Ecco il documento del Comitato scientifico coordinato da Andrea Piccaluga sul tema della fiducia; ne facevano parte: Marco Piccolo, Anna Pia Viola, Lorenzo Fazzini, fra Giovanni Salonia, fra Marcello Longhi, fra Paolo Benanti, Gennaro Giudetti, Marco Aime, Elisabetta Soglio.

a cura della Segreteria del Festival Francescano

 Non fidarsi? È peggio!

Declinazioni plurali di un sostantivo concreto

 di Andrea Piccaluga
francescano secolare, direttore dell'Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa

 Nel proporre il tema della fiducia, il desiderio del Festival Francescano 2022 è quello di guardare oltre l’emergenza sanitaria vissuta e oltre la guerra in Ucraina:

abbiamo urgente bisogno di recuperare fiducia negli altri, vicini e lontani, nelle istituzioni politiche e sociali, nella scienza e nella tecnica, in un nuovo modello economico, nel dialogo, nei giovani. E anche in Dio.

 Dare fiducia

Oggi, purtroppo, molte persone non hanno più fiducia in se stesse a causa delle difficoltà incontrate nella vita per tanti motivi: di salute, familiari, di lavoro. Queste persone hanno sete di nuova fiducia. Da questo punto di vista la fiducia è una sorta di sguardo diverso su ciò che ci sta intorno. Una fiducia matura, non ingenua, ma consapevole, che magari è passata anche attraverso episodi di sofferenza e di delusione, ma che nonostante ciò, non molla. Una fiducia resiliente, ostinata. È la fiducia del buon samaritano, richiamata nella Fratelli Tutti (n.71), una storia che si ripete: l’incuranza sociale e politica fa di molti luoghi del mondo delle strade desolate, dove le dispute e i saccheggi lasciano tanti emarginati a terra, sul bordo della strada, in attesa che qualcuno li veda e si fermi.

 Giovani e fiducia

Senza dubbio oggi è necessario riconoscere che i giovani meritano un credito di fiducia. Hanno bisogno che si lascino loro le risorse e i ruoli per prendere in mano la loro vita da protagonisti, esprimendo le potenzialità che hanno. Purtroppo spesso i giovani non si percepiscono come una vera e propria generazione, ma bensì come singoli individui. Le loro ansie sono in buona parte causate dalle situazioni determinate dagli adulti. Sono un po’ narcotizzati da questa situazione ed è necessario un dialogo intergenerazionale per costruire insieme un percorso di uscita da quella che è, solo all’apparenza, una loro zona di comfort. Hanno bisogno di adulti che siano per loro di ispirazione. Dall’altra parte, anche gli adulti hanno bisogno dei giovani. Dando loro fiducia, anche gli adulti sarebbero contagiati dall’entusiasmo e dalla forza dei giovani e finirebbero per credere un po’ di più che un mondo migliore si può ancora costruire. Per tutto ciò è molto importante un ascolto intenso e paziente delle giovani generazioni per costruire un dialogo intergenerazionale che possa generare nuove idee e progetti.

 Fiducia e diversità

È dando fiducia a chi è diverso per cultura, religione, provenienza geografica, che costruiamo le basi per la società del futuro. Fiducia - e non paura - per ricostruire il dialogo nella diversità, riconoscendo la diversità non come ostacolo ma come ricchezza comune. Riconoscere l’altro come umano è dare fiducia. Riconoscere la diversità come ricchezza e bellezza o anche solo uguaglianza è dare fiducia. Fiducia è fare della nostra vita una continua mediazione tra ferite e desideri che le persone esprimono in modo diverso, in funzione della loro storia. Ferite e desideri che necessitano sia di ascolto empatico che di azione creativa e coraggiosa, come quando San Francesco andò incontro al lupo e determinò le condizioni per una sua pacifica convivenza con gli abitanti di Gubbio.

 Fiducia e conoscenza

Paradossalmente, rispetto al passato, siamo più a contatto con chi è lontano da noi, magari lo vediamo attraverso i media digitali, ma non lo conosciamo veramente. Ne percepiamo le azioni, ma spesso solo in modo mediato e senza interazione fisica. Siamo passati dalle relazioni di vicinato e di prossimità alle non-relazioni digitali. Questo tipo di non-conoscenza rischia di generare più timore, più aggressività e meno dialogo. papa Francesco, nella Fratelli Tutti (n.196), ci dice che è grande nobiltà esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri. La buona politica unisce all’amore la speranza, la fiducia nelle riserve di bene che ci sono nel cuore della gente, malgrado tutto. Si tratta di un concetto che era già chiaro a San Francesco (FF 32): «Con fiducia l’uno manifesti all’altro la propria necessità, perché l’altro gli trovi le cose che gli sono necessarie e gliele dia».

 

Fiducia, futuro e dono

Viviamo tempi caratterizzati dalla necessità di scelte impegnative. Per esempio in campo economico, con gli investimenti relativi al PNRR o sul piano individuale per quanto riguarda i nostri comportamenti di consumo e stili di vita. In un certo senso, dobbiamo avere fiducia nel fare un passo lungo, cambiando anche la direzione del nostro cammino, per uscire dalla logica utilitaristica del profitto come ultimo fine. Apparentemente rischioso - ci giochiamo il tutto per tutto - ma anche l’unico passo possibile. Un passo di fiducia nei confronti delle economie civili e rigenerative. Abbiamo bisogno quindi di persone che affrontino il futuro con fiducia, che non siano dei prenditori ma degli imprenditori. Un passo di fiducia e di consapevolezza anche nei confronti delle tecnologie del futuro, in buona parte già tra noi. «Il tutto è più delle parti ed è anche più della loro semplice somma» (FT, n.78). In tutto ciò, la fiducia avrà sempre più bisogno di essere alimentata dal dono e dalla gratuità realmente disinteressata. Quasi sempre una relazione nasce da una qualche forma di “dono” e continua nel tempo, grazie a questi continui scambi tra le persone. Riscoprire questa dimensione, è un grande passo per una convivenza migliore e più civile.

FESTIVAL
FRANCESCANO
2022

 

F I D U C I A
OLTRE   LA  PAURA

Bologna, Piazza Maggiore
  23-25 settembre 2022


Fiducia nel Signore e nei fratelli

La fede ci ricorda la fiducia di Dio creatore e padre in tutti gli uomini. Come cristiani abbiamo fiducia nell’azione dello Spirito Santo, sempre all’opera per rinnovare il mondo. Il male non è invincibile e la fiducia in Dio ci permette di guardare al presente e al futuro con serenità e disponibilità a collaborare con Lui e con ogni persona di buona volontà. Anche San Francesco, inviando i frati a due a due nel mondo, nell’abbracciarli teneramente diceva loro: «Riponi la tua fiducia nel Signore ed egli avrà cura di te» (FF 367). Anche oggi la Chiesa ha bisogno di essere riparata, come ai tempi di san Francesco, per essere bella, degna del suo sposo e pastore bello e buono, nel quale si può sempre riporre fiducia. Storicamente i francescani sono stati maestri di fiducia, anche in campo economico e sociale. Ma è soprattutto la quotidianità della fraternità a dare concretezza alla fiducia vicendevole. Nella fraternità, infatti, si sceglie di vivere insieme ad altri mandati dal Signore e non scelti da me e questo è dare fiducia. La fraternità francescana è una gioiosa esperienza di fiducia in grado di sciogliere l’amaro del mondo, è un anticipo di fiducia, gratuito e universale. Non ti amo perché sei fratello, ma ti amo perché ti sono fratello.