Tanto materiale in questo numero per la rubrica “conventuale”: dopo otto anni dal terremoto è stato riaperto il nostro Santuario della Madonna della Rocca a Cento; a Castel San Pietro è stata inaugurata la “casa dell’accoglienza”; Luigi Martignani ci spiega la differenza tra preti e frati; Ardea Montebelli traduce in poesia l’enciclica “Fratelli tutti”; e infine ricordiamo due nostri oblati defunti, Giuseppe Cravero e Giulio Ciarla.

a cura della Redazione di MC 

Su di noi vola, vola

Riapertura del Santuario di Cento

 di Laura Guerra, giornalista
 Aldo Govoni, sacrista del Santuario

 La Madre in elicottero

«Maria ci aiuta a guardare il cielo e, con l’iniziativa della benedizione dall’elicottero, abbiamo davvero alzato gli occhi al cielo, provando una forte emozione, pensando a questa immagine che realmente ha collegato il cielo e la terra».

Sono le parole del cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi davanti a quanto sono riusciti a realizzare i frati cappuccini del Santuario della Madonna della Rocca di Cento che, in occasione della riapertura post sisma del prezioso luogo di devozione, hanno dato vita a un momento di forte e commovente significato per tutti.
Il giorno prima della cerimonia di riapertura del Santuario, infatti, alle ore 12, orario dell’Angelus, l’elicottero con a bordo l’immagine della Madonna della Rocca si è alzato in volo sorvolando Cento e dintorni per una speciale benedizione a tutto il territorio. Riconosciuta anche come Salus Infirmorum, la Madonna della Rocca ha benedetto tutti in questa situazione di Covid-19. Il volo è stato reso possibile grazie alla sensibilità della compagnia aerotaxi Aelia di Bologna e a Mario Marinelli, Luca Berti e Gabriele Pierotti che si sono offerti per scrivere una pagina importante della storia della devozione centese.
A bordo, in un volo di circa mezz’ora, padre Ivano ha impartito più volte la benedizione con l’immagine della Vergine che aveva con sé. Mentre la sua mano faceva più volte il segno della croce sulla città che sorvolava, venivano accarezzati luoghi come l’ospedale e le Case di Riposo dove ci sono le persone più bisognose, volando più volte proprio sopra al Santuario. Chi alle finestre, chi per strada, nelle piazze o sui balconi, qualcuno esponendo anche i classici addobbi dedicati al passaggio della Madonna, ma tutti con il naso all’insù, emozionati, consapevoli di trovarsi davanti a qualcosa di unico e forte che ha stretto ancor di più il legame con il cielo e con il Santuario.

 Custodi di un luogo ferito

Per otto lunghi anni i frati della Rocca sono stati i custodi di un luogo profondamente ferito dal sisma del maggio 2012, facendolo pian piano rinascere grazie ai tanti collaboratori e volontari che si sono prodigati con entusiasmo in iniziative originali all’interno del parco del convento, ma anche in un cammino fatto con l’intera cittadinanza: il mattino stesso della prima scossa - era una domenica - il parco accoglieva già i fedeli di Cento e delle parrocchie vicine per la celebrazione della Messa, e da quel giorno è diventato il luogo di riferimento per tutti. I centesi non hanno mai abbandonato i frati e la Madonna della Rocca, così come i frati si sono messi subito a disposizione di tutti i fedeli accogliendoli per la celebrazione domenicale ma anche per il Sacramento della Riconciliazione.
Per riuscire a riaprire le porte del Santuario, i frati hanno dovuto affrontare una vera sfida in quanto i fondi regionali non coprivano tutti i costi della ricostruzione e delle migliorie che si volevano apportare, lasciando scoperti ben 150.000 euro. In occasione della festa della Madonna della Rocca, è stata ideata l’iniziativa “Voci dal Parco”, una rassegna di musica e cabaret che potesse aiutare a raccogliere i fondi necessari e si è creata anche l’iniziativa “Cento Mattoni per un Santuario” per chi voleva lasciare una donazione, anche piccola, entrando nel libro dei benefattori, custodito poi nel Santuario. Non sono ovviamente mancati i momenti di formazione religiosa con persone che potessero raccontare il loro percorso di fede, così come le belle occasioni gastronomiche.

 In tutta la sua bellezza

Finalmente nel settembre 2018 sono iniziati i lavori al Santuario ferito, con la navata in parte crollata e a rischio collasso, le crepe dalle quali si poteva intravvedere la luce del cielo e il campanile che aveva subito danni molto gravi. Non sono stati anni facili, soprattutto agli inizi, come il primo durissimo inverno quando ci siamo ritrovati per la Messa sotto alcuni gazebo in giardino, celebrando quel primo Natale sotto la neve; ma poi arrivava la primavera e l’estate, ed allora il parco si trasformava, come ha ricordato il nostro cardinale, in una splendida cattedrale a cielo aperto e si riempiva di tantissima gente. È occorso tanto tempo, ma è stata però ridata nuova luce a un luogo che ha saputo anche raccontare la sua storia, svelando il vecchio pinnacolo nascosto nel sottotetto, antiche catene antisismiche che fortunatamente hanno fatto il loro lavoro, ma anche l’antico pavimento e alcune tinte originali. Una sorpresa è stata infine il ritorno a casa di circa sessanta tavolette votive di fine Ottocento, ritrovate dai carabinieri di Torino.
E così domenica 27 settembre - non una data a caso, ma l’anniversario del trasferimento dell’immagine della Madonna dalla Rocca alla Chiesa, avvenuto il 26 settembre 1804 - è stato restituito alla Città il Santuario della Madonna della Rocca, in tutta la sua bellezza. Tantissimi i fedeli accorsi per rivedere il “loro” Santuario finalmente riaperto, bellissimo e arricchito anche dal dono di una statua e di una preziosa reliquia di san Leopoldo Mandic, che va ad aggiungersi a quella di san Pio da Pietrelcina. Infine, è recentissima l’entrata del Santuario anche tra i “Luoghi del cuore” del FAI.