Può un sito essere una esperienza di fede? Un modo di vivere l’essere Chiesa. Manca la pienezza della Chiesa, nell’eucarestia condivisa, ma di questi tempi anche una “comunità” virtuale lo può essere. Forse prendendo sul serio l’idea che il web è una dimensione umana che va abitata, tanto quanto quella fisica, emotiva o razionale. www.vinonuovo.it sta provando a giocare la scommessa di mostrare che la Chiesa esiste, prima di ogni altro elemento, là dove lo Spirito santo vive davvero nei cuori dei fedeli.

a cura di Gilberto Borghi 

Il vino fa cantare

Annuncio e comunione di fede sul web

 

Un’intuizione da 40 collaboratori

Quando dieci anni fa, Giorgio Bernardelli ebbe l’intuizione di creare un luogo, benché virtuale, comunque un luogo di incontro possibile tra credenti, desiderava rispondere ad una sua esigenza.

Ma in realtà, forse, questo bisogno non era solo il suo, tanto che dopo dieci anni questa idea è cresciuta e ha prodotto risonanze, riflessioni, incontri e crescita spirituale ed ecclesiale. Giorgio è un giornalista, credente e innamorato della Chiesa, animato dal desiderio di far crescere una Chiesa che sappia ritrovare i canali per “comunicare” col mondo di oggi. La sua idea era «che in un mondo cattolico italiano, allora parecchio ingessato, potesse essere utile uno spazio aperto a tutti, nel quale proporre con libertà riflessioni ed esperienze sul cammino della Chiesa e dei cattolici in Italia».
Nacque così il sito www.vinonuovo.it, che prende a prestito la metafora evangelica del vino nuovo in otri nuovi. A dire che si voleva prendere sul serio la relazione stretta e inevitabile tra linguaggio e messaggio, tra forma e contenuto della fede, che sembrava essere dimenticata, soprattutto laddove si predicava la comunione ecclesiale e contemporaneamente si viveva la diffidenza, se non l’ostracismo, verso chi poteva avere una visione dissonante rispetto a quella dominante nella Chiesa.
Che fosse un bisogno condiviso lo dimostra la risonanza che in questi anni ha portato quasi quaranta collaboratori ad aggregarsi a questa scommessa, prima di tutto giornalisti della carta stampata, ma anche degli altri media; poi catechisti, sacerdoti, insegnanti, madri di famiglia, giovani credenti, tutti desiderosi di far sentire la propria voce su un tema, quello della comunicazione dentro e fuori la Chiesa, che li tocca così da vicino.

 Per il mondo di oggi

Tutto sorretto da volontariato, il sito ha così messo on line un articolo al giorno, con regolarità, ma anche con una variabilità di temi che davvero ha reso interessante queste riflessioni per molti settori ecclesiali: dall’attualità letta con gli occhi del Vangelo, alla teologia ripensata in modo “ascoltabile” anche dal mondo di oggi; dal racconto dell’esperienza pastorale, per evidenziare le potenzialità e i limiti della Chiesa, alle riflessioni sulla catechesi possibile ed efficace oggi; dal tentativo di ricostruire dei canali culturali con cui poter intrecciare il Vangelo con chi continua ad interrogarsi sulla vita e il suo senso, alla proposta di strumenti “spirituali” per rendere più vivi i tradizionali riti e le classiche devozioni; dal tentativo di riflettere su temi etici nuovi e spinosi, su cui la riflessione morale stenta ancora a decollare, alla possibilità di sperimentare altri linguaggi, non solo verbali, per comunicare l’esperienza di fede.
Un impegno non indifferente per chi (tutti i partecipanti alla scommessa) ha anche una vita normale, un lavoro, una vocazione, un progetto da vivere. Ma la bellezza di questa esperienza ha tenuto saldo per anni l’impegno perché, al di là della possibilità di far sentire la propria voce, ben presto è emerso che non si trattava solo di un esperimento o di una scommessa, ma tendeva sempre più a divenire una vera esperienza di Chiesa.
In che senso? È emerso, dopo qualche anno, che Vino Nuovo è un posto attraverso cui si vive e si promuove uno stile di adesione alla fede cristiana basato sulla libertà e la coscienza. Tanto che chi scrive lo fa in proprio, non in nome di una redazione che non esiste, e si assume personalmente la responsabilità di ciò che dice. È un posto dove si sperimenta e si delinea uno stile di fede “in dialogo” franco e leale con la contemporaneità, i suoi linguaggi, le sue conquiste, i suoi nodi, i suoi limiti. Di fatto, sono molto più le domande che attraversano le riflessioni di Vino Nuovo, che le risposte, provocate sempre dalla attenzione che pervade gli autori: come ci comprende e ci legge chi non ha fede? Un posto dove provare a vivere una comunione ecclesiale che sia veramente un “camminare insieme” (syn-odos) capace di modificare un po’ gli stessi autori, assieme ai lettori, abituali o meno. Nei fatti, il sito raccoglie visioni diverse tra loro, che hanno però un fondo comune in cui ritrovarsi: la voglia di essere fedeli al Vangelo prima di ogni altro riferimento, senza ridurre immediatamente tali differenze, che tendono a diventare davvero una ricchezza che porta tutti a “cambiare” e a “crescere”.

 È tempo di vedere i segni

Ancora. Un posto dove guardare con attenzione ai famosi “segni dei tempi”, che siano dentro o fuori dalle comunità di fede, soprattutto quando ciò costituisce una sfida per lo stile tradizionale di fede. Infatti, una delle costanti di Vino Nuovo è il tentativo di riconoscere, in ciò che sembra solo estraneo al vangelo, i tratti comunque presenti dello Spirito Santo. Un luogo, infine, in cui ci si possa esprimere offrendo le proprie convinzioni personali, senza paura di riconoscere l’errore o la necessità di mettersi in discussione. Tanto che, nel corso degli anni, si è colto che il confronto con i commentatori ha fatto progredire la consapevolezza degli autori, anche rispetto ai limiti della propria riflessione.
In questi ultimi anni, poi, molte cose sono cambiate: il pontificato di papa Francesco ha sdoganato alcune parole che all’inizio Vino Nuovo osava pronunciare un po’ controcorrente. Nel frattempo il web si è popolato di tante voci che - scosse da un Papa che spinge sull’acceleratore del cambiamento - hanno scoperto l’importanza del dibattito franco nella Chiesa. Un dibattito che però resta difficile, all’interno di un’opinione pubblica ecclesiale che appare nel migliore dei casi confusa, quando non divisa. Mentre sempre nuovi temi si affacciano e chiedono di essere approfonditi - sia dalla società che dalla Chiesa - se si vuole scegliere quale futuro costruire insieme.
Così è cambiato anche Vino Nuovo. Strada facendo, persone nuove si sono aggiunte, altre hanno preso strade diverse - come è normale che sia in una comunità di persone libere, che svolgono un servizio di animazione culturale del tutto gratuito. Con papa Francesco Vino Nuovo ha compreso che il Vangelo ci chiede di cambiare il passo, anche se facciamo ancora tanta fatica a muoverci davvero, ingabbiati da formule e abitudini personali e comunitarie che sono ormai più un peso che una risorsa.
Ecco perché, nel 2020, gli animatori di questa esperienza hanno deciso di fondare un’associazione, per essere, oltre che luogo di confronto, anche un laboratorio, dando ancora più risalto alla dimensione ecclesiale di questa “comunità” virtuale. La fede oggi ha ancora bisogno di riflessione e di cultura. Vino Nuovo prova a dare corpo a questa necessità, favorendo incontri, pur se virtuali, tra persone che non sempre sono sulla stessa lunghezza d’onda, ma che vogliono vivere la stessa fede.