Gianni, Antonio e gli altri carbonari

Un allucinante dialogo sui poteri forti

 di Fabio Colagrande
giornalista, conduttore radiofonico e blogger

 «È incredibile il numero di cose che puoi fare oggi semplicemente navigando su internet».

«In che senso?», mi fa lui guardandomi di sottecchi.

«Mi prendi in giro? Oggi puoi prenotare un treno per Napoli, una camera d’albergo nella stessa città e un biglietto per un concerto al Teatro Augusteo senza alzarti dalla scrivania».

«E perché vuoi andare a Napoli?», mi chiede con tono indagatorio.

«Beh… Come perché?», replico confuso, «Sai come si dice: vedi Napoli e poi muori!».

«Quindi ti ci rechi con intenti eutanasici?».

«Euta… che?».

«Intendo, vai a Napoli per farla finita?».

 

«Ma nooo… È un modo di dire! Che hai capito! Intendevo che mi piace come città, non ci torno da tempo».

Mi accorgo che non l’ho convinto.

«Ma è una meta che hai scelto autonomamente? Ne sei sicuro?», insiste con sguardo furbetto.

«Ma certo! Ti ho detto che era da tempo che non ci tornavo e oggi ho prenotato per un fine settimana», dichiaro serafico.

«Non è che hai visto la pubblicità di un concerto sul web e allora ti è venuto in mente di tornarci?».

«Beh… Ora che mi ci fai pensare… Sì, è andata proprio così… Ma…».

Esplode in una risata luciferina e poi fa: «Lo sapevo».

«Lo sapevo cosa?».

«È il Grande Fratello», sussurra lui dopo una pausa teatrale.

«Io veramente sono figlio unico».

Mi guarda schifato.

«Ma allora non capisci nulla! Intendo dire che sono i poteri forti che governano il web che in realtà ci influenzano, ci plagiano, ci obbligano a vivere, spendere e consumare seguendo i loro suggerimenti e ad alimentare così i mercati criminali! Tu pensi di essere libero, ti illudi di essere autonomo, ma in realtà sono loro a decidere per te».

«Vuoi dirmi che è stato il Grande Fratello a obbligarmi ad andare a sentire Massimo Ranieri all’Augusteo?».

«Certo che sì», fa lui convinto. 

Ci penso su un attimo e poi ribatto.

«Ma scusa… Se fin da piccolino compravo i suoi dischi! E allora la rete non esisteva!».

«E perché compravi proprio i dischi di Ranieri?».

«Me ne aveva parlato mio fratello…».

«Maggiore?».

«Sì, mio fratello… grande…».

«Appunto…».

Non so più che dire.

«Hai visto? Il Grande Fratello e i poteri forti ti hanno rovinato fin da piccolo», mi fa quasi con commiserazione.

«Come rovinato?», esclamo in un disperato tentativo di rivalsa, «Ma guarda che Ranieri è un grande interprete della canzone napoletana! Mica è l’ultimo arrivato!».

Sono un po’ alterato e non lo nascondo.

«Certo», fa lui gelido.  «Ranieri non è quello di Erba di casa mia?».

«SS… sì. È uno dei suoi maggiori successi, perché?».

«Un bello spot subliminale per la liberalizzazione delle droghe leggere».

«Ma scherzi?», replico quasi ridendo.

«C’è poco da ridere caro mio. Ranieri non è anche quello di Pigliate ‘na pastiglia?».

«Il successo di Carosone? Sì è nel suo repertorio, ma…».

«Un invito neanche tanto implicito al consumo di allucinogeni».

«Ma dai!», sbotto quasi rabbioso.

«Sempre i poteri forti: tu pensavi di ascoltare canzonette innocenti mentre invece fin da ragazzino contribuivi a incrementare il mercato degli stupefacenti e il narcotraffico: un giro miliardario che va a finanziare le guerre e il terrorismo».

«Vuoi dire che comprando un 45giri di Ranieri ho fatto cadere le Torri Gemelle?».

«E quindi hai scatenato l’attacco Usa contro i Talebani in Afghanistan. Bravo».

«Ma non può essere dai! E allora Perdere l’amore?».

«Quella che fa “Lasciami gridare, rinnegare il cielo, prendere a sassate tutti i sogni ancora in volo”?».

«Beh… sì quella lì…».

«Un bell’invito alla bestemmia e alla violenza… Vi hanno diseducato per plasmare una società atea e liberticida e permettere alle nuove oligarchie funzionali al mercato di imporsi in tutta Europa».

Resto basito.

«Scusa e allora se compravo un singolo di Morandi era meglio?».

«Peggio mi sento! Quello di “C’era un ragazzo che come me…”? Un bell’inno al pacifismo irresponsabile e alla diserzione!».

Oddìo, non si salva neanche Gianni. Non oso chiedergli nulla su Banane e lamponi.

«Dici che allora in conclusione non devo andare a Napoli?», chiedo ormai in preda a un sottile panico.

«Fai un po’ come ti pare», mi fa lui con l’aria superiore.

Tento la carta del disimpegno.

«E se vado al mare a Ostia?».

«Magari per farti un selfie sulla battigia e postarlo su Instagram come lo scorso agosto, vero?».

«Sì. È pericoloso?».

«No, ma è quello che i poteri forti vogliono farti fare. Dare un’immagine spensierata e godereccia di un quartiere romano che è in buona parte in mano alla criminalità organizzata.  Così fai il gioco delle mafie. Ma contento te…».

Provo la strada della resistenza culturale al pensiero unico.

«E se andassi in giro per musei qui a Roma?», gli faccio. «Ho visto su internet che questo week-end ci sono gli ingressi gratis… Mi pare un modo per oppormi con l’arte all’ignoranza dilagante! Che dici?».

Ridacchia sardonico.

«Bravo fesso! Entri gratis al museo e così assecondi i poteri forti che vogliono dimostrare che la cultura non è redditizia ed è meglio investire nella finanza speculativa, in armi o tecnologia!».

Sono nel terrore.

«Mi arrendo! Resto a casa e dormo».

«È quello che vogliono! Cittadini inerti, ignoranti e apatici! Facili prede di populismo, sovranismo e consumismo capitalista!».

«Allora sto a casa e… leggo un libro!».

L’ho preso in contropiede. Mi guarda pensieroso e poi all’improvviso mi fa: «Quale libro?».

Capisco che devo giocarmela bene: è la riposta chiave di tutto questa allucinante conversazione.

Penso velocemente e poi butto lì la riposta che mi sembra vincente: «La Bibbia!».

Fa una pausa, sorride e poi commenta: «Bravo… Risposta giusta. È l’unico libro che ci rende liberi».

Poi si alza e finalmente mi dà l’assoluzione.

Niente da dire, questi preti hanno sempre il potere di sorprenderti.

Sono sempre loro i “poteri forti”.