Ricordando padre Corrado Ronzoni

Formatore nei seminari, animatore di giovani, conduttore radio


Image 126Reggio Emilia, 14 marzo 1928

† Reggio Emilia il 21 dicembre 2012

 
Radio Missione

Reggiano puro sangue, padre Corrado era rimasto presto orfano della mamma, e a undici anni entrò nel nostro seminario di Scandiano. Nel 1944, durante l’ultimo anno della seconda guerra mondiale, fa il suo ingresso nel noviziato di Fidenza, nell’anno seguente emette la professione temporanea e il 26 giugno 1949 la professione perpetua. Il 29 marzo 1952 viene consacrato sacerdote.

La maggior parte della sua vita lo vede impegnato nel settore della formazione serafica: a San Martino in Rio, a Scandiano, a Vignola, a Pontremoli.

Dal 1970 al 1979 lo troviamo come sacrista e insegnante a Sassuolo nel convento e Ricreatorio San Francesco. In questo luogo la sua presenza ha lasciato una forte traccia nella realtà giovanile, in particolare nel mondo scout. Dopo un breve intervallo a Scandiano, nel 1982 si trasferisce al Trullo di Roma, dove rimane fino al dicembre 1984, anno della chiusura di quel convento-parrocchia. Dopo un anno di permanenza a Parma come animatore vocazionale e addetto ai servizi pastorali, nel maggio 1985 si porta a Scandiano come sacrista.

Gli anni Ottanta lo hanno visto impegnato soprattutto nelle missioni popolari, distinguendosi particolarmente per la conduzione di “Radio Missione”. In questo lavoro aveva un talento unico e anche una vocazione, che avrebbe voluto prolungare pure nel triennio seguente (1990-1993) a Sassuolo, dove era vicario e viceparroco, e soprattutto nei nove anni trascorsi a Puianello (1993-2002) come guardiano e rettore del santuario, ma i superiori non glielo hanno concesso, in quanto la diocesi reggiana aveva dato vita a una radio propria. In seguito subentrarono anche difficoltà civili circa le emittenti radio e le emittenti televisive, per cui padre Corrado dovette rassegnarsi al silenzio-radio.

Nel 2002, al quarto triennio a Puianello, viene colpito da una forte depressione e trascorre circa tre anni in infermeria a Reggio Emilia. Segue dal 2005 un triennio a Sassuolo come confessore, ma, nel 2008, un ictus lo costringe a rientrare in infermeria a Reggio Emilia, perché incapace di camminare. Due anni dopo viene operato alla gola con l’asportazione delle corde vocali, perdendo la facoltà della parola. Si spegne a Reggio Emilia il 21 dicembre 2012.

I tratti spirituali che hanno caratterizzato padre Corrado sono l’amore alla Madonna e una grande devozione a santa Gemma Galgani: quasi nascosto per pudore il primo, esplicita e piena di iniziative la seconda.

Padre Corrado era sempre presente, anche senza imporsi, con un tratto dolce e buono. Fu innovativo, fin dal seminario di Scandiano, nel settore vocazionale, sempre da lui coltivato. Depliant, diapositive, filmine, che allora si presentavano come strumenti nuovi, erano a servizio di Aurora Serafica, un titolo che raccoglierà per anni questa animazione vocazionale e che sarà come il filo di collegamento per gli Ex-Allievi, o semplicemente Allievi, negli ultimi decenni della sua vita.

Un buon senso artistico

Dotato di una bella voce, ha sempre coltivato il canto (anche in operette e scenette) sia nei seminari che tra gli scout e nel santuario di Puianello. Dotato di buon gusto artistico aveva una singolare predisposizione per la grafica, ed è particolarmente benemerito per i restauri degli altari nella chiesa di Scandiano. Aveva sempre una quotidiana e bonaria ironia su se stesso, che si esprimevano in battute di gergo popolare, che suscitavano sorriso e simpatia. Durante la guerra in Bosnia si adoperò grandemente per aiutare la popolazione di Karlobag con tante spedizioni di beni di prima necessità da lui effettuate e animate con un’operosità coinvolgente ed entusiasmante.

Ha portato presto in convento papà Guerrino, che si prestò a fare l’ortolano e a curare gli animali, e che, nei seminari, era stato come un secondo papà per tutti: una figura meravigliosa, indimenticabile.

Ripensando alla vita di padre Corrado, vien da dire che non c’è da buttare via niente. La sua discrezione è stata costante dall’inizio alla fine. La sua fede, diritta e operosa, camminava sempre sulla silenziosa presenza della Vergine - la corona che portava al fianco aveva ben evidente una grande medaglia miracolosa -, e la legava alla preghiera che tutte le sere papà Guerrino, prima di addormentarsi, diceva in dialetto reggiano: «Sgnòr, a vàg a lètt, saiì ch’a sun puvrètt, fé Vò!» («Signore, vado a letto, sapete che sono poveretto, fate Voi!»).

È sepolto nel cimitero monumentale di Reggio Emilia.

Carlo Folloni