è dato voce a quanti soffrono, a quanti sono senza voce e senza ascolto. Ad Assisi e a Bologna si è parlato della grande malattia del nostro tempo, l’indifferenza, che ci paralizza, che ci rende tutti, credenti o no, inerti e insensibili, con un deficit progressivo e allarmante di umanità.
Il nostro futuro è legato all’arte del vivere insieme - è il tema del prossimo Festival Francescano Bologna 2017 - rispettando le nostre diversità religiose e culturali, costruendo ponti di dialogo, incontrandosi per conoscersi, capirsi e stimarsi. Artigiani della pace e del perdono cercansi. L’arte del vivere insieme è il compito del futuro affidato non solo ai politici e agli economisti, agli uomini della religione e della cultura, ma proprio a tutti nei rapporti ufficiali e quotidiani, in ufficio e in famiglia, negli stadi e nelle piazze.
Il dialogo è la via della Chiesa, disse una volta Paolo VI: un dialogo reale, sincero, disposto ad ascoltare e capire le ragioni degli altri. Ad Assisi papa Francesco ha detto: «Diverse sono le nostre tradizioni religiose. Ma la differenza non è motivo di conflitto, di polemica o di freddo distacco. Oggi non abbiamo pregato gli uni contro gli altri, come talvolta purtroppo è accaduto nella storia. Senza sincretismi e senza relativismi abbiamo invece pregato gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri». Le religioni possono e devono essere le grandi alleate della pace e luminosi luoghi di perdono. Solo la pace è santa, mai la guerra!
Non c’è nessuna religione criminale, ma ci sono criminali in tutte le religioni; queste sono parole oneste e coraggiose di papa Francesco, che aprono ad un dialogo vero. E ricordare a tutti, anche ai credenti, che l’indifferenza è il nuovo paganesimo significa denunciare con forza forme di religiosità solo esteriori che si chiudono alle sofferenze degli altri.
Al dialogo e al perdono inter-religiosi vanno aggiunti quelli intra-religiosi, per sanare divisioni scandalose anche all’interno del cristianesimo e dell’islam, frutto di vicende storiche e di contrapposizioni ancora attuali che poco hanno a che vedere con la fede e la religione e molto con interessi di altro tipo. È urgente che le religioni diano il buon esempio in fatto di pace e di perdono. Papa Francesco e il patriarca Bartolomeo, il successore di Pietro e quello di Andrea, pur fra tante resistenze di loro fratelli, stanno dando questo buon esempio.
La giornata di preghiera per la pace di Assisi e il Festival Francescano di Bologna sul perdono sono stati due momenti significativi e importanti. Quella di fine settembre 2016 è stata davvero una settimana santa e francescana. Lo “spirito di Assisi” è diventato lo “spirito di Bologna” e aspetta di diventare lo spirito di ogni nostra città. Aleppo compresa.