Ricordando padre Sebastiano Bernardini

 Anche i vulcani si spengono

 Verica di Pavullo nel Frignano (MO), 6 aprile 1927

† Pavullo nel Frignano, 15 dicembre 2019

 Con umiltà

Per una singolare legge del contrappasso, padre Sebastiano, che da sempre era stato al centro della cronaca, sotto i riflettori di giornalisti e tv, ci ha lasciato in silenzio, quando intorno a lui ancora tutto dormiva.

Ci ha lasciato con umiltà, come avrebbe desiderato il serafico padre Francesco. Ma così silenziosa non è stata la sua vita terrena che a fatica cercheremo di ripercorrere essendo state talmente tante le iniziative da lui messe in atto che occorrerebbero decine di pagine per enumerarle almeno in parte.
Era nato a Verica di Pavullo nel Frignano paesino dell’appennino modenese. I suoi genitori, Sergio Bernardini e Domenica Bedonni, diedero alla luce ben dieci figli (otto femmine e due maschi) e otto di loro si consacrarono al Signore. I due maschi entrarono entrambi nell’ordine cappuccino: fr. Sebastiano e mons. Germano Bernardinì (attualmente inserito nella fraternità del Santuario di Puianello di Levizzano Rangone e per molti anni arcivescovo di Smirne in Turchia). Sergio e Domenica, con decreto di papa Francesco del 5 maggio 2015, sono stati dichiarati venerabili.

 Ricreatorio, Sassuolo

Nel 1948 emise la professione perpetua e nel 1951 fu ordinato sacerdote. Dopo due anni di permanenza a Reggio Emilia come sagrista e cappellano del carcere giudiziario, lo troviamo nella insolita veste (almeno per lui) di insegnante di latino, storia, scienza e liturgia, presso il nostro seminario di Pontremoli (1955-1956). Il 1956 segna una svolta nella vita di questo nostro confratello: diviene direttore del Ricreatorio San Francesco di Sassuolo e qui la vita di fra Sebastiano si è svolta incessantemente tra campi da calcio (in cui oltre il calciatore faceva l’arbitro utilizzando spesso il suo ruolo ed il fischietto come strumenti di evangelizzazione) e l’organizzazione di eventi di vario tipo. Tra questi ricordiamo il “Folletto d’oro”, manifestazione canora per ragazzi che si svolgeva annualmente nel teatro San Francesco che era parte integrante dell’oratorio.
Una fotografia del 1967 ritrae un aitante frate Sebastiano con Cino Tortorella nelle vesti di Mago Zurlì (conduttore del più noto Zecchino d’Oro), intervenuto a Sassuolo per presenziare alla iniziativa cappuccina. Come dire che la strada per il mondo dello spettacolo era ormai spianata! La parrocchia di Sant’Antonio di Salsomaggiore lo accolse dal 1979 al 1982 come vicario e cooperatore parrocchiale.

 Mike ed effetti collaterali

Dal 1985 al 1987 fu sagrista a Pavullo nel Frignano e fu proprio durante la sua permanenza a Pavullo che accadde un fatto impensato: accendendo la televisione, un giovedì sera dell’ottobre 1986 in tutta Italia fu possibile far entrare nelle proprie case fra Sebastiano! Il vulcanico confratello si era infatti presentato al quiz televisivo “Pentatlon” condotto da Mike Bongiorno su Canale 5. La vincita di un cospicuo premio in gettoni d’oro gli consentì di realizzare a Pavullo, presso il convento, le prime iniziative di carattere assistenziale e caritativo che sarebbero in seguito sfociate nella struttura per anziani e disabili “Francesco e Chiara”. A seguito del successo mediatico, venne invitato successivamente ad innumerevoli trasmissioni televisive che gli consentirono, oltre che di portare a tutti il messaggio evangelico e francescano, di far conoscere tante sue iniziative: il Presepio itinerante, la Nazionale dei Frati, “Francesco Cantautore di Dio”.
A chi gli chiedeva come mai si desse tanto da fare in un modo non certamente abituale per un religioso, lui rispondeva così: “«Mi piace l’idea di portare i frati cappuccini in mezzo alla gente perché noi siamo i frati del popolo e dobbiamo parlare il linguaggio del popolo». Dal 1990 al 1993 fu sagrista a Reggio Emilia, ma anche se rimase solo un triennio, il “vulcanico cappuccino” (come lo hanno definito molte testate giornalistiche annunciando la sua scomparsa) non perse tempo e diede vita alla “Nazionale di calcio dei frati”. Ascoltiamo dalle sue parole come andarono i fatti: «Stavo organizzando una partita di beneficienza con Gianni Morandi e la Nazionale Cantanti per aprire quattro ambulatori in Jugoslavia. Morandi mi chiese: “Contro chi giochiamo”? e io gli risposi, scherzando: “Contro i frati”. E da una battuta mi venne l’idea di creare la nostra nazionale». E la Nazionale dei frati dopo i cantanti affrontò (sempre per beneficenza) altre formazioni, portando oltre allo sport anche un po’ di spirito francescano agli spettatori convenuti. 

Il muro e il presepe nel tir

E dopo il calcio, ecco l’impegno sociale e politico: nel novembre del 1989 cadde il Muro di Berlino, un avvenimento epocale che segnò la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra. Fra Sebastiano non volle restare indietro: organizzò un viaggio a Berlino per prendere alcune “schegge”, che pose all’interno di un presepe che aveva allestito su un autoarticolato per farlo viaggiare in tutte le piazze d’Italia e non solo. E in questo modo nel 1992 nacque l’iniziativa del “Presepe itinerante” e la prima tappa non poteva che essere in Germania e precisamente a Berlino. Nel 1996 l’obbedienza lo chiamò di nuovo a Pavullo nel Frignano dove ebbe l’incarico di seguire il soggiorno per anziani “Francesco e Chiara” di cui fu, fino alla fine dei suoi giorni, l’anima spirituale, e non solo. Fondò anche una rivista trimestrale intitolata “Le stagioni di Francesco e Chiara”. Il suo carattere vulcanico, sfrecciante come una autostrada, a volte non era facile da capire e poteva capitare che ciò andasse a scapito della dimensione fraterna e della tranquillità della vita conventuale, ma come ben sappiamo, nessuno è perfetto! Nel maggio del 2017 il Comune di Sassuolo conferì a padre Sebastiano Bernardini la cittadinanza onoraria di Sassuolo e nel giorno del funerale il Sindaco del Paese ha decretato, durante lo svolgimento del rito funebre, una giornata di lutto cittadino.
Un primo funerale è stato celebrato nella mattinata di martedì 17 dicembre nella chiesa del nostro ex convento di Pavullo alle ore 9. Il rito è stato presieduto da mons. Germano Bernardini, fratello del defunto, l’omelia è stata tenuta dal ministro provinciale ed il ricordo funebre da fra Adriano Parenti. Un secondo rito si è svolto alle ore 14 nella chiesa di Sant’Antonio a Sassuolo (sede dello storico ricreatorio) ed è stata presieduta dal ministro provinciale fra Lorenzo Motti (che ha tenuto anche l’omelia), mentre il ricordo funebre è stato letto da fra Paolo Grasselli, attuale rettore del santuario di Puianello. Ad entrambe le celebrazioni numerosissimi sono stati i fedeli e le rappresentanze del mondo militare (soprattutto alpini), dello spettacolo e dello sport. Dopo la cerimonia a Sassuolo, la salma di padre Sebastiano è stata accompagnata nella frazione pavullese di Verica e inumata nel piccolo cimitero accanto alle sorelle Maria e Paola e alla tomba perpetua dei genitori Sergio e Domenica, i cui resti riposano nella chiesa dell’ex convento di Pavullo, dopo la traslazione avvenuta nel luglio del 2017.

Antonello Ferretti