Accogliere, proteggere, promuovere e integrare

 A Camogli una casa di accoglienza per donne migranti 

a cura delle Sorelle Missionarie Francescane del Verbo Incarnato.

 

In seguito all’invito che papa Francesco fece a tutti e in modo particolare ai religiosi, dopo una delle più terribili morti di migranti nel Mediterraneo, di aprire i propri conventi ai migranti, anche noi, suore Missionarie Francescane del Verbo Incarnato, il 22 gennaio 2016, abbiamo fatto la scelta di modificare il tipo di accoglienza della nostra casa a Camogli: da casa-vacanze per famiglie e gruppi a casa di accoglienza per donne migranti.


Fin da subito il servizio è stato molto impegnativo e ci ha tenute occupate tutto il giorno… e a volte anche la notte. È come se avessimo otto figlie, perché le necessità sono di ogni genere. A cominciare dalla difficoltà che le migranti hanno con le nostre cose, a cui non sono abituate: ci vuole molto tempo per spiegare anche solo come si utilizzano. Un po’ quel che capita a noi quando andiamo in un posto nuovo che non conosciamo!
Abbiamo cercato di attivarci già prima del loro arrivo per creare una rete di volontari e volontarie e dobbiamo dire che la risposta è stata positiva, tanto che ora sono circa 25. Una decina di volontari è impegnata nel servizio di due ore al giorno per la scuola di italiano, mentre altri e altre si sono offerti per organizzare alcuni laboratori di cucito, ginnastica, disegno, cucina… Altri ancora si dedicano a lavori materiali, come andare a prendere gli aiuti alimentari che offre la Croce Rossa o insegnare a fare i lavori di casa… mentre altri, in particolare tre medici, sono impegnati nei tanti casi di necessità legati alla salute fisica (spiegare alcune cose dall’igiene personale all’aspetto dentistico…).
Il Sindaco e il Maresciallo dei Carabinieri con i rispettivi collaboratori, così come il medico di base, si sono dimostrati molto attenti e vicini a questa realtà, anche per loro tutta nuova. Certo non manca chi, in paese, è contrario a questa attività e si è fatto sentire; ma accogliamo queste contestazioni cercando di fare al meglio ciò che dobbiamo e possiamo.
Nel corso del tempo, i progetti iniziano, procedono, mutano… e così è stato anche per il nostro Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) per ragazze e bimbi immigrati che avevamo iniziato il 22 gennaio 2016. Si trattava di una forma di prima accoglienza di giovani arrivate direttamente dallo sbarco a Lampedusa e quindi del primo inserimento in questo nostro Paese: nessuna conoscenza della lingua, della nostra cultura, tanta paura ancora nel cuore per il viaggio appena fatto. Il nostro diretto interlocutore era la Prefettura di Genova che inviava le giovani e si occupava del loro sostentamento, sempre attraverso la mediazione della Cooperativa “Un’altra storia” e l’Ufficio Migrantes di Genova.
Quando lo scorso anno ogni Comune italiano è stato invitato ad aprire un Centro proprio – chiamato SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) –, il Comune di Camogli ha chiesto a noi di collaborare a questo progetto. Così da ottobre 2017 siamo passate a questa modalità, che vede coinvolta sempre la Cooperativa in collaborazione col Comune, mentre il diretto interlocutore e sostenitore è il Ministero degli Interni.
Ora le prossime giovani non arriveranno più direttamente da Lampedusa, ma dai Centri CAS dai quali devono uscire perché terminato il percorso. Il nostro compito ora è di “perfezionare” il loro cammino a livello di scuola, di inserimento lavorativo, culturale e sociale, di assistenza per completare la loro documentazione, fino al giorno dell’udienza in Commissione quando potrà finalmente essere esaminata la storia di ognuna per ricevere – anche se non è scontato – il tanto atteso permesso di soggiorno definitivo. Purtroppo già abbiamo avuto un diniego e quindi la giovane ha dovuto fare un ricorso, che richiederà ancora tanto tempo per poter rivedere la sua posizione nella speranza di ottenere un sì.
Oggi proseguiamo così, sempre incoraggiate dal sostegno e dalla preghiera di tante e tanti amici e benefattori, oltre che dalle parole del nostro papa Francesco che non dimentica mai questi nostri fratelli e sorelle: «L’incontro vero con l’altro non si ferma all’accoglienza, ma ci impegna tutti in altre tre azioni: proteggere, promuovere e integrare. E nell’incontro vero con il prossimo, saremo capaci di riconoscere Gesù Cristo che chiede di essere accolto, protetto, promosso e integrato».