Presentiamo qui la bella esperienza di missione a chilometro zero della “Locanda di San Francesco” di Reggio Emilia, nata nei locali del convento dei cappuccini dove sorgeva il museo, chiuso due anni fa e trasformato in “un posto accogliente”; segue la seconda parte del commento delle Clarisse del Monastero di Sant’Agata Feltria al quinto capitolo dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, intitolato “Evangelizzatori con Spirito”.

a cura di Saverio Orselli

  Voce del verbo accogliere

L’opera d’arte da esporre al mondo

 di Isacco Rinaldi
direttore della Caritas diocesana di Reggio Emilia - Guastalla

 La chiusura che apre

Negli ultimi anni a Reggio è stato chiuso lo storico museo dei frati cappuccini, in Via Ferrari Bonini.

Sorto accanto al cinema, questo luogo ha segnato la cultura reggiana per tutto il secolo scorso. Problematiche legate all’antisismica richiedevano interventi strutturali troppo importanti per poterlo tenere aperto al pubblico. Per qualche tempo ci si è chiesti cosa si potesse fare in questo luogo; le provocazioni di Papa Francesco e la sintonia con il carisma francescano hanno suggerito ai Frati di aprire questo spazio a chi vive la povertà e il disagio abitativo a Reggio Emilia.
Dopo una fase di studio condivisa del progetto, è stata avviata la ristrutturazione degli spazi interni per permettere di ricavare nella struttura diverse unità abitative destinate all’accoglienza. In quest’ottica è stata coinvolta la Caritas diocesana, alla quale è stata affidata la gestione della struttura. Prima di iniziare i lavori, si è costituito un gruppo di riflessione condiviso per capire come iniziare quest’opera nel miglior modo possibile, coinvolgendo la città e le parrocchie del centro storico.
La struttura è stata inaugurata nella prima giornata mondiale dei Poveri voluta da Papa Francesco, il 19 novembre 2017. Data quanto mai significativa ed evocativa. Si è scelto di denominare questa struttura “Locanda di San Francesco”. Il riferimento al testo di Luca del Buon Samaritano è fin troppo scontato. La locanda è il luogo in cui il samaritano ha portato il malcapitato dopo averlo assistito con olio e vino, dopo averlo caricato sul proprio giumento. Portarlo alla locanda è stato il modo per prendersi cura di lui, disposto poi a pagare il prezzo dell’accoglienza.

 Farsi carico

La locanda vuole essere luogo di ristoro per chi vive ai margini e nelle periferie esistenziali della storia, per quei malcapitati che vengono derubati della propria dignità oltre che dei propri averi dai briganti dei nostri tempi. Tante famiglie rovinate dal gioco d’azzardo legalizzato con le macchinette dei bar; tante donne costrette a prostituirsi da schiavisti moderni e senza scrupoli; famiglie sfrattate per non essere più in grado di pagare un affitto o un mutuo per la perdita del lavoro. Purtroppo oggi sono molte le persone che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto, senza più riporre speranza nella propria vita e nel futuro. Offrire loro un luogo accogliente è un modo per farli sentire a casa, per rialzarsi e rimettersi in piedi dopo un brutto incidente di percorso.
È chiesto alle nostre comunità parrocchiali e alla nostra collettività di convertire il proprio stile di vita, di farsi carico di chi è stato derubato, di essere disponibili a fermarsi ad assistere chi è nel bisogno e a farsi carico delle cure necessarie alla ripartenza. Un luogo nel quale non si vive la delega dell’assistenza a qualcun altro, ma dove si sperimentano la condivisione e l’aiuto reciproco. Entrando in casa non c’è distinzione tra chi è accoglie e chi è accolto. Ognuno ha bisogno di essere accolto e di accogliere gli altri ma anche le proprie povertà e le proprie miserie.

 30 posti letto e una famiglia

La locanda di San Francesco si concretizza in una grande casa situata nel centro di Reggio, attaccata alla chiesa e al convento dei frati cappuccini di Reggio Emilia. Casa nella quale, grazie alla disponibilità e generosità dei frati, sono stati ricavati oltre 30 posti letto in piccoli appartamenti ricavati nell’ex museo. Appartamenti accomunati da una sala pranzo comune e da alcuni spazi in cui si prega insieme, ci si ritrova per condividere gioie, dolori e il tempo libero.
Nella struttura è accolta in modo stabile una famiglia per garantire una presenza continuativa e per qualificare lo stile di vita della casa. È la famiglia che diventa punto di riferimento per gli altri che abitano questo condominio solidale. È presente anche una comunità di giovani che intendono condividere alcuni mesi di vita comunitaria vivendo una relazione fraterna e solidale con chi è in difficoltà. Sono presenti diversi spazi di accoglienza per singoli, per nuclei famigliari in difficoltà, per chi ha bisogno di essere autonomo se la situazione accolta richiede per qualche tempo maggiore intimità o riservatezza.

 Una vetrata sulla strada

La caratteristica principale di questa struttura è la bellezza e la cura dei luoghi. Ai poveri non dobbiamo destinare i nostri scarti, i vestiti che per troppi anni hanno preso la polvere nei nostri armadi, ma quanto di più dignitoso possiamo avere. Non si tratta di lusso, ma di aiutare chi vive ai margini a recuperare la dignità e il senso del bello e delle cose belle.
Non a caso questa “Locanda” è stata intitolata a San Francesco. Sicuramente perché inserita nel contesto della comunità francescana reggiana, ma anche e soprattutto perché il suo stile di povertà e accoglienza diventi lo stile di chi vive la casa per un periodo lungo o solo per qualche giorno. La famiglia accogliente è stata la prima a insediarsi già qualche giorno prima dell’inaugurazione; poi pian pianino tutti gli spazi sono stati occupati e oggi siamo al gran completo!
Il lunedì sera il piano terra, che si apre con una bella vetrata sulla strada, diventa luogo di incontro per chi desidera condividere la lode al Signore e per chi vive in casa. Un bel modo per far capire al quartiere e alla città il segno profondo di questo luogo. Un luogo di culto a Dio anche nell’accoglienza di chi soffre.